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Luce verde a fondo per le strade svizzere che rincarerà i carburanti

Gli svizzeri hanno votato chiaramente sì alla creazione di un fondo che assicura fonti di finanziamento a lungo termine per la manutenzione e il potenziamento della rete stradale nazionale. Keystone

Fare il pieno in Svizzera in futuro costerà di più. Il 61,9% dei votanti ha infatti approvato la creazione di un Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (Fostra), che sarà alimentato anche con un aumento del prelievo fiscale sui carburanti. Osteggiato solo da ambientalisti e sinistra, il fondo miliardario è stato approvato in tutti i cantoni.

In questa vera e propria “onda verde”, le punte massime di consensi sono state segnate nei cantoni di Neuchâtel (76,9%), Vaud (74,3%) e Zugo (66,6%). Sul fronte opposto, i tassi più bassi di sì sono stati registrati nei cantoni Basilea Città (53,6%), Basilea Campagna e Ginevra (in entrambi il 56,8%).

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Secondo le stime, tramite il nuovo fondo, sancito a livello costituzionale e di durata indeterminata, entro il 2030 dovrebbero confluire circa 6,5 miliardi di franchi in progetti destinati a eliminare i problemi di capacità delle strade.

Le strade nazionali attualmente vengono finanziate dal Fondo infrastrutturale, creato nel 2008 e alimentato principalmente con i contributi dell’Imposta sugli oli minerali e del contrassegno autostradale. Stando al governo e al parlamento, nei prossimi anni rischia però di aprirsi una lacuna nei finanziamenti.

Vecchie e nuove fonti d’entrata

Perciò occorre consolidare le fonti di finanziamento esistenti e reperirne delle nuove. È quanto si farà sostituendo il Fondo infrastrutturale con il Fostra, in linea di principio l’anno prossimo, sull’esempio di quanto effettuato con il Finanziamento e ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria (FAIF), chiaramente accettato in votazione popolare il 9 febbraio 2014.

Le due principali fonti di finanziamento attualmente sono il supplemento fiscale sugli oli minerali e il contrassegno autostradale. Il prezzo di quest’ultimo resterà invariato, poiché popolo e cantoni avevano già seccamente bocciato l’aumento nella votazione del 24 novembre 2013.

Sarà invece aumentato di 4 centesimi il prelievo su ogni litro di benzina e di diesel, che attualmente ammonta a 30 centesimi. Un importo che era rimasto invariato dal 1974. Secondo il governo, il rincaro di 4 centesimi non dovrebbe comunque intervenire prima del 2019.

Inoltre, con l’entrata in vigore del Fostra, alle strade nazionali dovrà essere attribuito il 60%, invece dell’attuale 50%, dell’Imposta sugli oli minerali. Una nuova fonte di finanziamento sarà costituita dagli introiti dell’imposta sulle importazioni di autoveicoli. Queste due voci in totale faranno confluire nel Fostra circa 650 milioni di franchi all’anno. Dal 2020 vi si aggiungeranno anche gli introiti della tassa sui veicoli elettrici e altri veicoli a propulsione alternativa.

Soddisfazione ma nessun trionfalismo dei vincitori

Per il governo e la maggioranza del parlamento, il Fostra rappresenta lo strumento adatto per risolvere i problemi di capacità delle strade nazionali, eliminare gli ingorghi nei centri nevralgici e realizzare diversi progetti di circonvallazione. In favore della sua istituzione si sono schierati tutti i partiti di destra e di centro, nonché le grandi organizzazioni economiche, quelle di trasportatori, degli automobilisti e dei trasporti pubblici. Una vasta coalizione che ovviamente esulta di fronte allo schiacciante sì odierno.

Per la maggior parte dei partiti, il Fostra rappresenta un modello di finanziamento equilibrato della rete stradale nazionale. Con questa argomentazione, nella votazione del giugno 2016Collegamento esterno avevano invitato il popolo a respingere l’iniziativa “Per un equo finanziamento dei trasporti”, che chiedeva di attribuire un miliardo di franchi in più per lo sviluppo dell’infrastruttura stradale.

Il copresidente del comitato in favore del Fostra, il senatore liberale radicale Olivier Français, ha accolto con grande soddisfazione il risultato del voto, ma ha tenuto a precisare che “non si deve eccedere nell’euforia”, facendo credere alla popolazione che “domani i problemi del traffico stradale saranno risolti”.

Il Fostra è “un eccellente compromesso”, tuttavia i rischi sono in agguato. Se la struttura finanziaria è ora garantita, non ci si dovrà far trascinare in una “guerra delle priorità”, bensì ricorrere al Fondo in modo armonioso in tutte le regioni del Paese. Olivier Français ripone in particolare fiducia nella “saggezza” del parlamento.

Il governo federale parte in quarta

In prima linea tra i vincitori della votazione, c’è la ministra dei trasporti Doris Leuthard, secondo la quale sostenendo sia la strada sia la ferrovia, il popolo svizzero promuove una “modalità di finanziamento pionieristica in Europa”. “La popolazione approva un’utilizzazione complementare dei trasporti”, ha proseguito Doris Leuthard, in una conferenza stampa.

La ministra ha quindi annunciato che il governo federale vuole attuare rapidamente il progetto. Metterà in consultazione le relative ordinanze il mese prossimo e intende trasmettere al parlamento alla fine dell’anno il messaggio sul primo programma di finanziamenti con il Fostra.

Pillola amara per gli ecologisti

Fortemente opposti erano invece gli ecologisti e gran parte dei socialisti: a loro avviso, il fondo non risolverà i problemi di traffico, che si concentrano soprattutto negli agglomerati. In questi centri urbani occorrerebbe piuttosto investire in tram, autobus e in piste ciclabili  e isole pedonali. Secondo gli ambientalisti, più soldi per le strade, si traducono in più traffico, più inquinamento. Inoltre i mezzi finanziari destinati alle strade saranno sottratti ad altri settori che ne avrebbero maggiormente bisogno.

Per gli ecologisti, il risultato uscito oggi dalle urne rappresenta dunque una severa sconfitta. Logica quindi la delusione espressa dalla presidente dei Verdi Regula Rytz, la quale resta convinta che “il Fostra avrà quale conseguenza un aumento del traffico stradale”. Secondo la parlamentare nazionale ecologista, il chiaro “sì” contrasta con gli sforzi in favore del clima ed ipoteca la politica ambientale.

La presidente dei Verdi si è detta inoltre “un po’ irritata” per l’impegno prodigato in favore del “sì” da parte di taluni membri di partiti di sinistra. “Accettare il fondo, vuol dire auspicare una crescita del traffico e peggiorare la politica ambientale”, ha affermato, Regula Rytz, promettendo che gli ecologisti continueranno a battersi a livello locale.

Afflusso nella media

La partecipazione alla votazione federale del 12 febbraio è stata del 46%, sostanzialmente in linea con la media pluriennale. Il tema delle naturalizzazioni agevolate (46,25%) ha attirato lievemente più votanti del fondo stradale (46,02%) e dell’imposizione delle imprese (46,01%).

Dall’introduzione del diritto di voto alle donne nel 1971 la partecipazione media si è attestata al 43%, salendo al 45% negli ultimi dieci anni. Il record è detenuto dallo scrutinio sull’adesione della Svizzera allo Spazio economico europeo (SEE) del 1992, che attirò il 79% del corpo elettorale elvetico.

(Fonte: ats)


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