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«Il Salone parla da sé»

Il Salone di Ginevra, un luogo di lettura e di incontri swissinfo.ch

L'Italia, la regione francese del Rodano-Alpi e Napoleone sono i grandi invitati al 19esimo Salone del libro e della stampa di Ginevra.

Scrittori, editori, giornalisti e, ovviamente, numerosi acquirenti, curiosi e bambini saranno ugualmente presenti all’appuntamento.

L’Italia c’è, gioiosa, soleggiata, golosa, ma soprattutto ricca di una letteratura variopinta e profondamente legata alle sue regioni. È vero però, che la storia dell’unità italiana non è poi così antica.

L’Italia gioiosa, ma anche preoccupata. «La nostra felicità di essere qui è offuscata dalla situazione che sta attraversando la lingua italiana nelle università svizzere», rileva Luisa Pavesio, una delle responsabili dello stand italiano, facendo riferimento ai casi di Neuchâtel e Zurigo, dove le cattedre della lingua di Dante sono state soppresse o comunque minacciate.

Un Salone del libro dunque, che nonostante il suo carattere festivo, non vuole dimenticare le problematiche politiche e, per la circostanza, linguistiche.

La fedeltà di espositori e visitatori dice tutto

Qualcuno gli ha però rimproverato di essere diventato una manifestazione che si concentra più sul mercantilismo, tralasciando l’aspetto letterario. Delle critiche che sono nel contempo giuste e sbagliate. Il Salone del libro – a Ginevra come altrove – è letteratura E commercio, intimità E folla, riflessione E ricreazione.

Pierre-Marcel Favre, fondatore e responsabile dell’appuntamento ginevrino, respinge però le accuse senza mezza termini: «Queste critiche sono ridicole e non mi interessano. Corrispondono all’opinione di un numero ristretto persone».

«Il Salone parla da sé: gli espositori ci sono fedeli e i visitatori anche. È questo il criterio più importante», afferma Favre.

Un vasto programma

La regione del Rodano-Alpi («Rhône-Alpes») nel sud-est della Francia è il secondo invitato all’edizione 2005. La sua presenza a Ginevra ci ricorda che si tratta di una delle regioni francesi più ricche nel campo editoriale e che la sua attività si sta intensamente sviluppando anche grazie alle relazioni coltivate con la vicina Svizzera e l’Italia del Nord. Un lavoro che scavalca le frontiere geografiche.

Come al solito, le esposizioni sono numerose. Quella principale, intitolata «Bonaparte e l’Egitto», si articola attorno alla gigantesca enciclopedia che fu pubblicata in seguito all’epopea egiziana di Napoleone.

La «Descrizione dell’Egitto» è composta da 24 grossi volumi, di cui uno è di proprietà della Biblioteca pubblica e universitaria di Ginevra.

Un appuntamento con varie facce

L’attenzione del visitatore può inoltre essere suscitata dall’omaggio in onore dello scrittore francese Bernard Clavel, dal concorso fotografico «Swiss press photo 2004», dai cento anni della Federazione aeronautica internazionale o da Martine…la ragazzina di 50 anni che ha fatto sognare le bambine in 40 lingue diverse.

Il Salone del libro include però anche vari avvenimenti paralleli, come Europ’Art (arte internazionale), il Salone dello studente, della musica e l’oramai celebre «Villaggio alternativo».

«L’essenziale è stato fatto nel corso dei primi cinque anni, un periodo che ha permesso di riunire aspetti culturali vicini e di ottenere una manifestazione composta da un assemblaggio di punti forti», indica Pierre-Marcel Favre.

Quando l’Africa sostituisce la Svizzera tedesca

Il grande appuntamento ginevrino è ad ogni modo in continua evoluzione. L’ultima trasformazione in ordine di tempo, il Salone africano del libro, della stampa e della cultura, creato nel 2004.

«Si può quasi affermare che questo Salone prende il posto di alcuni espositori svizzero tedeschi, di cui rimpiango la partenza», osserva Favre.

Due anni fa infatti, a Basilea ha preso avvio una fiera del libro battezzata «Buchbasel», pronta a calpestare, senza tanti scrupoli, la dimensione plurilingue che il direttore del Salone di Ginevra ha voluto invece dare alla sua creazione.

E le ripercussioni della fiera basilese si sono fatte ben sentire sulle sponde del Lemano, come fa notare Favre: «Abbiamo perso un certo numero di metri quadri per quel che concerne la superficie dedicata agli espositori. Ne siamo davvero dispiaciuti, ma cosa possiamo fare?».

Una nazione, ma varie lingue

Se da una parte non c’è nessuna intenzione di tessere dei legami con Basilea, dall’altra il fondatore del Salone di Ginevra declina la letteratura elvetica in formato nazionale. Venerdì 29 aprile, autori, editori e critici letterari delle tre principali regioni linguistiche della Svizzera si incontreranno a Ginevra.

L’associazione «Autrici e autori della Svizzera» organizzerà inoltre la sua assemblea generale per l’occasione.

Ma se le riflessioni sull’identità non appassionano, il visitatore può sempre scegliere di partecipare a «Orchydia», un atelier di scrittura erotica.

Come detto all’inizio, il Salone è riflessione e ricreazione. E, comunque sia, sempre una questione di lingua.

swissinfo, Bernard Léchot, Ginevra
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

La 19esima edizione del Salone del libro di Ginevra vede come ospiti d’onore l’Italia e la regione francese del Rodano-Alpi.

L’esposizione speciale «Bonaparte e l’Egitto» è invece dedicata alle formidabili conseguenze scientifiche e culturale della Campagna d’Egitto di Napoleone.

Nell’ambito della rassegna internazionale di Ginevra si svolgono anche il Salone Europ’Art, quello dello studente, della musica, oltre al neo fondato Salone africano del libro, della stampa e della cultura.

Non mancherà inoltre il celebre «Villaggio alternativo», che raggruppa gli stand di varie organizzazioni e associazioni umanitarie.

Il Salone internazionale del libro e della stampa di Ginevra si svolge al Palexpo dal 27 aprile al 1. maggio.

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