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8 marzo: la lunga marcia delle donne in carriera

Una delle marce fatte dalle donne in Svizzera in occasione della giornata dell'8 marzo Keystone

Giornata internazionale della donna. Un'occasione per riflettere sull'uguaglianza a livello professionale.

Donne manager in Svizzera: decisamente una “specie” rara. Poco stimolate dalla società, raramente sostenute dai datori di lavoro, alla disperata ricerca di un “modus vivendi” fra impegni familiari e carriera professionale, le donne svizzere in posti dirigenziali si contano sulle dita della mano.

Dieci anni dopo la prima presa di coscienza del problema e dopo i tentativi promossi da istituzioni come l’Ufficio federale per l’uguaglianza fra uomo e donna, anche all’alba del terzo millennio le “donne dirigenti” scarseggiano, soprattutto nel settore privato. Solo il 10% dei manager è infatti di sesso femminile.

Discriminazioni e paure

I motivi di questa situazione sono molteplici: molte donne non….”osano” dare la scalata al potere, non sono abbastanza sicure per affrontare un mondo del lavoro dominato dagli uomini. Altre potenziali candidate non se la sentono di sacrificare la vita familiare o di rinunciare del tutto ad avere figli.

Ma anche la stessa società non viene incontro alle donne che vorrebbero fare carriera. Quelle che decidono di investire tutto nel lavoro, dopo una pausa dedicata ai figli e alla famiglia vengono penalizzate, mentre quelle che vogliono avere contemporaneamente una famiglia e una carica di responsabilità si scontrano con l’impossibilità di trovare un posto in un asilo-nido, con il no dell’azienda ad un lavoro a tempo parziale o, come dice Bettina Michaelis, direttrice della ditta B.B.M.’s Financial Planning GmbH di Berna, “con la mancanza di una rete di contatti, che servano davvero per andare avanti. Le donne possono contare molto di meno degli uomini, sull’appoggio di colleghe già arrivate.”

In primavera il via al progetto “mentoring”

Non tutte comunque si rassegnano e molte hanno deciso di mettersi in proprio. Già oggi un quarto di tutte le piccole e medie imprese è in mano femminile. Non mancano poi le iniziative private per promuovere la presenza femminile fra i quadri dirigenziali. In primavera, un gruppo di donne dell’ambiente economico bernese, fra cui Bettina Michaelis, Ursula Meichle, fondatrice di “Carrière féminine” e Monica Hennessen, collaboratrice specializzata della promozione economica regionale di Berna lanceranno il progetto “mentoring”.

“Si tratta di permettere a donne giovani, ma non solo, di approfittare del know-how di colleghe più anziane e avanzare così sulla via della carriera professionale”, spiega a swissinfo Bettina Michaelis. “L’iniziativa è aperta a tutte le donne, senza limiti di età”. Il progetto “mentoring” è destinato anche a quelle donne che vogliono mettersi in proprio, o che lo sono già e desiderano espandersi.

I preparativi per lanciare il nuovo progetto procedono a ritmo serrato. Le responsabili hanno già avuto una serie di colloqui con le cosiddette “mentee”. Queste ultime vengono poi messe in contatto con quelle che saranno le loro “madrine”. “Molte delle donne desiderose di iniziare una nuova attività hanno ampiamente superato i 40 anni”, sottolinea Bettina Michaelis, “e sono felici di poter contare su un appoggio concreto”.

Nonostante le apparenze negative, qualcosa dunque, si muove. “Ma ci vuole pazienza”, dice Bettina Michaelis, una donna che ce l’ha fatta, pur essendo sola, con a carico tre figlie.

Elena Altenburger

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