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Accordo baltico per la lotta al crimine

Il ministro di giustizia elvetico visita Riga, la capitale lettone, per la firma di un accordo di polizia. imagepoint

La Svizzera e la Lettonia rafforzano la cooperazione giudiziaria e di polizia, per meglio combattere il crimine organizzato.

Il ministro di giustizia Christoph Blocher ritiene importanti gli accordi bilaterali, come complemento agli accordi con l’Ue.

Il Consigliere federale Christoph Blocher si è recato in Lettonia per una visita di tre giorni. In agenda l’incontro con il ministro dell’interno lettone, Eriks Jekabson, per la firma di un accordo bilaterale di cooperazione tra le polizie dei due paesi.

Stando a una nota del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), l’intesa tra Svizzera e Lettonia permetterà di contrastare con maggiore efficacia la criminalità internazionale.

L’accordo regola dunque lo scambio di informazioni tra polizie, il coordinamento, la formazione e i compiti dell’agente di collegamento. Oltre al ministro dell’interno, Blocher incontra anche la presidente lettone Vaira Vike-Freiberga e la ministra della giustizia Solvita Aboltina.

Estensione della rete contrattuale

L’accordo con la Lettonia si annovera tra gli sforzi profusi per rafforzare la lotta contro la criminalità transnazionale non soltanto mediante una cooperazione multilaterale (Interpol, Europol), bensì anche con accordi bilaterali con singoli paesi.

Analoghi accordi con gli Stati limitrofi della Svizzera, così come con l’Ungheria sono già in vigore. Prossimamente è prevista la firma di un accordo con la Repubblica Ceca.

Ma perché firmare accordi bilaterali con ogni singolo paese, quando esistono già accordi con l’Ue?

“Per la Svizzera sarebbe ideale avere un accordo bilaterale di questo tipo con tutti i paesi, con i nuovi stati membri dell’Ue, ma anche con la Russia, ad esempio”, risponde a swissinfo Beatrice Born, portavoce del DFGP.

Libera circolazione e mercato del lavoro

La firma dell’accordo con la Lettonia avviene in un contesto speciale per la Svizzera.

Il popolo svizzero il 5 giugno vota infatti sull’accordo Schengen/Dublino. Schengen abolisce i controlli sistematici dei passaporti alle frontiere e prevede una più stretta collaborazione di polizia nella lotta alla criminalità internazionale.

L’accordo di Dublino concerne il settore dell’asilo e la cooperazione internazionale in questo ambito.

Un altro tema scottante in Svizzera, su cui ci si pronuncerà in referendum il 25 settembre, è l’estensione della libera circolazione ai dieci nuovi paesi membri dell’Ue.

Tra questi, anche la Lettonia. Dal 1. maggio 2004, oltre alla Lettonia, sono entrati infatti a far parte dell’Ue anche Lituania, Estonia, Slovenia, Pologna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Malta e Cipro.

Con i più anziani membri dell’Ue, l’Unione dei 15 per intendersi, la Svizzera ha già degli accordi di libera circolazione. Il timore è che ora il mercato del lavoro venga preso d’assalto da manodopera a basso costo, proveniente dai nuovi paesi membri dell’Est.

A questo proposito i sindacati hanno chiesto e ottenuto dal governo delle misure specifiche d’accompagnamento alla libera circolazione, per evitare il dumping salariale.


swissinfo e agenzie

Il trattato è il primo del genere con uno stato baltico.

La Svizzera ha accordi simili con altri 5 paesi, tra cui Germania, Francia, Italia e Austria.

Prossimamente entreranno in vigore accordi con la Slovenia e la Repubblica Ceca, due nuovi stati membri dell’Ue.

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