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Alla ricerca di fondi

La città di Berna non vuole più finanziare il Museo alpino svizzero e chiede alla Confederazione di intervenire per salvare l'istituzione, in difficoltà finanziarie.

Il Museo alpino svizzero viene finanziato dalla città e dal cantone di Berna e dalla Confederazione, che contribuiscono ognuno con una percentuale del 18%. Il Club alpino svizzero (CAS) e la sezione bernese del CAS partecipano ognuno con il 9%.

Situazione precaria

Il restante 37% viene coperto con fondi propri, derivanti ad esempio dalla locazione di spazi, all’interno dell’edificio che ospita il museo. E’ una percentuale molto alta se si pensa che abitualmente i musei investono dal 5% ad un massimo del 15% di fondi propri.

La città che finora aveva contribuito con un importo di 220’000 franchi, ora fa marcia indietro, adducendo necessità di risparmio e afferma che essendo il museo un’istituzione di importanza nazionale, spetta alla Confederazione sobbarcarsi le spese.

“Nessuno vuole assumersi le proprie responsabilità”, afferma il direttore, Urs Kneubühl, “nell’anno internazionale della montagna mi sarei aspettato qualcosa di meglio”. Qualcuno però non è rimasto insensibile a questo grido d’aiuto.

Un postulato per salvare il museo

In giugno il consigliere agli Stati grigionese, Theo Maissen, ha deposto al Senato un postulato con il quale chiede al Consiglio federale di esaminare la possibilità di mantenere e sovvenzionare il Museo alpino alla stregua di un museo nazionale.

A partire dal 2004, infatti, l’esistenza del museo sarà messa in questione. La Confederazione, uno dei cinque fondatori dalla creazione del museo nel 1933, sovvenziona l’istituzione dal 1906 ma, come detto, la città di Berna vorrebbe che lo Stato si assumesse un onere finanziario maggiore.

Giovedì, il Consiglio degli Stati ha accettato di sottoporre al Consiglio federale entrambi i punti proposti dal senatore Maissen. Il governo dovrà pertanto sia esaminare la questione del sovvenzionamento del museo che quella legata al mantenimento di questa istituzione a lungo termine.

Elena Altenburger, swissinfo

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