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Arte in movimento a Basilea

I meccanismi e la giocosità di Marcel Duchamp incontrano le macchine di Jean Tinguely: l'amicizia e l'eredità epocale del genio francese.

Padre di tutte le innovazioni concettuali non-pittoriche dell’arte moderna, dall’assemblaggio, alla cinetica, dalle istallazioni, alla body-art, Marcel Duchamp ispirò i Dada, i surrealisti, i futuristi negli anni 20; pop, minimalismo, arte concettuale, e tutti gli artisti anarchici e rivoluzionari del secondo dopoguerra. Secondo i teorici del post-modernismo è addirittura l’artista più significativo del XX sec.

Forse perché considerato troppo intellettuale e troppo poco “sensuale” Duchamp, al contrario di Picasso, è rimasto abbastanza misconosciuto a livello di pubblico persino nel suo paese natale, la Francia. Ciò fino a quando il primo direttore del centro Georges Pompidou di Parigi, Pontus Hulten non lo ha fatto conoscere al grande pubblico in Europa con due delle mostre più importanti degli ultimi 20 anni, a Parigi e poi a Venezia, con la grande retrospettiva del 1993 a Palazzo Grassi. Con la sua presenza a Basilea, Hulten ha voluto onorare Harald Szeemann, il curatore dell’esposizione del Tinguely Museum, uno dei suoi “avversari” più stimati.

Tinguely-Duchamp: una venerazione diventata amicizia

“La mostra di Basilea non ha la pretesa di essere retrospettiva” spiega Szeemann, ex direttore della Biennale di Venezia, ai giornalisti accorsi molto numerosi all’inaugurazione per la stampa. Come tutti i musei dedicati ad un solo artista, anche il Tinguely non può sopravvivere della sola collezione permanente dedicata allo scultore di Friburgo. Per questo, già in passato sono state organizzate mostre di artisti che hanno avuto un rapporto personale o un’influenza specifica sull’opera di Jean Tinguely. C’è stata ad esempio la mostra dedicata a Daniel Spoerri, un paio di anni fa Yves Klein e l’anno scorso la sua compagna di vita, Niki de St. Phalle.

“Jean Tinguely incontrò Duchamp a Parigi in un bistro, lo riconobbe e gli rivolse la parola, ne nacque una bella amicizia, Duchamp trovava Tinguely molto divertente”. Sono i ricordi della figlia di Duchamp presente all’inaugurazione della mostra. È grazie soprattutto alla preziosa collaborazione di Jacqueline Matisse Monier, figlia della seconda moglie di Duchamp, che molte rarità ed oggetti esclusivi, ancora di proprietà della famiglia, hanno trovato posto nell’esposizione di Basilea.

Piccoli tesori di un maestro imperscrutabile

Il filo rosso è proprio l’amicizia personale tra i due artisti, vi è ad esempio un omaggio di Tinguely a Duchamp, un omaggio di Duchamp a Tinguely, senza contare naturalmente l’influsso che Duchamp ebbe sull’idea di portare fisicamente il movimento nell’opera d’arte, concetto che affascinò Tinguely. Vi è poi tutta una sezione dedicata alle lettere, agli aneddoti, ai documenti più svariati che testimoniano del rapporto tra i due artisti e della vita di Duchamp. Si tratta di una parte degli immensi archivi di Jacques Caumont, conosciuto per le sue ricerche su Duchamp.

Ma oltre all’aspetto del rapporto d’amicizia tra i due artisti, nell’esposizione di Basilea l’opera di Duchamp si lascia ammirare come entità indipendente e non come semplice ” illustrazione del lavoro di Jean Tinguely” come precisa il curatore Harald Szeemann.

La mostra occupa il pian terreno del museo: si tratta di sei spazi in cui sono circoscritti sei ambiti essenziali dell’opera dell’artista francese. Innanzitutto l’idea del movimento: si passa dal dipinto “Nudo che scende le scale” in cui vi è ancora l’aspirazione al movimento (con questo quadro Duchamp dà l’addio alla pittura) al movimento reale dei disegni “tecnici” che ruotando diventano un po’ magici, un po’ ipnotici.

Readymade

Naturalmente vi sono i famosi readymade, che come il “pissoir” o la riproduzione della Gioconda con i baffi riescono ancora oggi a scandalizzare i profani. Poi vi sono diverse opere provenienti dal museo d’arte moderna di Filadelfia che riguardano l’uso del vetro come materiale. Uno sguardo viene gettato anche agli oggetti cosiddetti “erotici” del maestro emigrato negli Stati Uniti. E naturalmente vi è l’importante aspetto “ludico” di Duchamp.

In tutta la sua opera si prendeva gioco della tradizione, ma aveva anche una passione per le macchine e soprattutto per gli scacchi. L’arte di Duchamp stava molto più nel trovare l’idea, “nell’atto mentale” come dice bene Harald Szeemann, che nella sua attuazione. Un gioco altamente sofisticato nella sua apparente semplicità, proprio come l’arte di Duchamp, cui il museo Tinguely rende omaggio con una manifestazione particolare: organizzando un torneo simultaneo di scacchi con il campione Victor Kortschnoi il 25 maggio dalle 11 alle 13. Nel pomeriggio un dibattito pubblico verterà sul tema “scacchi e arte”.

Molte visite guidate e atelier speciali per i bambini dovrebbero contribuire ad avvicinare il grande pubblico a questo poeta dell’arte moderna: come dice il direttore del museo Jean Tinguely, Guido Magnaguagno, “Chi non capisce Duchamp non può nemmeno capire il resto dell’arte moderna.”

Raffaella Rossello

Marcel Duchamp, 20 marzo – 30 giugno, Museo Tinguely Basilea

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