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Attenti alla quota!

Il paesaggio alpino attorno a Zermatt, tra i giganti di più di 4000 metri swissinfo.ch

In che condizioni si lavora a certe quote? Come prepararsi a soggiorni più o meno lunghi al di sopra dei 4'000 metri? Prima di tutto non sottovalutando gli effetti dell’altitudine.

A Zermatt, a 1620 metri, la temperatura era di +15 gradi. Sul Colle Gnifetti di – 30…

Heinz Gäggeler ci aveva avvertito già la sera precedente. “Se non siete abituati all’altitudine, è possibile che domani sul Colle Gnifetti avvertiate dei disturbi: mal di testa, perdita della memoria, vertigini. Se capitasse non spaventatevi: è perfettamente normale”.

A quote maggiori, o in caso di permanenza prolungata a 4500 metri senza essersi acclimatati a dovere, i rischi sarebbero ben più gravi, comprendendo pure il famigerato edema polmonare o cerebrale.

“In ogni caso preparatevi a temperature piuttosto basse, bevete molto e fate in modo di restare caldi: inutile dire che vi occorre un equipaggiamento adatto”, suggerisce a me e allo sparuto gruppo di giornalisti. Guardo le mie scarpe da ginnastica e gli do pienamente ragione.

Tre giorni a 3000 m

Il giorno della partenza, ci presentiamo all’appuntamento in perfetta tenuta d’alta montagna noleggiata 5 minuti prima in un locale negozio sportivo. Da Zermatt in elicottero, lo sbalzo di quota è immediato. Niente di peggio per l’organismo.

Ma, per fortuna, i temuti effetti collaterali dell’altezza non si faranno sentire. Probabilmente perché, a differenza dei 6 ricercatori, non ci fermiamo troppo a lungo lassù. Paolo Gabrielli, uno di loro, ci racconta la sua giornata tipo.

“Prima di tutto abbiamo trascorso 3 giorni a 3000 metri per acclimatarci. Ciononostante, nelle prime due notti a 4500 metri, abbiamo avuto parecchi problemi per dormire”.

“Ci svegliamo verso le sette del mattino. Poi indossiamo ramponi e imbragatura, impugniamo la piccozza e scendiamo dalla vetta, dove è posto il rifugio Margherita (4559 metri, il più elevato della catena alpina). In 10-15 minuti siamo qui ed iniziamo a perforare”.

Incognita vento

“Siamo potuti salire al Colle con tre giorni di ritardo rispetto al programma iniziale”, continua Paolo Gabrielli. “In effetti il vento era troppo forte e gli elicotteri non potevano volare”.

La medesima incognita sussiste per il ritorno. “Speriamo di poter scendere quando previsto”, conclude Gabrielli. La mia stessa speranza.

Il vento sta aumentando. Poco prima dell’arrivo dell’elicottero che ci riporterà a Zermatt raggiunge i 60 km/h. Mi dicono che è il limite massimo per poter volare a certe quote…

swissinfo, Marzio Pescia, Colle Gnifetti

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