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Brissago ricorda Leoncavallo

Il compositore partenopeo Ruggero Leoncavallo nel suo studio di Brissago. www.leoncavallo.ch

Apre un nuovo museo dedicato al famoso compositore napoletano. Visse per anni nel comune ticinese. Un'eredità cosparsa di polemiche.

In questi giorni l’interesse si concentra su tre sale interne del Palazzo Branca-Baccalà di Brissago che ospitano il nuovo museo dedicato al maestro Ruggero Leoncavallo (1857-1919) che raggiunse fama mondiale con la sua prima opera “I pagliacci” (1892).

Il piccolo museo si trova nel nucleo storico del comune, nel palazzo che risplende dopo la demolizione di edifici adiacenti ed un recente restauro esterno, curato dall’architetto Livio Vacchini. La residenza è considerata il più bell’esempio di barocco signorile della regione dell’Alto Lago Maggiore.

Nel percorso espositivo, il visitatore viene accolto con musiche del compositore napoletano, fotografie e caricature e può ammirare diversi oggetti personali, come gli occhiali, spille per cravatte, oppure il portafoglio. L’esposizione presenta inoltre diverse lettere e documenti.

Inoltre si posso scoprire alcuni manoscritti di opere poco conosciute come “Chatterton” (1896), “Zazà” (1900) e “Rolando” (1904). Il vero gioiello del museo è la terza sala che è una ricostruzione dello studio di Leoncavallo a Brissago, ricreata con il mobilio originale, le librerie e soprattutto il pianoforte a coda, un Erard del 1841, costruito a Parigi e restaurato per 30 000 franchi a Udine. Lo strumento servirà in futuro per piccoli concerti.

Eredità discussa

La realizzazione del museo è stata sostenuta finanziariamente dalla Baronessa Hildegarde von Münchhausen, una nobile e facoltosa tedesca che per motivi di salute abita in Ticino. La 82enne spiega così il suo impegno: “Come appassionata di musica mi sono particolarmente interessata a Leoncavallo, che a Brissago trascorse una parte della sua vita. Dal Maestro Graziano Mandozzi, conoscitore dell’opera di Leoncavallo, comprai negli anni ’90 una parte del lascito, con l’intenzione di fondare un Museo a Brissago. Ciò vuole essere un ringraziamento a Brissago per i bei 30 anni che vi ho trascorso.”

Col contributo del comune è stata creata una fondazione che non solo vuole sostenere il museo, ma anche organizzare simposi, conferenze e promuovere studi aventi per oggetto la figura e l’opera del Maestro Leoncavallo. In quest’ottica è prevista anche una collaborazione con la Biblioteca regionale di Locarno che cura il fondo Leoncavallo, acquistato nel 1988 dal Cantone per 1,2 milioni di franchi. Il materiale, in mano pubblica, proviene a sua volta dal Maestro Graziano Mandozzi – un amico d’infanzia dell’allora capo del dipartimento d’istruzione Giuseppe Buffi.

L’acquisto del fondo con i soldi pubblici ha avuto notevoli strascichi di polemiche. Fu contestato da noti storici ticinesi che ritenevano questo patrimonio poco importante per il Ticino. La loro posizione rispecchiava la bassa considerazione di cui Leoncavallo godeva in Ticino. Tanto è vero che visse solo per 10 anni a Brissago, fra il 1904 e il 1914. I suoi ultimi cinque anni di vita li passò in Toscana. La sua splendida villa a Brissago fu addirittura demolita nel 1978, senza che qualcuno vi si fosse opposto.

Nuovo slancio

L’atteggiamento del comune è pero cambiato. Oggi si è fieri che Leoncavallo sia vissuto a Brissago. A testimonianza del rinato interesse, annualmente dal 1996 viene organizzato un festival musicale in suo onore. Un impegno segnato a sua volta da difficoltà fra istituzioni e il fondatore del festival, sempre Maestro Mandozzi che abbandonò l’incarico.

Già l’azione di Mandozzi di trasferire l’urna del maestro Leoncavallo dall’Italia in Ticino, alla fine degli anni ’80, aveva suscitato numerose critiche. Il maestro napoletano era stato sepolto, dopo la morte nel 1919, in un sepolcro di famiglia al cimitero Porto Santo vicino Firenze. Pare che un erede di Leoncavallo, residente in Ticino abbia ricevuto il permesso per l’esumazione. In Italia si è semplicemente parlato di furto della urna.

Infatti, per anni l’urna di Leoncavallo era data per dispersa. Solo nel 1994 è stata sepolta in un angolino davanti alla chiesa della Madonna di Ponte a Brissago. Come motivo per il trasferimento dell’urna i responsabili hanno ripreso le parole del maestro Leoncavallo, espresse in occasione dell’attribuzione della cittadinanza onoraria di Brissago: “Nel vostro cimitero modesto voglio trovare la mia ultima quiete.”

Gerhard Lob, Brissago

Museo Leoncavallo, Via Pioda 5, Brissago, dal 13 aprile al 30 ottobre 2002, orari di apertura dal mercoledì al sabato 10-12 e 16-18.

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