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Caccia aperta agli autori della rapina del secolo

Il direttore del museo Lukas Gloor contempla il muro sul quale erano appesi i dipinti Keystone

A due giorni dalla rapina milionaria alla Collezione Bührle di Zurigo, la polizia sta seguendo varie piste per identificare gli autori del reato ed eventuali complici.

Sui muri dov’erano appesi i quattro capolavori dell’arte impressionista, il cui valore è stimato a 180 milioni di franchi, rimangono soltanto le graffiature provocate dai tre rapinatori.

Grazie all’ampio riscontro dato dai media alla vicenda, abbiamo già ricevuto numerose segnalazioni, ha dichiarato martedì Marco Cortesi, portavoce della polizia di Zurigo.

Il portavoce non ha però voluto precisare quali piste stanno seguendo gli inquirenti per ritrovare gli autori della rapina e i quattro quadri – un Degas, un Cézanne, un Van Gogh e un Monet – del valore complessivo di 180 milioni di franchi.

La polizia zurighese, che ha ottenuto anche il sostegno di Interpol, ha intanto relativizzato l’indizio dell’auto bianca che sarebbe stata utilizzata dai tre rapinatori armati e mascherati.

“Con questa rapina si è raggiunta una nuova dimensione”, ha dichiarato Cortesi, secondo il quale, di fronte ad un simile reato, nessun sistema di sicurezza può essere considerato assolutamente efficace.

Solo graffi ancora visibili

Sempra pure cadere l’ipotesi di un collegamento con il furto di due quadri di Picasso rubati mercoledì scorso dal Centro culturale Seedamm di Pfäffikon, nel canton Svitto. Anche in quel caso era stata segnalata la presenza di un’auto bianca. Un portavoce della polizia svittese ha tuttavia precisato oggi che “non c’è nessuna relazione fra quella vettura e il furto” e che l’indizio è stato scartato.

Il sopralluogo organizzato dalla polizia nel museo privato – ormai chiuso ai visitatori – ha dato un’idea dell’accaduto. Nel salone al primo piano della villa, un muro è completamente spoglio e su un altro è rimasto un solo quadro. Ai lati dei quadri rubati sono ben visibili i graffi lasciati dai rapinatori, che devono avere agito “con molto stress”.

Le tele erano munite di una protezione sul dorso e ricoperte da un vetro sulla parte dipinta. Ognuna pesava, con la copertura, circa 15 chilogrammi. Il direttore del museo Lukas Gloor ha detto di sperare che i rapinatori conservino i quadri nella loro protezione, in modo che non subiscano danni.

Rapina in tre minuti

In soli tre minuti i rapinatori hanno fatto il colpo e sono fuggiti. Forse perché poco esperti d’arte, gli autori del colpo hanno lasciato su uno dei due muri depredati un autoritratto di Paul Cézanne, il cui valore è stimato a 90 milioni di franchi.

Soltanto il “Ragazzo con il gilè rosso” di Paul Cézanne, uno dei quattro quadri rubati, aveva un valore di stima più alto, pari a 100 milioni di franchi.

L’allarme è scattato quando i dipinti sono stati strappati dai fili con cui erano appesi al soffitto. Quando la polizia è arrivata sul posto non vi era ormai più traccia dei ladri. Nei locali del museo privato non sono visibili telecamere di sorveglianza, vi sono soltanto delle fotocellule che segnalano i movimenti sospetti.

Un dipinto della collezione Emden

Secondo quanto ha reso noto martedì la Televisione svizzera di lingua italiana (TSI), una delle quattro tele rubate, ossia “Campo di papaveri a Vétheuil” di Claude Monet, faceva parte della collezione che Max Emden, ricchissimo uomo d’affari di origini ebree nato ad Amburgo, aveva portato con sé nel suo esilio sulle isole di Brissago.

Emden fu costretto a lasciare la Germania nazista e fu l’ultimo proprietario privato delle isole di Brissago, dove fece costruire la villa oggi annessa al parco botanico. Figurava fra i personaggi che frequentavano il Monte Verità di Ascona e morì improvvisamente nel 1939.

swissinfo e agenzie

Il museo della fondazione E.G. Bührle di Zurigo, creata nel 1960, ospita una delle più importanti collezioni di opere d’arte moderna europea.

La collezione comprende circa 200 dipinti e sculture, tra cui spiccano numerosi capolavori della pittura impressionista e postimpressionista francese.

Gli oggetti d’arte sono stati raccolti dal 1930 da Emil Bührle, proprietario della fabbrica di macchinari e di armi Oerlikon Bührle. Durante la Seconda guerra mondiale l’imprenditore aveva acquistato anche diverse opere rubate dall’esercito tedesco nei paesi occupati dalla Germania nazista.

I dipinti rubati domenica a Zurigo sono:

“Il ragazzo dal gilè rosso” di Cézanne,
“Ramo di castagno in fiore” di Vincent Van Gogh,
“Campo di papaveri a Vétheuil” di Claude Monet,
“Ludovic Lepic e le sue figlie” di Edgar Degas.

Il loro valore di stima complessivo è di 180 milioni di franchi, di cui 100 milioni per il ritratto di Cézanne.

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