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Caso Frei: dure critiche ai dirigenti del calcio

L'avvocato Ulrich Fässler non ha risparmiato le critiche nei confronti dell'ASF Keystone

I responsabili dell’Associazione svizzera di football non hanno mentito sullo sputo del calciatore Alex Frei. Ma non sono stati all’altezza del loro compito.

Il rapporto d’inchiesta pubblicato martedì contiene aspre critiche nei confronti della delegazione elvetica all’Euro 2004.

Il rapporto indipendente elaborato da Ulrich Fässler, su richiesta della stessa ASF, mette in rilievo diverse debolezze nella gestione del delicato caso Frei.

Secondo l’avvocato lucernese, i dirigenti del calcio svizzero non sono intervenuti in tempo, evidenziando una chiara mancanza di professionalità.

I responsabili dell’ASF possono comunque tirare un grande sospiro di sollievo: in base al rapporto, non avrebbero mentito.

L’accusa più grave che avrebbe potuto portare immediatamente ad una raffica di dimissioni ai vertici dell’Associazione.

Una vicenda penosa

Il caso Frei era scoppiato nel bel mezzo dei campionati europei di calcio che si sono svolti in Portogallo.

Il 17 giugno, durante la partita tra la Svizzera e l’Inghilterra, l’attaccante svizzero aveva sputato alla nuca del giocatore inglese Steven Gerrard. Un fattaccio passato inosservato durante l’incontro.

I primi sospetti venivano avanzati il giorno dopo dalla televisione tedesca ZDF, le cui immagini, non molto chiare, non inchiodavano però il giocatore.

Interrogato sulla vicenda, Alex Frei negava di aver sputato. “Ho soltanto detto una parolaccia a Gerrard”, dichiarava con uno sguardo innocente l’attaccante della nazionale svizzera.

Ma il 20 giugno la televisione svizzero-tedesca SF DRS diffondeva immagini che non lasciavano più nessun’ombra di dubbio.

Sospeso dapprima a titolo provvisorio dall’UEFA, lo scorso 15 luglio Frei è stato definitivamente squalificato per 3 giornate dai dirigenti del calcio europeo.

Benoit al corrente

L’UEFA ha invece rinunciato ad adottare qualsiasi sanzione nei confronti dell’ASF, sospettata di aver mentito a sua volta nel tentativo di coprire Frei.

Per far luce sulla vicenda, i dirigenti del football svizzero si sono comunque visti costretti ad avviare un’inchiesta interna, affidata ad un esperto indipendente.

Il rapporto di Fässler non lava quindi completamente l’immagine dei responsabili del calcio svizzero. Ma, perlomeno, non avrebbero raccontato il falso su questo caso che ha sollevato discussioni e polemiche in tutta la Svizzera.

Secondo i risultati dell’inchiesta, soltanto il capo della comunicazione Pierre Benoit era stato informato sin dall’inizio da Frei sulla realtà dei fatti.

I due avrebbero convenuto di mantenere il segreto e continuare a negare ogni addebito. Allo scopo, tra l’altro, di poter permettere a Frei di disputare l’ultimo incontro decisivo contro la Francia.

Mancanza di preparazione

Sempre secondo Fässler, Benoit si sarebbe trovato in un conflitto irrisolvibile, diviso tra l’impegno assunto con Frei e i suoi doveri di capo della comunicazione dell’ASF.

A detta del rapporto, le responsabilità principali di questa vicenda pesano quindi sulle spalle di Benoit. Il cui impiego futuro dovrebbe venir messo in discussione.

Ma anche i dirigenti dell’ASF non sono completamente scagionati: avrebbero dovuto intervenire immediatamente, cercando il dialogo diretto con Frei.

“Il comportamento della delegazione dell’ASF lascia trasparire debolezze e problemi in ambito di direzione, comunicazione e definizione delle competenze”, sostiene Fässler.

L’ASF non era sufficientemente preparata per la spedizione in Portogallo, ritiene ancora l’avvocato lucernese.

I suoi rappresentanti non sono riusciti ad analizzare in modo corretto la situazione e ad adottare le misure che s’imponevano.

ASF soddisfatta

Prendendo posizione sul rapporto, l’ASF esprime la sua soddisfazione per il fatto che l’inchiesta ha permesso di negare le accuse principali.

I dirigenti dell’ASF non avrebbero mentito e neppure manipolato il calciatore Frei per salvare la faccia.

In una nota, l’ASF comunica di voler comunque esaminare attentamente le critiche formulate da Fässler e di aver già iniziato ad analizzare tutti gli aspetti della partecipazione ai campionati europei di calcio 2004.

swissinfo e agenzie

17 giugno: Alex Frei sputa alla nuca del giocatore inglese Steven Gerrard.
18 giugno: dopo i sospetti emersi dalle immagini della televisione tedesca, Frei nega pubblicamente di aver sputato.
20 giugno: mentre Frei viene assolto una prima volta dall’UEFA, nuove immagini televisive diffuse dalla televisione svizzera dimostrano il fattaccio.
15 luglio: Frei viene sospeso per 3 giornate dall’UEFA.

Secondo il rapporto sul caso Frei, i dirigenti dell’Associazione svizzera di calcio (ASF) non avrebbero mentito a loro volta sulla videnda dello sputo.

In base all’inchiesa di Ulrich Fässler, la delegazione svizzera in Portogallo ha evidenziato però una chiara mancanza di professionalità.

Il rapporto propone tra l’altro di rivedere la collaborazione con il capo della comunicazione Pierre Benoit, considerato il principale responsabile della pessima gestione del caso.

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