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Chi era Guglielmo Tell?

Richard Kissling l'ha immaginato così: barbuto montanaro dai tratti severi. kulturschweiz2004.ch

La storia è parca di dettagli, ma cosa sappiamo di questo personaggio? Cosa ha fatto veramente e cosa dicono i documenti storici?

Nel profondo di un Medioevo lontano, un breve excursus sulle origini della gloria di un personaggio.

Dunque; chi è il nostro uomo? Sappiamo dalla leggenda che sarebbe originario di Bürglen, un villaggio del canton Uri. Sarebbe stato un onesto cacciatore, onorato padre di famiglia ed eccellente balestriere. Ma la leggenda dice poco di lui, della sua famiglia, della sua vita.

Almeno conosciamo le sue gesta: il 18 novembre del 1307, Guglielmo Tell si reca nel capoluogo regionale, Altdorf. Passando sulla piazza, il montanaro ignora il cappello imperiale posto su un’asta.

Già alcuni mesi prima, infatti, il balivo Gessler (l’amministratore locale degli Asburgo) aveva issato il cappello come simbolo dell’autorità imperiale, chiedendo una riverenza a ogni passante. Chi non si inchina rischia la pena di morte o la confisca dei beni.

La prova

Ma lo stoico Guglielmo Tell non gli concede la dovuta riverenza. E qui cominciano i suoi guai. Il giorno dopo viene citato in piazza; davanti a tutti deve giustificare il suo agire.

In cambio della vita, il balivo Gessler gli impone la prova della mela, posta sulla testa del figlioletto Walter. La prova riesce ma, nel caso qualcosa andasse storto, Guglielmo ha nascosto una seconda freccia sotto la giacca, pronta per il tiranno. Per questo Tell viene arrestato e portato in barca verso la prigione.

Improvvisamente si scatena una tempesta e i suoi carcerieri liberano l’eccellente timoniere per farsi aiutare. Arrivati alla riva, Tell riesce a scappare e, con una possente spinta, rimanda l’imbarcazione verso il largo.

Il terzo giorno, nascosto dietro ad un albero ai lati della «Via cava» che dal Gottardo conduce a Zurigo, Tell si vendica uccidendo Gessler. Tutto qui.

Poi Tell sparisce nel niente. La storia della lotta per l’indipendenza dei confederati continua, ma senza il balestriere di Bürglen. Possibile che le tracce di un uomo tanto valoroso e irruente si siano perse? O è la conseguenza inevitabile, visto che la figura è stata inventata di sana pianta?

Ma c’era davvero?

Dalla Vienna degli Asburgo, fino al più remoto archivio parrocchiale delle montagne del canton Uri, gli storici non hanno lasciato niente di intentato per sfatare o comprovare l’esistenza del personaggio.

Con acribia gli esperti hanno spulciato centinaia di registri medievali cercando il suo nome, ma niente. Una conclusione possibile è la seguente: probabilmente il nostro eroe non si chiamava «Tell». Visti i tempi che correvano e il livello di alfabetizzazione, si è pensato ad una «deviazione ortografica».

Così fra la bassa nobiltà di Uri si è scoperta una famiglia chiamata «vom Thal». Nel 1300 il capofamiglia si chiamava però «Conrad», non Guglielmo. Per dovere di cronaca, sia qui aggiunto che il signor Conrad pagava coscienziosamente le decime. Comunque, se avesse un parente di nome Guglielmo non si sa.

Il pepe nella storia

L’eroe nazionale sembra dunque essere più un mito che una figura reale della storia. Sapientemente coinvolto dalla letteratura nelle vicende dei cantoni che hanno dato la vita all’antica Confederazione alpina, Tell assume un ruolo soprattutto simbolico.

La presenza in altre regioni dell’Europa di analoghi personaggi che colpiscono la mela sulla testa del bambino, suggerisce un arricchimento drammaturgico. Un espediente che completa le vicende reali con la maestria dell’arciere, con il suo ardore e – a discrezione – anche con la sua umanità.

Guglielmo Tell è secondo il caso il rappresentante di un popolo che rispetta l’autorità, ma la combatte con tutti i mezzi, dal momento che questa si dimostra dispotica. Un morigerato contadino che, nel bisogno e con grande successo, si improvvisa eroe.

Un personaggio che non ha niente di magico, dunque potrebbe veramente avere qualcosa di reale. Ma forse chiedersi se sia mai esistito è sbagliato. Ognuno se lo immagina come vuole. Un gioco che da 700 anni funziona benissimo.

swissinfo, Daniele Papacella

Da secoli gli storici e gli appassionati cercano le prove dell’esistenza o dell’invenzione del personaggio di Guglielmo Tell. Purtroppo senza successo.

C’è chi giura sulla sua verità storica; chi invece lo squalifica relegandolo nel mondo della fantasia; altri ancora rilevano che il mito è copiato dai modelli scandinavi; poi c’è chi preferisce l’idea che si tratti di una somma di gesta veramente avvenute, ma concentrate in una sola persona.

Una soluzione non c’è. Sicuro è invece che il suo mito vive e ha conquistato il mondo.

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