Prospettive svizzere in 10 lingue

Camere del parlamento d’accordo su swissinfo

swissinfo.ch

Anche il Consiglio nazionale si pronuncia in favore del portale internet in nove lingue e stabilisce un finanziamento statale pari "almeno al 50%".

Il principio è contenuto nella nuova Legge federale sulla radiotelevisione. Sì anche ad una mozione che chiede di mantenere swissinfo nella sua forma attuale.

swissinfo, il portale internet in cui è stata trasformata Radio Svizzera internazionale, può contare su un ampio sostegno politico. Lunedì, nell’ambito della revisione della Legge federale sulla radiotelevisione (LFRTV), la camera bassa del parlamento ha approvato – senza nemmeno metterlo ai voti – l’articolo 31 della nuova legge: come proposto in novembre dal Consiglio degli Stati, la Confederazione si assumerà i costi di swissinfo “almeno al 50%”.

Anche la mozione che chiedeva di mantenere swissinfo nella sua forma attuale è stata accolta senza discussioni. Già approvata in giugno con 19 voti a 16 dalla camera alta, la mozione presentata da Filippo Lombardi, consigliere agli Stati del canton Ticino, verrà così inoltrata al Consiglio federale (governo).

“In realtà”, ha dichiarato il consigliere nazionale Peter Vollmer, portavoce della Commissione che si è occupata della LFRTV, “la mozione Lombardi è diventata superflua visto che sono stati assicurati i contributi statali. È positivo che la presa di posizione a questo proposito sia stata chiara. Si è capito che swissinfo ha bisogno di soldi e che è sbagliato assegnare un mandato e ritenerlo importante senza finanziarlo”.

Piani di smantellamento

Anche se le due camere sono d’accordo di contribuire almeno per la metà alle spese di swissinfo, il portale internet non è ancora al riparo da tagli e ristrutturazioni. Il budget verrà stabilito solo in un secondo tempo e sarà il risultato delle discussioni tra la Società svizzera di radiotelevisione – di cui swissinfo è parte – e l’Ufficio federale della comunicazione (Ufcom).

In marzo, la Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR idée suisse aveva annunciato di voler smantellare swissinfo. Il portale fornisce informazioni per gli svizzeri all’estero e per gli stranieri interessati alla Svizzera. I piani della SSR prevedono di affidare questo incarico ai servizi online delle radio e televisioni del gruppo.

Con la regionalizzazione dei servizi nelle lingue nazionali (tedesco, francese e italiano), swissinfo manterrebbe solo la redazione in inglese. I servizi nelle altre lingue (arabo, spagnolo, portoghese, giapponese e cinese) verrebbero definitivamente chiusi. In totale andrebbero persi tra i 70 e gli 80 posti di lavoro.

Con la decisione del parlamento, afferma Rudolf Wyder, presidente dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero, “abbiamo fatto un importante passo avanti. È stato lanciato un importante segnale alla SSR: non deve cedere alla tentazione di smantellare qualcosa che poi deve essere ripristinato”.

Anche Stephan Ruppen, segretario centrale del Sindacato svizzero dei mass media (SSM), ritiene che la decisione della Confederazione di partecipare di nuovo alle spese di swissinfo debba avere come logica conseguenza “il mantenimento delle strutture e dell’offerta di swissinfo così come sono oggi”.

Futuro incerto

Nonostante il sostegno accordato dal parlamento, il futuro di swissinfo rimane ancora incerto. Per il momento la SRG SSR idée suisse non sembra disposta a rinunciare ai tagli annunciati e a risparmiare il servizio per l’estero, anche se quest’ultimo è già passato attraverso una dolorosa ristrutturazione nel 2004.

Il consiglio di amministrazione della SSR ha chiesto in dicembre alla direzione di swissinfo di analizzare, entro primavera, “tutte le possibilità per produrre un’offerta meno costosa”.

Secondo il sindacato SSM, questa richiesta è il preludio allo smembramento di swissinfo e la dimostrazione che la SRG SSR idée suisse misconosce il mandato politico chiaramente formulato. Un rimprovero che la direzione generale respinge, sostenendo che la richiesta è stata formulata nel rispetto della concessione e della legge.

swissinfo

Fondata nel 1935, swissinfo/Radio Svizzera internazionale è incaricata di far conoscere la Svizzera nel mondo e informare gli svizzeri dell’estero.
Oltre 620’000 cittadini elvetici risiedono all’estero, di cui più di due terzi nei paesi europei.
Più di 100’000 membri della Quinta Svizzera si sono iscritti nei registri elettorali per partecipare alle elezioni e votazioni federali.

Nel marzo del 2005, la Società svizzera di radiotelevisione ha annunciato di voler ulteriormente ridimensionare swissinfo. I piani della SSR hanno suscitato l’opposizione degli svizzeri all’estero e del parlamento.

Il 9 giugno 2005, il Consiglio degli Stati ha inoltrato al governo una mozione che chiede il mantenimento di swissinfo. La camera bassa del parlamento ha fatto lo stesso passo il 6 marzo.

La nuova Legge federale sulla radiotelevisione stabilisce che la Confederazione finanzierà swissinfo almeno per il 50% del budget.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR