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«Secondos», due facce di una sola realtà

Ideata da "Secondas", la maglietta per tutti (Foto: Russo) swissinfo.ch

A Zurigo il mese di maggio è dedicato ai giovani "stranieri" della seconda e terza generazione.

Alla Toni Molkerei i “secondos” vogliono muovere qualcosa: sensibilizzare l’opinione pubblica sul loro ruolo di cittadini responsabili. L’obiettivo è ottenere i diritti politici.

Una mostra fotografica, discussioni pubbliche, proiezioni, party in cui si entra gratis solo se in possesso del libretto verde per stranieri. Un mese dedicato alle seconde e terze generazioni degli stranieri. Che hanno voglia di uscire dall’anonimato e dal letargo politico.

«Sono molto scettico sull’affermazione che i giovani d’oggi sono apolitici. Quando ci sono state le manifestazioni contro la guerra, c’erano migliaia di ragazzi che all’improvviso hanno dimostrato di non essere poi così disinteressati», afferma Salvatore Di Concilio, consigliere comunale socialista della città di Zurigo. Italiano di nascita, ha conseguito il passaporto svizzero ed è uno di quelli che esercita i suoi diritti politici a fondo.

Questo è anche l’obiettivo di due giovani donne nate e cresciute in Svizzera da genitori stranieri: Genny Russo, cittadina italiana, e Carmen Hannemann, di madre spagnala e padre tedesco, entrambe «seconde» al 100%, hanno creato il gruppo d’interesse «Secondas».

Perché le loro storie hanno tante cose in comune: avere due patrie o non averne nessuna; non sapere se essere svizzere o italiane o spagnole o turche o, magari, straniere ovunque.

Bisogna fare qualcosa



Da dieci anni Genny Russo aveva in testa l’idea di intraprendere qualcosa contro «questa stupida distinzione» fra stranieri e svizzeri. E’ nata e cresciuta nel Canton Argovia, a Wohlen.

Oggi, a 33 anni, Genny Russo vive a Zurigo e non è più impiegata di commercio, bensì fotografa indipendente e madre. Con «Secondas» vuole dare anche lei qualcosa ai giovani di questo paese. Vuole fare sentire la voce di chi, come lei, non sa bene da che parte stare. Giovani che continuano a subire un trattamento diverso, a volte umiliante. E che spesso si sentono diversi, questo sì, ma non intendono essere messi al margine.

«Dieci giorni dopo la nascita di mio figlio Alessandro, la polizia degli stranieri mi ha avvisata che avrei potuto ritirare il suo libretto per stranieri. Ciò che più mi ha scandalizzata sono state le domande burocratiche su mio figlio, esattamente le stesse che pongono a me, quando rinnovo il mio libretto ogni cinque anni».

Una campagna d’immagine

Dall’agosto dello scorso anno Genny Russo e Carmen Hannemann hanno messo in commercio una serie di magliette con la scritta «SECONDO», «SECONDA, «TERCERO» e «TERCERA». Più di 700 le magliette vendute finora. L’introito serve a finanziare mostre, tavole rotonde, e altre manifestazioni volte a promuovere l’immagine di queste generazioni che rivendicano il diritto di sentirsi a casa loro, qui in Svizzera.

Le fotografie esposte alla Toni Molkerei fino alla fine di maggio sono l’opera di giovani della seconda generazione sul tema «Patria». Genny Russo vuole incoraggiare giovani artisti stranieri a mettere in risalto le proprie capacità e ad esprimere il proprio stato d’animo.

«Dalle foto esposte emergono gli interrogativi centrali di questi giovani: Quali sono le mie radici? Cos’è la patria? Chi sono io?», spiega l’organizzatrice. Rompere queste incognite, dare una risposta agli interrogativi delle seconde generazioni è l’obiettivo del gruppo d’interesse «Secondas».

Non conosco favole

In un breve film proposto dalla rassegna zurighese, una giovane italiana nata in Svizzera dice: «Noi che siamo nati qui da genitori stranieri non conosciamo le favole dei bambini svizzeri. Io non le conosco, nella mia infanzia non ci sono favole, questo mi distingue come seconda».

Un ragazzo svizzero fidanzato con una ragazza della seconda generazione, nello stesso film, ammette di sentirsi disperatamente svizzero, puro, senza alcun gene esotico. E di essersi inventato uno zio francese pur di sentirsi un po’ meno escluso, in un ambiente in cui tutti hanno ereditato qualche radice lontana.

Genny Russo dice: «Abbiamo venduto un terzo delle magliette a ragazzi e ragazze svizzere. Segno che tutti vogliono essere come noi». Ma se tutti vogliono essere «secondos», allora possono essere anche tutti svizzeri.


swissinfo, Rolando Stocker, Zurigo

Ottenere la nazionalità svizzera è ancora molto difficile: si attende a lungo (12 anni) e si paga molto (2 a 3 stipendi mensili).

Negli scorsi anni la prassi di alcuni comuni svizzeri ha suscitato accese polemiche sulle modalità di naturalizzazione. Scandaloso il comportamento xenofobo dei votanti ad Emmen.

Nel 2004 il Consiglio federale intende varare la nuova legge sulla naturalizzazione agevolata per le seconde generazioni ed automatica per le terze.

333’000 stranieri di oltre 15 anni sono nati in Svizzera
Il 10% dei cittadini svizzeri sono stranieri naturalizzati
Oltre la metà dei Secondos ha un passaporto svizzero
Il 6,8% dei “secondi italiani” frequenta il liceo (svizzeri: 27%)

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