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Specialisti svizzeri per identificare i morti

Le autorità thailandesi pregano parenti e amici dei dispersi di interrompere le ricerche Keystone

I medici legali sono all’opera per identificare i morti dello tsunami nel sud est asiatico. Tra di loro anche alcuni specialisti elvetici.

Si teme che le vittime svizzere siano almeno un centinaio. 16 i morti confermati, ma non ci sono praticamente più speranze di trovare in vita 85 dispersi.

Sabato la ministra degli esteri svizzera, Micheline Calmy-Rey, si è recata in Thailandia, per verificare di persona le necessità più urgenti e per testimoniare la propria pietà e solidarietà per le vittime del maremoto del 26 dicembre nel sud est asiatico.

La Consigliera federale intende anche visitare i feriti svizzeri negli ospedali di Phuket. Altre tappe del suo viaggio, Bangkok, e Sri Lanka.

Come si temeva, il bilancio delle vittime continua a salire. Per ora il numero ufficiale dei morti è di 123 mila, ma alla fine, secondo il coordinatore dell’Onu Jan Engeland, potrebbero salire a 150 mila, in una decina di Paesi. Un terzo delle vittime sono bambini.

Da parte sua il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ritiene che i morti svizzeri potrebbero essere un centinaio. Per ora i decessi accertati sono 16, 3 in più del bilancio precedente. In totale mancano all’appello ancora 550 cittadini elvetici.

Microchips nei corpi ritrovati

Intanto i medici legali hanno cominciato le operazioni di prelievo del DNA sui cadaveri ritrovati.

In Thailandia sono stati inseriti nei corpi anche microchips. «I microchips sono stati inseriti per localizzare e per aiutare l’identificazione dei corpi – ha detto il colonnello John Poan- Pasart, nel corso del breefing quotidiano presso il centro di coordinamento di soccorso e di aiuti ospitati dal municipio di Phuket.

«Per il momento sono stati inseriti 2.000 microchips e speriamo che questo possa aiutare le squadre forensi locali e internazionali che stanno operando nelle regioni devastate», ha ripetuto il colonnello.

Una volta localizzati i corpi si potranno confrontare i campioni del Dna prelevati con le informazioni fornite dalle famiglie dei deceduti.

Il bilancio delle vittime nelle zone thailandesi è di 4.812 morti di cui 2.407 stranieri e 215 ancora non identificati. Ma le autorità pregano i privati cittadini di interrompere le ricerche individuali dei propri congiunti o amici.

Primi casi di malattie gastrointestinali



Nel frattempo, da Ginevra, David Nabarro, rappresentante del direttore generale dell’Oms, l’ Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha lanciato l’ allarme: le prime malattie si stanno manifestando.

«Di ora in ora stanno arrivando sempre più notizie di malattie gastro-intestinali nei campi di sfollati nello Sri Lanka e in India. Quello che va fatto è continuare a distribuire farmaci contro la disidratazione e contro la diarrea».

La distribuzione si sta svolgendo regolarmente nello Sri Lanka.«Ma – ha aggiunto – ci vorrà qualche giorno per poter dire se siamo in grado di evitare epidemie nelle zone colpite».


swissinfo e agenzie

Offerte in favore delle vittime possono essere fatte sul CCP: 10-15’000-6 con la menzione “Sisma in Asia”.
I famigliari degli svizzeri presenti nelle regioni colpite possono chiamare il numero 0041-31-325-33-33 del Dipartimento degli affari esteri.
L’aiuto finanziario degli Stati è salito a 1,6 miliardi di dollari, di cui un terzo circa promessi dal Giappone.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) teme che i morti svizzeri potrebbero essere un centinaio.

16 i decessi accertati, 3 in più del bilancio precedente, ma non si hanno praticamente più speranze per altri 85 dispersi.

In totale mancano all’appello ancora 550 cittadini elvetici.

La ministra degli esteri svizzera, Micheline Calmy-Rey, si è recata in Thailandia sabato, per verificare di persona le necessità dell’ambasciata locale.

La Confederazione parteciperà alla riunione ONU dei Paesi donatori in favore delle vittime della catastrofe, che si terrà l’11 gennaio a Ginevra.

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