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Un artista alla ricerca di costellazioni visuali nuove

L'artista Enrico David accanto a uno degli elementi dell'installazione "Throat Plugs".

Il museo di Arte Contemporanea di Basilea dedica una mostra ad Enrico David, ritenuto dai critici uno degli artisti più interessanti e originali della scena artistica inglese. Di origine italiana, l'artista a Basilea presenta due grandi installazioni.

Sebbene sia nato ad Ancona e abbia lasciato l’Italia dopo aver compiuto i 22 anni, Enrico David è molto spesso considerato un artista londinese, forse perché è proprio a Londra che è diventato noto e apprezzato.

Artista eclettico e curioso, per i suoi lavori David utilizza tecniche diverse che vanno dalla scultura al disegno, dalla fotografia al gouache e all’installazione. Molto varia è anche la gamma dei temi e dei materiali di cui si serve che prendono a prestito dalle tecniche artigianali tradizionali e dal repertorio di linguaggi del design modernista degli anni 20 e 30.

L’arte della citazione

Nel corso degli anni David ha sviluppato uno stile e un linguaggio originale e dalle sfaccettature multiple, capace di creare un tessuto complesso di narrazioni e allusioni nel quale s’intrecciano strettamente una folla di fonti letterarie, artistiche e autobiografiche.

Una strategia che gli ha permesso -come egli stesso ha dichiarato a più riprese – di organizzare e dare una struttura alla natura spesso caotica della sua risposta emozionale alla realtà.

“Nell’ambito di una produzione artistica è in qualche modo inevitabile non riferirsi al passato”, sottolinea David. “L’arte esiste anche per essere usata, per essere presa in prestito, per essere modificata, come qualunque altro fenomeno di cui uno fa esperienza”.

E il guardare indietro, sia alla storia dell’arte in generale che ad eventi autobiografici, è per lui un modo per individuare degli strumenti di base, dei punti di partenza sui quali creare una costellazione visuale nuova.

La mostra basilese

“Conosco il lavoro di Enrico David da molto tempo e l’ho sempre seguito nel corso degli anni”, dichiara a swissinfo Nikola Dietrich che ha curato l’esposizione. Nell’aprile 2007 ho visto una sua retrospettiva all’ICA di Londra e in quell’occasione abbiamo deciso di presentare anche qui un’esposizione.”

“Non volevamo una retrospettiva ma una mostra con meno opere dove abbiamo preferito dare spazio a lavori più complessi. Quelle che presentiamo qui sono due installazioni: Ultra Past, che era già stata presentata all’ICA e Throat Plugs, un lavoro nuovo.”

Mentre Ultra Past si presenta come una sorta di diorama e s’ispira a una foto-collage surrealista, nella nuova installazione David lavora soprattutto utilizzando pannelli fotografici che partono idealmente da alcune foto autobiografiche dell’infanzia.

Le due installazioni sono introdotte da un testo per la cui stesura David ha seguito un processo molto simile a quello che riserva al materiale visuale. “Questi piccoli lavori scritti sono costituiti da testi già esistenti che provengono da un numero diverso di fonti -ci spiega l’artista-, “fonti che modifico per adattarle in qualche modo alla natura delle immagini. I testi mi servono quindi sia come scritto informativo per creare le immagini, che come una sorta di didascalia alle immagini stesse.”

Ultra Past

Per questa installazione – realizzata nel 2007 in occasione dell’esposizione personale organizzata all’Institute of Contemporary Arts di Londra – David si è lasciato ispirare dalla foto-collage “vielle femme et enfant” (1935) della pittrice e fotografa franco-croata Henrietta Theodora Markovitch, alias Dora Maar. Nell’immagine originale, ambientata in una camera da letto, si vede un giovane che si strofina su una donna più anziana.

Nella sua installazione David riproduce questa scena ma la ricompone aggiungendovi degli elementi autobiografici. Ricostruisce in dimensione reale la camera da letto progettata per lui dal padre negli anni 70 -e che egli occupò tra i 5 e i 14 anni- e alle figure del giovane e della donna sostituisce una sua foto e un manichino.

Throat Plugs

Quella preparata per la mostra di Basilea è invece un’installazione fotografica che ruota attorno a pochi elementi. Su una serie doppia di pannelli sono presentate tipologie diverse di immagini tra cui foto dell’artista bambino, volti di uomini in pose provocanti o grottesche e altri oggetti le cui forme entrano in reciproco dialogo con le immagini o con il testo che accompagna l’installazione.

Ai lati opposti dei pannelli si trovano 2 figure a uovo che poggiano su due gambe di legno sottili e s’ispirano a uno strumento utilizzato dai cacciatori di foca della Groenlandia. Sul corpo centrale delle 2 figure -in cui torso, volto e braccia si fondono in una singola forma- è riprodotto uno dei volti presentati anche sui pannelli.

Cercare una relazione tra le immagini proposte in questa installazione non è impresa facile e rimane comunque un’esperienza privata. Del resto il titolo stesso della mostra -How Do You Love Dzzzzt by Mammy?- non si presta a nessuna traduzione possibile. Ed è forse proprio il dilemma di dar significato alle cose il messaggio di fondo che vuole trasmetterci Enrico David con questo suo ultimo lavoro.

swissinfo, Paola Beltrame, Basilea

La mostra “How Do You Love Dzzzzt by Mammy?”, nella quale sono esposte due installazioni di Enrico David, rimarrà aperta fino al 3 maggio al Museo di Arte Contemporanea di Basilea.

Il 26 febbraio alle 18.30 Enrico David sarà a Basilea per un incontro con l’artista londinese Bonnie Camplin.

Nato ad Ancona nel 1966, Enrico David si trasferisce a Londra nel 1988 dove tra il 1991 e il 1994 studia al Central Saint Martins College of Art and Design.

Espone per la prima volta nel 1995 al Lost In Space di Londra e successivamente in altre mostre collettive a Londra, Ancona, Pescara, Venezia, Passariano di Udine, Basilea, San Francisco, Torino, Edimburgo, Vienna, Monaco, Berlino, Stoccarda e Colonia. Tra queste alla Biennale di Venezia (2003), al Kunsthalle di Basilea (2004) e a Palazzo Grassi (2008).

Molte le istituzioni che gli hanno dedicato esposizioni personali. Tra le più significative: l’Art Museum di Seattle (2008), l’Institute of Contemporary Arts di Londra (2007) e il Tate Britain di Londra (2005).

Enrico David vive e lavora a Londra.

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