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Volontari per la lingua e la cultura di Dante

Nell'opera di Dante Alighieri si è compiuta l'unità linguistica nell'Italia del '300. societàdantealighieri.it

Al museo nazionale di Zurigo è in corso la mostra dedicata alla lingua italiana, nella cui organizzazione la Società Dante Alighieri è stata centrale.

L’occasione per parlare con la presidente, Susi Sguaitamatti, dell’attività della Dante Alighieri di Zurigo.

Dal 16 febbraio fino al 29 maggio il Museo nazionale di Zurigo ospita la mostra «la dolce lingua», presentata nel 2003 con il nome «Dove il sì suona» alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Una mostra che arriva in un momento in cui l’italiano non se la passa troppo bene in Svizzera. L’insegnamento diminuisce nelle scuole: il Politecnico federale di Zurigo e l’Università di Neuchâtel hanno addirittura soppresso le cattedre d’italiano.

La Società Dante Alighieri è sorta in Italia alla fine dell’Ottocento proprio per tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo, oltre che per tenere vivi, negli italiani all’estero, i legami con l’Italia.

swissinfo ha intervistato Susi Sguaitamatti, presidente della sezione zurighese della Dante Alighieri.

swissinfo: Cosa distingue la Dante Alighieri da altre società per la tutela dell’italianità nel mondo?

Susi Sguaitamatti: Il bello della Dante Alighieri è la sua flessibilità. Noi siamo dei volontari, sparsi in tutto il mondo. A seconda delle circostanze adattiamo il nostro desiderio di diffondere la lingua e la cultura italiana a delle esigenze concrete.

swissinfo: Quanti comitati ci sono in Svizzera?

S.S.: Ce ne sono 19. Alcuni nacquero all’inizio del secolo, altri sono recentissimi. All’inizio la motivazione era tenere viva la cultura italiana fra gli emigrati e gli esuli politici. Alcuni comitati furono fondati da persone sfuggite al fascismo in Italia. Con il passare del tempo la Dante Alighieri si è rivolta sempre di più verso gli svizzeri. E ciò è anche più conforme al nostro statuto: diffondere lingua e cultura italiana fra i non italiani.

swissinfo: L’insegnamento dell’italiano nelle scuole diminuisce costantemente in Svizzera. Come vanno i vostri corsi di lingua?

S.S.: In questo momento la lingua italiana in Svizzera soffre, credo per la crisi economica. Noi non facciamo eccezione. Il comitato del Canton Zurigo conta 400 soci e tra di loro una delle attività di maggiore successo, più dei corsi di lingua, sono i viaggi culturali in Italia, di un weekend o di una settimana con un accompagnatore.

Da qualche anno però la Dante Alighieri ha anche sviluppato la propria certificazione per la lingua, che equivale a quelle più note, come quella dell’Università di Perugia o di Siena. La nostra certificazione sta avendo successo perché abbiamo sedi in tutto il mondo, un po’ come i Goethe-Institut o l’Alliance française. Con questa certificazione, speriamo di recuperare di nuovo più studenti.

swissinfo: Oltre ai corsi di lingua e cultura italiana, organizzate anche conferenze, concerti, letture, incontri con scrittori…che tipo di pubblico attirate?

S.S.: Come la maggior parte delle associazioni, il nostro pubblico non è giovane. Si parte dai 40 anni in su, a meno che ci siano dei nomi particolari della politica. Vorremmo in effetti creare una sezione giovanile.

Il lavoro organizzativo dei comitati si svolge tutto su base volontaria?

S.S.: Sì ognuno si impegna a dare quanto tempo può. Ma è un lavoro che dà molta soddisfazione. Permette di conoscere molta gente. È un lavoro “per la pace”, dico sempre, perché la cultura è pace, è un fattore che unisce. Io spero sempre che il mio pubblico esca dalle serate che organizziamo più ricco di quando è entrato. Spero soprattutto che la mostra “La dolce lingua” incontri un buon successo di pubblico, perché ciò farebbe bene all’immagine dell’italiano.

swissinfo: Ha potuto notare nel corso degli anni un cambiamento di atteggiamento nei confronti dell’italiano e degli italiani a Zurigo?

S.S.: Gli italiani sono ormai perfettamente integrati, non sono più considerati stranieri. Il problema è che una volta tutti gli emigrati parlavano italiano in casa. Adesso si sono integrati e i loro figli parlano metà italiano, metà tedesco e alcuni non lo parlano più del tutto.

Quindi da una parte c’è un regresso dell’italiano, dall’altra il vivere all’italiana è diventato di moda, fa ormai parte della quotidianità. L’anno scorso ad esempio di colpo vedevo scritto dappertutto “latte macchiato”. Bisogna cercare adesso di risvegliare l’interesse non solo per questo tipo d’italianità, ma anche per la lingua. Far realizzare che è una lingua moderna, dinamica, che si può anche adoperare nel mondo del lavoro.

swissinfo, Raffaella Rossello

In Svizzera la Dante Alighieri conta 19 comitati, che vivono delle quote dei soci e degli utili ricavati dai viaggi culturali.

La metà dei circa 400 soci di Zurigo è composto di svizzeri che amano l’italiano. L’altra metà sono italiani immigrati da poco, o di seconda generazione e ticinesi.

La sede centrale della Società Dante Alighieri si trova a Roma, ed è presente nel mondo con 425 comitati e 3300 scuole.

Il lavoro di organizzazione dei comitati è svolto da volontari.

Ogni anno la sede di Zurigo invita almeno uno scrittore celebre. Quest’anno sarà la volta di Claudio Magris, a fine maggio.

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