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Cosa ostacola l’aiuto della diaspora svizzera al Kosovo?

corteo gay pride
Il Kosovo sta avanzando verso un futuro più variopinto? Keystone / Valdrin Xhemaj

Il cambiamento politico in Kosovo ha alimentato la speranza, tra la diaspora in Svizzera, che le cose stiano finalmente migliorando in uno dei Paesi più poveri d'Europa. Non mancano però problemi di natura legale.

Il partito socialista alla guida dello Stato balcanico ha vinto le elezioni del febbraio 2021 in gran parte grazie ai voti provenienti dall’estero. La rivista online della diaspora “lecanton27.ch” ha stimato che più di 10’000 kosovari residenti in Svizzera si siano recati in Kosovo per partecipare alle elezioni che hanno portato al potere il partito Vetëvendosje (Movimento per l’autodeterminazione) di Albin Kurti.

L’Istituto nazionale democratico, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede negli Stati Uniti, ha indicato che le elezioni sono state considerate libere ed eque secondo gli standard internazionali, e che un numero record di voti è giunto dalla diaspora, in gran parte a sostegno di Vetëvendosje.

Si stima che 200’000 albanesi del Kosovo vivano in Svizzera. Si tratta della quinta comunità straniera più grande del Paese alpino.

I kosovari all’estero offrono alla loro patria un sostegno non solo politico, ma pure finanziario. Le rimesse dei kosovari in Germania, Svizzera e nei Paesi nordici rappresentano circa l’11,5% del Prodotto interno lordo della repubblica balcanica. Più di un quinto dei contributi totali proviene dalla Svizzera, secondo la Banca centrale del Kosovo*. Prima della pandemia di Covid-19, migliaia di persone si recavano ogni anno in patria per visitare amici e famiglie.

* Inizialmente avevamo indicato che la fonte dell’informazione era la DSC svizzera. L’articolo è stato corretto il 28 luglio.

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I kosovari all’estero sono anche attenti osservatori dei tentativi di riforma nel loro Paese di origine, soprattutto dopo aver votato in massa a favore di Vetëvendosje. Nell’aprile 2021 è stata nominata una nuova presidente, la carismatica riformista Vjosa Osmani. L’ex presidente Hashim Thaci ha lasciato la carica nel novembre 2020 dopo essere stato accusato di crimini di guerra.

Osmani, un’avvocatessa qualificata, e Vetëvendosje sembrano intenzionati a scuotere il Kosovo, prevalentemente patriarcale, e a inaugurare un nuovo spirito di professionalità. I kosovari svizzeri vogliono partecipare al cambiamento, ma cosa li sta frenando?

Vjosa Osmani
Vjosa Osmani è presidente della Repubblica del Kosovo dall’aprile 2021. Copyright 2021 The Associated Press. All Rights Reserved

Servono soluzioni concrete

Gli ostacoli sono risultati evidenti durante una conferenza online organizzata in giugno dal Partito socialista svizzero (PS), che condivide la visione politica di Vetëvendosje. L’idea della conferenza è nata dal gruppo ‘PS Migranti’, che ha un suo segretariato e un proprio budget all’interno del partito e che conta numerosi membri kosovari.

Questa organizzazione è nata dieci anni fa su iniziativa di Peter Hug e Osman Osmani, ex consigliere comunale socialista a Sciaffusa e oggi presidente di Prointegra, una piattaforma svizzera che si occupa dell’inclusione sociale delle persone albanofone. Alla conferenza, i partecipanti hanno esposto i punti critici per i kosovari in Svizzera che inviano rimesse, ma che vogliono fornire il loro aiuto in modo più formale.

Uno dei problemi è che spedire del denaro a casa è attualmente oneroso. Il governo svizzero intende ridurre il costo dell’invio delle rimesse in Kosovo e aumentare la quantità di rimesse gestite attraverso canali formali. L’idea di estendere i servizi finanziari di base alle popolazioni che non ne hanno accesso fa parte del Programma di rimesse e pagamenti (Remittances and Payment ProgramCollegamento esterno) finanziato dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) e implementato dalla Banca Mondiale.

Contribuire alla crescita dell’occupazione

Secondo un’indagineCollegamento esterno sulla manodopera condotta nel 2019 dal governo del Kosovo, il 60% della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) è “inattiva”. Quasi la metà dei giovani tra i 15 e i 24 anni è disoccupata e la mancanza di un impiego è più marcata tra le giovani (62,9%) che tra i giovani (42,9%).

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Osman Osmani sostiene che la diaspora può aiutare a sviluppare l’attività economica in Kosovo e a promuovere la formazione. Esorta il nuovo governo a creare un quadro legale che permetta alla diaspora di contribuire in maniera più efficace. La viceministra degli esteri Liza Gashi, presente alla conferenza dei socialisti svizzeri, ha spiegato che si tratta di un aspetto su cui il suo governo sta lavorando. In quanto co-fondatrice dell’organizzazione della diaspora GerminCollegamento esterno, Liza Gashi è ben consapevole del potenziale delle risorse dei kosovari che vivono all’estero.

Peter Hug del PS afferma che “l’obiettivo è di ancorare il contributo della diaspora nel nuovo programma della cooperazione svizzera in Kosovo per il periodo 2022-2025, attualmente in fase di elaborazione”. In un comunicato, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), l’agenzia del governo elvetico per lo sviluppo e la cooperazione, scrive che “è importante coinvolgere in primo luogo gli attori locali della società civile e le agenzie governative per raggiungere soluzioni sostenibili”. A questo proposito, la DSC “persegue un approccio inclusivo, vale a dire la creazione di condizioni quadro uguali per tutti gli attori – anche per le varie organizzazioni della diaspora”.

Anche l’avvocato Lirim Begzati, ex politico socialista del Cantone di Neuchâtel, è intervenuto durante la conferenza. Begzati concorda sul fatto che manca una cooperazione coerente e sostiene la necessità di elaborare un quadro giuridico d’intervento e di creare commissioni e gruppi di lavoro per individuare i reali bisogni e le aspettative della diaspora.

Condividere il know-how

Osman Osmani ritiene che i membri della diaspora abbiano molte informazioni utili da condividere. “Abbiamo imparato molto in Svizzera su come funzionano l’amministrazione, l’istruzione, i sistemi legali, i partenariati sociali, l’assistenza sanitaria, lo stato sociale, i servizi pubblici e la politica”, afferma Osmani. “È un know-how che vorremmo trasmettere al nostro Paese d’origine”.

Osman Osmani
Osman Osmani: “I professionisti transnazionali sono pronti e motivati”. © Keystone / Lukas Lehmann

Osmani aggiunge che i kosovari svizzeri sono pronti a partire: “I professionisti transnazionali sono pronti e motivati. Sono economicamente convenienti poiché non hanno bisogno di un’introduzione linguistica o culturale, di traduzioni o mediazioni o di altri costi di accompagnamento. È quello che tutti vogliamo, una solidarietà tra le generazioni”.

‘PS Migranti’ auspica un accordo di cooperazione tra i socialisti e Vetëvendosje, al fine di dare più voce della diaspora. Il partito auspica l’invio di un responsabile sociale ed economico in Svizzera per lavorare come persona di contatto con i kosovari che vogliono dare una mano.

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Lotta alla corruzione

La vittoria schiacciante di Vetëvendosje è stata vista come una risposta ai pochi progressi del Paese dopo la guerra. Secondo un documento del governo svizzero, la corruzione in Kosovo rimane endemica e i tribunali sono molto indulgenti con i colpevoli. Il nepotismo è tollerato a tutti i livelli della società e gli abitanti non si aspettano che vengano loro forniti dei servizi pubblici.

Il governo svizzero incoraggia l’elaborazione di una legislazione che migliori la capacità del Kosovo di combattere la corruzione, nel quadro del progetto ‘Sostegno agli sforzi contro la corruzione’ che durerà fino a giugno 2024. L’obiettivo è di aumentare le capacità professionali nell’ambito dello Stato di diritto, migliorare il quadro politico e legislativo e promuovere la richiesta pubblica di responsabilità attraverso l’impegno civico.

Tuttavia, Lirim Begzati afferma che è difficile smantellare pratiche che persistono da vent’anni. I bassi salari, osserva, sono usati come giustificazione per la corruzione. La sua speranza è che i programmi di istruzione sostenuti dalla diaspora possano dare ai giovani un’idea migliore di come la società può crescere senza corruzione, nepotismo e l’emarginazione delle donne e delle minoranze etniche.

La NATO continua a presidiare il Kosovo, 22 anni dopo la guerra con la Serbia. La Svizzera fa parte della forza multinazionale di mantenimento della pace KFOR, fornendo 195 persone per la missione Swisscoy. La Confederazione è stata uno dei 116 Paesi a riconoscere l’indipendenza del Kosovo dalla Serbia nel 2008 ed è tra i suoi principali Paesi partner e donatori. Tra il 2017 e il 2020, la Svizzera ha contribuito allo sviluppo economico e alla creazione di posti di lavoro con 16,6 milioni di franchi. Nel 2019, il Kosovo ha ricevuto complessivamente 315,92 milioni di franchi di aiuti internazionali allo sviluppo. (Dati dell’OCSE)

donna soldato che parla al telefono
Milite durante l’addestramento per partecipare alla missione Swisscoy in Kosovo. © Keystone / Christian Beutler

Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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