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Dopo 300 anni il bottino di guerra è di nuovo a San Gallo

Il mappamondo del principe abate Bernhard Müller è tornato per qualche mese a San Gallo swissinfo.ch

Per festeggiarne il ritorno, la Stiftsbibliothek di San Gallo dedica una mostra alle opere sottratte dall'Abbazia nel corso della Seconda guerra di Villmergen.

La vertenza sui beni rubati, che ha opposto San Gallo a Zurigo per quasi tre secoli, è stata risolta nella primavera scorsa grazie all’intervento della Confederazione.

Hanno litigato per tre secoli, poi la Confederazione ha deciso di mediare e in cinque anni si è trovata una soluzione al contenzioso che contrapponeva il cantone di San Gallo a quello di Zurigo.

La controversia in realtà ebbe inizio nel 1712 durante la Seconda guerra di Villmergen, che fu innescata da una disputa tra la popolazione riformata del Toggenburg e l’Abbazia cattolica di San Gallo.

Zurigo e Berna appoggiarono il Toggenburg, sconfissero gli avversari cattolici e saccheggiarono la biblioteca dell’Abbazia di San Gallo.

Un trattato non rispettato

A guerra finita, nel 1718, venne stipulato un trattato di pace nel quale Zurigo e Berna s’impegnarono a riconsegnare all’abate i tesori rubati. Berna rese il maltolto nel 1719, Zurigo un anno dopo.

“Ma Zurigo non consegnò tutto – spiega a swissinfo Ernst Tremp, bibliotecario della Stiftsbibliothek -. Molti manoscritti medievali e di epoche più recenti, alcune stampe e un grosso mappamondo, non furono restituiti.”

Per quasi 300 anni, con una certa regolarità, si è reclamata la restituzione di questo bottino di guerra, ma né i tentativi fatti dagli abati e dai bibliotecari né quelli intrapresi in seguito dalla Comunità cattolica di San Gallo (responsabile della biblioteca dell’Abbazia) e dal cantone hanno portato ad un accordo.

Compromessi

Nel 2001 il governo cantonale di San Gallo si era deciso a portare il contenzioso davanti al Tribunale federale, ma per evitare una lite giudiziaria, ha chiesto alla Confederazione di intervenire in qualità di mediatrice.

Dopo lunghe e non sempre facili trattative, nella primavera del 2006 le due parti sono giunte ad un accordo che ha messo fine al contenzioso. L’atto di conciliazione ha definito che i beni rimanessero di proprietà del Cantone di Zurigo ma ha previsto che a San Gallo venisse garantito un prestito illimitato di importanti manoscritti.

“Abbiamo un elenco di un centinaio di manoscritti che erano stati sottratti nella guerra del 1712 e che avrebbero dovuto ritornare a San Gallo – spiega Ernst Tremp -. Ma dovevamo scegliere, raggiungere un compromesso e i 40 manoscritti che siamo riusciti ad ottenere sono quelli che noi riteniamo più importanti, quelli con un’identità rilevante per San Gallo.”

“Anche per il mappamondo, che normalmente si trova esposto al museo nazionale di Zurigo, è stato trovato un compromesso. È stato deciso che per 4 mesi sarebbe stato trasferito a San Gallo, nella Stiftsbibilothek e dopo l’esposizione restituito a Zurigo. In compenso San Gallo riceverà in regalo da Zurigo un facsimile, una copia del mappamondo originale.”

Un confronto silenzioso ma efficace

Nella meravigliosa sala barocca della biblioteca dell’Abbazia di San Gallo sono esposti solo la metà dei manoscritti ritornati da Zurigo. Suddivisi per epoca e tema i documenti zurighesi sono presentati insieme a manoscritti che fanno parte delle collezioni della biblioteca.

“Abbiamo selezionato i documenti in modo da permettere un confronto con i nostri. Se si guardano insieme i manoscritti zurighesi con quelli di San Gallo, si nota che si tratta di testi tematicamente imparentati, talvolta si vede che sono le stesse mani a scrivere e si riconosce l’unità culturale di questa tradizione manoscritta.”

Attraverso questo confronto aperto tra i documenti, la Stiftsbibliothek riesce davvero a mettere in luce la lacuna secolare subita dalla sua collezione in seguito al furto del 1712 e a spiegare, senza parole, le ragioni che l’hanno vista tenacemente impegnata in una vertenza durata così a lungo.

Un’esposizione di tesori

L’enorme mappamondo terrestre e celeste del XVI secolo, realizzato probabilmente ad Augusta e acquistato nel 1595 dal principe abate Bernhard Müller, costituisce senza dubbio un punto d’attrazione. Ma gli elementi di spicco di questa piccola e preziosissima esposizione sono davvero molteplici.

Di grande rilievo per la Stiftsbibliothek è un salterio, conosciuto come „Zurcher Psalter”, risalente alla prima parte del IX secolo. In questo manoscritto vi è un’immagine, opera di Wolfkoz, il primo maestro copista del monastero, riconosciuta come la prima miniatura realizzata a San Gallo. Rappresenta il salmo 50 e vi si vede il re David prostrato in atto di penitenza, mentre il profeta Nathan gli tiene una predica.

“Il tesoro dei manoscritti nella Stiftsbibliothek è un’unità cresciuta nel tempo – conclude Ernst Tremp. Abbiamo manoscritti dell’VIII secolo cioè appartenenti al tempo in cui il monastero venne fondato. I manoscritti furono realizzati, scritti, disegnati e dipinti a San Gallo e la continuità con cui questi testi sono stati raccolti è una cosa unica.”

“In questa collezione però, c’erano delle lacune causate dalla perdita di alcuni manoscritti che, dopo la guerra del 1712, non sono più ritornati. Lacune che solo ora, grazie a questi prestiti, possono essere colmate.”

swissinfo, Paola Beltrame, San Gallo

L’accordo che ha messo fino al contenzioso dei beni rubati è stato firmato a Berna il 27 aprile 2006. Una modifica o una risoluzione dell’accordo è possibile solo dopo 38 anni e su richiesta comune degli organi esecutivi schierati nelle trattative.
Il prestito di documenti rilevanti per l’identità della Stiftsbibliothek che Zurigo concede a San Gallo è gratuito e a tempo indeterminato.

La mostra “Dalla Limmat di ritorno alla Steinach” è allestita nella sala barocca della biblioteca dell’Abbazia di San Gallo. È aperta fino al 25 febbraio 2007.

Tra i manoscritti esposti vi è anche un frammento tratto dalla Vita Vetustissima Sancti Galli, ossia la prima versione attestata della Vita di San Gallo.

Redatto su carta pergamena e risalente alla seconda metà del IX secolo, il documento è stato regalato dal Cantone di Zurigo alla Stiftsbiliothek di San Gallo alla alla firma dell’atto che ha messo fine alla controversia sui beni rubati.

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