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Bici da trasporto: meno cara, più veloce, più ecologica

Consegna formaggio nella città vecchia di Berna su una bici da trasporto
Kurt Staudenmann in sella alla cargo-bike con cui consegna il formaggio sta diventando una piccola attrazione turistica a Berna. swissinfo.ch


Accompagnare i bambini all’asilo, trasportare la spesa, consegnare ai clienti pane o formaggio: la bici da trasporto, o cargo-bike, percorre sempre più frequentemente i centri urbani e comincia a spostarsi “sulla corsia di sorpasso”. Il progresso tecnologico delle biciclette a propulsione elettrica (E-bike) promuove questo trend, soprattutto in Svizzera, dove ci sono molte salite da affrontare. 

Sulle strade della città di Berna le cargo-bike sono ancora l’eccezione più che la regola, ma sono impiegate sempre di più per ogni genere di trasporto. Qualche esempio: il conducente di risciò Sohan Lal accompagna i turisti in cargo-bike lungo le vie della capitale elvetica. Alla fine dell’anno partirà addirittura da Berna verso Delhi, per un progetto di beneficenza. 

Conducente di risciò nella città vecchia di Berna.
Sohan Lal trasporta i suoi clienti grazie a muscoli e tecnologia lungo le strade della città vecchia di Berna, patrimonio dell’UNESCO. swissinfo.ch

Simone Zuber e Lina Hofer stanno promuovendo con la loro cargo bike il primo festival bernese dedicato alla bicicletta: “Hallo Velo”, che si è tenuto il 6 agosto.

Simone Luder e Lina Hofer su delle cargo-bike
In sella per promuovere il primo festival bernese della bicicletta. swissinfo.ch

Andreas Tanner trasporta diverse volte a settimana Lynus, il figlio di due anni, nella “kids-box” installata nella parte anteriore della sua cargo bike. Lui e la moglie sei settimane fa hanno deciso di comprare, per circa 6’000 franchi, una bici da trasporto elettrica anziché una seconda macchina. Con il nuovo mezzo hanno già percorso 500 chilometri. Per andare a fare la spesa e, soprattutto, per accompagnare la prole all’asilo e dirigersi in seguito al lavoro. 

In confronto all’automobile è più ecologica, più comoda e rapida per spostarsi in città, dove non si hanno (quasi) mai problemi di parcheggio. Il papà – o la mamma – hanno sempre sott’occhio il piccolo Lynus durante il tragitto, poiché la kids-box non è montata sul portapacchi posteriore, ma tra il manubrio e la ruota anteriore. 

Andreas Tanner e il figlio Lynus su una cargo-bike.
Padre e figlio si godono la pedalata anche con la pioggia. swissinfo.ch

“Almeno a medio termine non vorrei tornare indietro”, ha detto Tanner, che prima dell’acquisto, grazie a Carvelo2goCollegamento esterno, ha potuto provare diversi tipi di bici da trasporto. La piattaforma di sharing per cargo-bike è stata creata circa due anni fa dall’Accademia della mobilità del Touring club svizzero (TCS) con un fondo d’incentivazione di MigrosCollegamento esterno.
Nel frattempo ha raggiunto circa 20 città svizzere, con 116 stabilimenti che affittano online le bici da trasporto.

Mobilità libera da pregiudizi

Il fatto che proprio il TCS, conosciuto come un’autorevole organizzazione per la tutela degli automobilisti, si stia rimboccando le maniche a favore delle bici da trasporto è sorprendente in Svizzera – specialmente se si considera la complicata relazione tra alcuni ciclisti e alcuni automobilisti. 

“Il TCS vuole offrire ai suoi membri una mobilità ottimale”, spiega la collaboratrice del progetto Mirjam Stawicki per giustificare l’impegno dei suoi datori di lavoro. L’Accademia della mobilità si occupa di “forme di trasporto proiettate verso il futuro e sostenibili”.

Lo scopo di questi “Think and Do-Thanks” è quello di “superare i limiti di queste organizzazioni a compartimenti stagni e creare uno spazio libero dai pregiudizi per pensare e intervenire sulla mobilità in modo creativo”.   

L’Accademia della mobilità vuole anche esaminare il potenziale delle biciclette da trasporto per il traffico commerciale anche tramite il progetto “Mir Sättla um”Collegamento esterno, della città di Berna. Piccole e medie imprese di diversi settori possono provare gratuitamente delle cargo-bike. 

Il primo test che si è svolto da giugno a settembre del 2016 ha mostrato che il mezzo a pedali può essere una valida alternativa all’automobile aziendale.  Circa tre quarti dei trasporti che prima erano effettuati in auto hanno potuto essere svolti grazie alle cargo-bike.

Anche per il formaggio

Sei aziende su nove hanno definito l’esperienza “completamente soddisfacente”. Da luglio 2017 è in corso un altro test che interessa dieci piccole attività. Una di queste è il negozio di specialità casearie “Chäsbueb”. 

Altri sviluppi
Kurt Staudenmann in sella alla cargo-bike

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Il corriere bernese del formaggio

Questo contenuto è stato pubblicato al Un’automobile in meno per le strade di Berna. Kurt Staudenmann consegna ora il formaggio con una cargo-bike. (Video: Peter Siegenthaler)

Di più Il corriere bernese del formaggio


“Fra i nostri clienti abituali c’è anche qualche ristorante e servirli con l’automobile è piuttosto scomodo”, dice la direttrice del marketing di Chäsbueb Brigitte Niklaus.  
Spesso le strade sono intasate, le vie dirette sono inaccessibili al traffico motorizzato, oppure i parcheggi scarseggiano. “A questo si aggiunge l’impatto sull’ambiente”. 

La maggior parte dei clienti di Chäsebueb si procura da solo le specialità casearie direttamente nei punti vendita nella città vecchia. Il servizio di consegna potrebbe essere esteso in futuro, perché con le cargo-bike è più efficiente, veloce e comodo. 

Secondo Niklaus, anche i collaboratori hanno beneficiato della conversione alla bicicletta. “Sono all’aria aperta e fanno più movimento”. Di questo privilegio si rallegra soprattutto Kurt Staudenmann, che “si diverte un sacco” a consegnare la merce ai clienti due volte alla settimana con la E-cargo-bike. “Le consegne sono molto più piacevoli con questa bici high-tech che con l’automobile”.
 
Staudenmann raggiunge picchi di velocità di 40 km/h e la carica è sufficiente per tutta la giornata. “La bicicletta è più efficiente. Posso passare quasi dappertutto”. E ciò significa un’auto per le consegne in meno che percorre le strade lastricate della città vecchia, patrimonio dell’UNESCO, e blocca l’accesso ai negozi e alle altre attività.

“La cargo-bike suscita interesse e piace ai passanti e ai clienti”. Con la sua ”Käsevelo” (“bici del formaggio”) Staudenmann sta diventando una piccola attrazione turistica nonché un interessante soggetto fotografico. E il logo laterale ha anche un effetto promozionale. Utilizzare questo nuovo mezzo di trasporto – salvo forse quando piove a catinelle o le strade sono ghiacciate – potrebbe diventare la prassi sia d’estate che d’inverno. Staudenmann non si preoccupa minimamente: “Bisogna solo mettere i vestiti adatti”. 

Svizzera, terra di E-bike

Già da diverso tempo parte del paesaggio di città come Copenhagen o Amsterdam, le biciclette da trasporto sono sempre più presenti anche nella Confederazione. Lo sviluppo rapito della tecnologia della propulsione elettrica ha dato un forte impulso alla vendita in un paese come la Svizzera, dove le tratte pianeggianti sono l’eccezione. 

Nel 2016, quasi un quarto delle 324’581 biciclette vendute in Svizzera erano elettriche. Attualmente sono più di 400’000 le E-bike in circolazione. Le cargo-bike rappresentano ancora un mercato di nicchia. Le vendite non sono ancora contabilizzate separatamente nelle statistiche di venditaCollegamento esterno, indica Martin Platter, dell’associazione svizzera dei fornitori di biciclette (velosuisseCollegamento esterno). Conferma però che la tecnologia elettrica ha incrementato anche la vendita di cargo-bike.

L’associazione per la tutela degli interessi dei ciclisti Pro-VeloCollegamento esterno vede in ciò un grande potenziale, soprattutto nelle città. “Centri città senza traffico motorizzato e l’estensione delle piste ciclabili potrebbero contribuire a promuovere l’utilizzo delle biciclette da trasporto in alternativa all’automobile”, dichiara Bettina Maeschli, portavoce di Pro Velo Svizzera. Secondo lei, nell’ambito delle infrastrutture per le biciclette, in Svizzera c’è ancora molto da fare rispetto alle città olandesi e danesi.

Soprattutto nei centri urbani, dove sempre meno gente possiede un’automobile, si vedono sempre più  cargo-bike, indica Matthias Müller, dell’Associazione traffico e ambienteCollegamento esterno (ATA). “Secondo l’ultimo micro-censimento su mobilità e trasportiCollegamento esterno, i possessori d’automobili in seno alla popolazione sono diminuiti passando dal 60% al 57%”, spiega. Anche il portavoce dell’ATE critica la qualità delle piste ciclabili svizzere rispetto a Copenhagen o Amsterdam, città-modello che “hanno investito in modo massiccio nella costruzione di percorsi per le biciclette più sicuri e larghi”. 

 


Traduzione dal tedesco, Zeno Zoccatelli

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