Prospettive svizzere in 10 lingue

Elvira Dones, un ponte tra due mondi

donesmedia.net

Ritratto della scrittrice e giornalista albanese Elvira Dones che divide la sua esistenza e il suo lavoro tra nazioni e lingue diverse.

«Lasciai l’Albania nell’ottobre del 1988, era ancora una dittatura, io avevo 28 anni. Non sapevo assolutamente cosa mi aspettasse dall’altra parte del muro. Non mi ponevo nemmeno la domanda, ero troppo impregnata di sogni e di ingenuità perché cresciuta – come molti coetanei – con il sogno del mondo, con le parole dell’italiano dentro, con le parole dell’inglese, del francese e dello spagnolo che cercavo di studiare a grande fatica perché ci mancava ciò che fa vivere una lingua: la comunicazione diretta, lo scambio, il vivere la lingua con i tuoi pari».

Vent’anni dopo, Elvira Dones ritorna a Tirana per il congresso della Comunità radiotelevisiva italofona. La scrittrice, cittadina svizzera, tiene il suo intervento in italiano e risponde in albanese alle domande dei giornalisti locali: «Mi fa uno strano effetto andare in Albania a un convegno sulla lingua italiana e parlare in italiano a Tirana. È una situazione un po’ romanzesca e mi piace anche per questo».

La lingua del cuore

Elvira Dones ha una passione immensa per le lingue che – come dice lei stessa – le hanno permesso di partire e vivere all’estero. L’italiano, in particolare, ha segnato la sua vita: quando raggiunge nel 1988 il cantone Ticino, è felice di poter praticare la lingua di cui, fino ad allora, aveva una conoscenza già buona ma soprattutto teorica.

Dopo aver acquisito un’eccellente padronanza a livello orale e scritto, Elvira Dones comincia a scrivere opere letterarie in italiano, la sua lingua d’adozione. «Credo di poter dire che il salto da una lingua all’altra non è una decisione che si prende a cuor leggero. Ho vissuto in prima persona la metamorfosi del mio essere un’autrice che scriveva nell’amatissima lingua materna, l’albanese, per scivolare poi verso l’italiano», dice la scrittrice.

«Per me l’italiano era una lingua sacra, per la quale nutrivo un amore particolare: non osavo mancarle di rispetto, componendo opere narrative in italiano. Per cui ho impiegato 14 anni prima di convincermi del fatto che non avrei offeso l’italiano, se avessi cominciato a scrivere in quella lingua».

«Sei troppo svizzera!»

I sedici anni trascorsi nella Confederazione sono stati molto importanti per Elvira Dones: «Quando atterro all’aeroporto di Zurigo, sento di essere a casa», dice a swissinfo. «Non ho il sangue svizzero, ma ho assunto tante caratteristiche – come la precisione e la disciplina – proprie degli svizzeri, e questo poiché le apprezzo».

«Quando mi reco nel mio paese natale per lavoro e fisso degli appuntamenti alle 10 del mattino, mi arrabbio se le persone si presentano con 45 minuti di ritardo. Allora mi dicono: tu sei diventata troppo svizzera!».

«Anche se ora vivo negli Stati Uniti – sottolinea con forza Elvira Dones – non ho di certo tradito la Svizzera! Ci si può amare anche a distanza. Ho una casa in Ticino, mia figlia è nata lì, mio marito proviene da lì, parlo il dialetto locale e sul mio passaporto figura “attinente di Novazzano”… e non che sono nata a Durazzo».

«Ho imparato a utilizzare la “svizzerità” per temperare la mia emotività balcanica. Per uno scrittore è infatti fondamentale trovare l’equilibrio e situarsi alla giusta distanza dalla storia che desidera raccontare: io tornavo al mio paese per fare scorta di storie dalla viscerale drammaticità, e poi rientravo in Svizzera per scriverle».

Il passato della propria terra

Secondo Elvira Dones, gli emigranti provenienti dai Balcani, scrivendo nella lingua del paese d’adozione, hanno contribuito a far comprendere all’estero i sanguinosi conflitti che dilaniavano la regione tra fine del ventesimo secolo e l’inizio del ventunesimo.

«Gli scrittori migranti hanno raccontato ciò che avevano lasciato alle spalle, ma anche la nuova vita, con tutte le sue luci e ombre, spesso tragica perché invisibile: una vita consumata tra lavandini di ristoranti e cantieri edili a faticare in nero».

Questi cantastorie, aggiunge, «si sono svestiti – almeno in parte – della lingua materna: l’albanese, il serbo-croato, il rumeno sono rimaste le lingue dell’infanzia, della memoria, del passato spesso doloroso».

Scrittori a pieno titolo

Quella di «scrittore migrante», puntualizza Elvira Dones, è un’espressione che deve tuttavia essere utilizzata con molta cautela: «alla lunga relega gli scrittori stranieri che usano la lingua d’adozione – in questo caso l’italiano – in un gruppo separato con caratteristiche di limitazione».

Infatti, continua, «se i primi libri degli scrittori “ospiti” sono in genere più un racconto della vita passata, del loro retroterra storico-sociale, più tardi la loro narrazione diventa del mondo in cui vivono». Ciò «aggiunge alla letteratura [italiana] i suoni e i sapori di un’Europa che non si può più permettere di restare nei propri giardini gelosamente costruiti».

swissinfo, Andrea Clementi

Nata a Durazzo nel 1960, Elvira Dones è scrittrice, traduttrice, sceneggiatrice e autrice di documentari televisivi. Dopo la laurea in letteratura albanese e inglese, ha lasciato il suo paese nel 1988 per trasferirsi in Svizzera, dove ha vissuto e lavorato fino al 2004. Attualmente risiede negli Stati Uniti con il marito e la figlia.

È autrice di otto libri di narrativa: sei romanzi e due volumi di racconti. Ha scritto in albanese sette dei suoi libri, prima di cominciare a redigere direttamente nella sua lingua d’adozione, l’italiano. Per la Televisione svizzera ha realizzato sei documentari televisivi, premiati in diversi Festival internazionali tra Europa e Stati Uniti.

I suoi romanzi sono stati pubblicati in Albania, Italia e Francia. Estratti dei suoi lavori sono stati tradotti in tedesco, inglese, rumeno e greco. La suo opera letteraria e televisiva è stata premiata con vari riconoscimenti internazionali.

«L’Albania è come l’omeopatia: è un paese piccolo come due gocce, ma vi succedono molte cose e ha una storia assai complessa che influenza tuttora i suoi abitanti», afferma Elvira Dones.

«Quando vi torno, constato ogni volta dei leggeri miglioramenti a livello generale; sono però molto preoccupata per la corruzione e per la mancanza di serietà delle forze politiche. Inoltre, m’inquieta molto la scarsità di investimenti destinati all’istruzione pubblica: così facendo, si compromette il futuro del paese».

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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