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Giovani architetti svizzeri a Basilea e Madrid

Il padiglione di 2b architectes, realizzato nel cortile del centro culturale Conde Duque di Madrid. Architekturmuseum Basel

Una mostra presenta contemporaneamente a Basilea e Madrid cinque studi di giovani architetti svizzeri di talento.

Provenienti dalle quattro regioni linguistiche principali, sono i finalisti e il vincitore del concorso per il padiglione svizzero di Arco 03, la Mostra internazionale d’arte spagnola.

In parallelo ad Arco 03 di Madrid, dove la Svizzera è stata invitata quest’anno come ospite d’onore, a Basilea il Museo di Architettura propone fino al 31 agosto l’esposizione “Giovane architettura svizzera”.

I cinque studi (vedi in breve), invitati al concorso dalla fondazione per la cultura Pro Helvetia e da un comitato scientifico del museo di architettura di Basilea, sono stati scelti con un criterio “federalista”, in modo da dare un quadro abbastanza rappresentativo della giovane scena svizzera dell’architettura.

Tra gli studi in mostra a Basilea e a Madrid anche quello locarnese “Buzzi&Buzzi”.

Progettare in Ticino

Ho approfittato della mostra per una chiacchierata con uno dei titolari dello studio ticinese. Oltre alla difficoltà di fondo di promuovere architettura di alta qualità data la debolezza dell’economia, quali sono gli altri ostacoli cui va incontro un giovane architetto, in particolare in Ticino?

«Fino a poco tempo fa, risponde Francesco Buzzi, da noi la committenza pubblica era latitante e c’erano pochissimi concorsi, quindi anche poche le possibilità per gli architetti della nostra generazione di profilarci».

«Nel frattempo la situazione è migliorata un po’, aggiunge, però in confronto alla Svizzera tedesca in Ticino si costruisce in maggior parte per una committenza privata. In genere la gente vuole case unifamiliari. Manca lo spirito di costruire case d’appartamento di qualità e non esistono fondazioni che promuovano l’abitazione comunitaria, come succede a Basilea o a Berna.»

Insomma la mentalità in Ticino è di costruirsi il proprio paradiso privato. Il che se ha prodotto in qualche caso fortunato dei singoli oggetti di alto valore, a livello territoriale ha determinato anche una tendenza ad espandere gli agglomerati, a costruire dappertutto e non sempre bene, spiega l’architetto Buzzi.

Case minime

Tra i progetti presentati nella mostra parallela di Basilea e di Madrid vi è anche un progetto molto particolare del duo ticinese, che per la sua originalità è stato pubblicato su molte riviste in tutto il mondo.

Si tratta di una casa prefabbricata in legno introdotta letteralmente all’interno di un rustico in rovina che era rimasto senza tetto. Preparati a Berna, i pannelli sono stati successivamente trasportati con dei camion e poi in elicottero sul sito, dove sono stati montati in sole sei ore.

«L’idea è di una casa che fosse un po’ come una roulotte, e che fra qualche anno qualcuno possa anche tirarla fuori e cambiarla.»

Nonostante il fascino di questo progetto, sono per ora solo due le abitazioni di questo tipo realizzate dallo studio locarnese. «In Ticino, spiega Francesco Buzzi, l’abitazione in legno, anche se ultimamente ha riscosso più successo, non viene molto richiesta. Resiste il pregiudizio che una casa in legno è “una baracca”». Mentre questi prototipi sono isolati benissimo e in più ecologici.

La sperimentazione e l’idealismo

Oltre alle case minime di legno, che conciliano qualità e costi ridotti, lo studio Buzzi&Buzzi ha anche realizzato abitazioni in muratura, più tradizionali.

Con il progetto di padiglione per Madrid gli architetti si sono confrontati invece con il tema dell’architettura effimera. Il loro concetto si basava su di una struttura alveolare facilmente montabile che avrebbe formato un contenitore per le opere degli artisti, per gli spettacoli e altre attività culturali.

«L’architettura dei padiglioni è un grande campo di sperimentazione. Permette di avere soluzioni costruttive che nell’architettura che deve rimanere per sempre non si possono usare».

Ben vengano dunque i concorsi come quello per il padiglione di Madrid, anche se non bisogna dimenticare che i giovani architetti, e non solo svizzeri, partecipano spesso a concorsi estenuanti senza essere nemmeno pagati.

«Sì, siamo degli idealisti!» scherza Francesco Buzzi, che come tanti suoi colleghi continua a battersi, (forse un po’ in ordine sparso, senza una vera lobby), perchè l’architettura non sia solo un valore privato, ma di tutta la società.

swissinfo, Raffaella Rossello

“Giovane architettura svizzera”, Basilea e Madrid fino al 31 agosto.

Studi presentati: 2b architectes di Losanna, vincitori del concorso.
Baumann & Roserens di Zurigo.
Buzzi & Buzzi di Locarno.
Conradin Clavuot di Coira.
sabarchitekten di Basilea.

Oltre ai contributi per il padiglione di Suiza en Arco 03, da vedere anche una selezione di altri progetti dei 5 studi.

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