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I primi turisti della Svizzera centrale

La patria di Tell, terreno fertile per ispirazioni romantiche. B. Piatti/Tells Theater/Schwabe Basel

Da trecento anni la Svizzera centrale è una meta turistica. Dapprima erano gli aristocratici, poi il dramma di Schiller ha conferito alla regione un ulteriore interesse in tutta Europa.

Per i viaggiatori della prima ora, paesaggio e storia si fondevano in una sinfonia romantica di bellezza e libertà.

Duecento anni fa, il Lago dei quattro cantoni e i territori che lo circondano erano ancora selvaggi. Almeno così apparivano ai viaggiatori che li hanno descritti, dando fiato alle emozioni vissute durante i viaggi nel cuore delle Alpi.

Allora, i racconti di viaggio erano gli unici mezzi di promozione turistica per la regione. Vi si sottolineava l’unicità del paesaggio di questa zolla di terra, baciata dai doni della natura.

Anche i pittori elessero la regione a soggetto paesaggistico. Il lago e le montagne erano un tema privilegiato. La fama della Svizzera centrale, trasportata da poeti e maestri del pennello, aumentava il desiderio di recarvisi.

Contemporaneamente, gli abitanti di questi cantoni rurali scoprirono una possibilità di evadere dalla loro povertà. Per soddisfare gli ospiti si inventavano guide alpine, suonavano i corni delle Alpi, organizzavano tornei di lotta svizzera.

Popolo semplice e orgoglioso

I precorritori degli attuali turisti arrivavano da tutta l’Europa e addirittura d’oltreoceano. Dapprima erano soprattutto aristocratici che si dilettavano nell’osservare il folklore della popolazione locale. Quasi la regione fosse un museo all’aria aperta.

Ma c’era anche l’ammirazione per il curioso atteggiamento della gente: la popolazione risultava vera erede del leggendario Guglielmo Tell, semplice e orgogliosa. Alla stregua degli abitanti delle isole lontane – come la Tahiti dei mari del sud – anche i figli e le figlie di Tell erano considerati come semi-selvaggi da osservare con interesse antropologico.

Oasi di democrazia

Gli stranieri apprezzavano soprattutto le «Landsgegmeinden», le assemblee popolari dove si viveva la democrazia diretta.

Così il noto viaggiatore inglese del Settecento, William Coxe, annotava: «Ci si immagini, se possibile, qualcosa di più commovente di questo spettacolo – o qualcosa di più dignitoso di un’assemblea di uomini liberi, che si sono raccolti, per discutere del proprio destino – su questo fazzoletto di terra, dove sono nati, che li nutre, dove hanno combattuto contro il giogo del dispotismo, che fa soffrire il mondo, e che sempre hanno difeso».

Paesaggio e democrazia furono presto elevati a mito, rendendo impossibile un’analisi razionale. In verità, la Svizzera non era tanto democratica e pacifica, come si affermava altrove.

Lo storico Kurt Imhof ha calcolato che non più di 200’000 uomini avevano accesso ai diritti politici. Il resto del milione di abitanti che vi risiedeva nel Settecento era esclusa dal processo politico.

Il «dopo Schiller»

Già prima che Schiller scrivesse il suo celeberrimo testo, la Svizzera centrale era conosciuta come il paese di Guglielmo Tell e del patto del Grütli. Ma i viandanti che vi si perdevano erano ben pochi. La vera ondata è arrivata dopo che il dramma aveva conquistato tutti i teatri d’Europa.

La Svizzera primitiva fu colta da una folata di romanticismo legato all’eroe. I turisti facevano delle escursioni in barca. Di fronte al paesaggio originale si scandivano i versi del poeta. L’opera di Friedrich Schiller diventò il principale strumento di promozione turistica per la regione.

Nomi famosi

La regina Vittoria d’Inghilterra che visitò la regione nel 1868 commentò così il suo soggiorno: «The most beautyful point in the world», il posto più bello del mondo.

Anche Ludwig II di Baviera, il re che si fece costruire dei castelli da fiaba, fece un lungo viaggio sul lago. Ad ogni tappa, citata dal dramma, un attore leggeva per lui i versi di Schiller. Per il suo soggiorno affittò il battello a vapore «Waldstätter».

La lista degli ospiti di rango della regione è praticamente infinita. Solo alcuni nomi: Richard Wagner, Felix Mendelssohn Bartholdy e Franz Liszt, Mark Twain, Friedrich Hölderlin, Lord Byron, Charles Dickens, Johannes Brahms, Hans Christian Andersen, Leo Tolstoi, Franz Kafka e pure Sir Winston Churchill, passò la sua luna di miele sulle rive del Lago dei quattro cantoni.


Nel 1932, il compositore russo Sergej Rachmaninow si è fatto anche costruire una villa meravigliosa presso Hertenstein. Fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, il musicista passava l’estate nella sua residenza, alternando il lavoro alle scorrazzate sul lago con il suo motoscafo.

L’attrazione magica per il paese di Tell rimane viva fino ad oggi. L’industria turistica ha fatto passi da gigante, sviluppando un ventaglio di offerte praticamente illimitato; dallo sport alla cultura, da Lucerna al Gottardo si trova di tutto.

swissinfo, Etienne Strebel
(traduzione: Daniele Papacella)

L’eroe nazionale svizzero non era solo un esperto della balestra. Dal Settecento, la sua aura ha portato una scia di visitatori nella regione. Un boom che non sembra voler tramontare.

Nel frattempo si contano oltre tre milioni di pernottamenti l’anno. In passato non cera la massa di oggi, ma il pubblico si distingueva per estrazione sociale.

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