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Il cinema iraniano seduce Friburgo

Il film "Be Ahestegi", che esplora i tabù concernenti le donne in Iran, ha convinto i giurati. Fiff

Il Festival internazionale del film di Friburgo si è concluso domenica. Circa 26'000 spettatori hanno assistito alla 20esima edizione.

Tra i 19 film in competizione, è stata una produzione iraniana a conquistare la giuria.

Il Festival internazionale del film di Friburgo (FIFF), dedicato ai film del sud, non è riuscito ad eguagliare l’affluenza record del 2004, quando alle proiezioni assistettero 28’000 spettatori. L’edizione 2005 è comunque stata un successo: 25’000 le entrate, 1’000 in più rispetto all’anno precedente, stando a quanto comunicato domenica dagli organizzatori.

Dalla sua creazione nel 1980, il FIFF cerca di «promuovere una migliore comprensione delle altre realtà», aveva ricordato presentando questa 20esima edizione la nuova direttrice amministrativa Franziska Burkhardt.

«Regard d’or» a Maziar Miri

Quest’anno i film in competizione erano 19, dieci fiction e nove documentari.

Ill «Regard d’or», il premio principale della rassegna, è stato attribuito al film «Be Ahestegi», del regista iraniano Maziar Miri. Al cineasta e al produttore verrà pure consegnato un assegno di 30’000 franchi.

Lo sceneggiato di Miri è stato premiato per «la qualità della regia, che esplora i diversi tabù sociali che riguardano le donne in Iran», ha indicato la giuria, presieduta dal critico cinematografico ed ex direttore del Festival di Salonicco Michel Demopoulos.

Il Premio speciale della giuria è invece andato a «Heremias», del filippino Lav Diaz, per «la ricerca di un linguaggio cinematografico radicale ed anticonvenzionale allo scopo di salvaguardare una cultura nazionale originale».

Per la prima volta, la giuria ha pure conferito il Premio Oikocredit, che ricompensa l’opera prima di un cineasta. L’onorificenza è andata al film franco-guineano «Un matin bonne heure», di Gahité Fofana.

Due documentari ex-aequo

Menzioni speciali sono state assegnate ai film di Cheng Wen-tang (»Shen Hai» – Taiwan) e di Eric Khoo (»Be with me» – Singapore).

Sempre nella categoria fiction, la produzione franco-libanese-egiziana «Dunia, kiss me not on the eyes» di Jocelyne Saab si è vista attribuire il Premio del pubblico e della giuria dei giovani.

Il Premio del documentario, dotato di 10’000 franchi, è stato conferito ex-aequo al giapponese Yoshihiko Sumikawa per «Taimagura Baachan» e alla franco-iraniana Sara Rastegar per «Doust».

Secondo il presidente della giuria della categoria documentari, il giornalista Patrick Ferla, «questi due film raccontano un incontro umano e poetico con un personaggio simbolo di saggezza universale».

swissinfo e agenzie

Il FIFF si è svolto dal 12 al 19 marzo.
Circa 26’000 persone hanno assistito a questa 20esima edizione.
L’affluenza record risale al 2004, con 28’000 spettatori.
La 21esima edizione è prevista dal 18 al 25 marzo 2007.

Il Festival dei film del terzo mondo è nato in Svizzera romanda nel 1980 su iniziativa delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo.

L’idea era di mostrare la diversità della produzione cinematografica mondiale, poiché i film asiatici, africani o sudamericani sono molto raramente distribuiti in Svizzera.

Dal 1986, il festival è organizzato a Friburgo.

Dal 1992, il festival è organizzato a una cadenza annuale. Due anni dopo è diventato il Festival internazionale del film di Friburgo.

I film del FIFF sono pure proiettati in più di 30 città svizzere e anche in Italia e in Austria.

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