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Il dialetto ticinese viaggia online

Bianco e nero: figure quasi ferme nel tempo per sottolineare l'ormai perduta abitudine di fermarsi all'osteria e parlare in dialetto ticinese Keystone

Poesie, racconti, lavori teatrali e trasmissioni televisive: il cantone riscopre il dialetto. La lingua locale, nelle varie inflessioni regionali, rifiorisce robusta e approda persino nella grande Rete con un sito tutto suo: www.dialet.ch.

Il sito contiene tutte le informazioni utili sulla parlata e la vita ticinese: a pochi giorni dal debutto è già un successo. ” Siamo convinti che il dialetto sia vivo e vegeto, si legge nella presentazione, ma ci siamo pure accorti che non esiste più l’osteria dove lo si parlava.

Ve ne proponiamo allora una dove si discute e ci si racconta. Noi parliamo il dialetto della feròvia, così tutti capiscono”. Curato da Federico Pedotti, da Arialdo Canonica, Da Miro Bizzozero e Maddalena Canonica Antognini, il sito si rifà per l’immediatezza comunicativa alla rubrica “Lo sport” della Televisione svizzera tedesca, dove i conduttori parlano un dialetto comprensibile da quattro milioni di utenti.

Semplice e veloce, arricchito di audio e immagini, www.dialet.ch è strutturato in modo tale da esplorare ogni aspetto della lingua ticinese. Dall’antologia con prosa e poesia dialettali, alla gastronomia che propone ricette, ristoranti e grotti; dagli eventi alla “betola”, il chiacchiericcio da bettola trasposto tematicamente on line; dagli indirizzi importanti ai siti consigliati, alle proposte di itinerari e passeggiate.

Per arrivare al pezzo forte, il vocabolario dialettale, per scandagliare il significato delle parole o controllarne la grafia, un’opera in progress che si alimenta grazie anche ai suggerimenti dei lettori.

“Il dialèt non è solo lingua – spiegano gli ideatori – è radici, cultura. E’ passeggiate, capanne alpine, visite, monumenti, natura, vino e grotti, è il trovass insema”. Ed è un’atmosfera del vivere insieme, del riconoscersi e sentirsi comunità anche se si è lontani, come testimoniano le numerose e-mail arrivate in pochi giorni.

Scrivono dal cantone e i ticinesi che vivono all’estero, ma abbandonano pure i messaggi che arrivano dal nord Italia con i complimenti per il sito e l’invito a lavorare assieme ad un vocabolario dialettale per tutta la Regio Insubrica.

Libero D’Agostino

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