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Il disegno nell’opera di Jawlensky

«Nudo di donna coricata»

Per la prima volta in Svizzera una mostra approfondisce la tematica dei disegni del pittore russo Alexej von Jawlensky.

Il Museo cantonale d’arte di Lugano espone una sessantina di disegni e opere grafiche provenienti da rinomati musei internazionali e collezioni private.

Alexej von Jawlensky (1864-1941) ha disegnato per tutta la vita. Le sue prime e le sue ultime opere sono i disegni, e proprio dai disegni il Museo Cantonale d’arte di Lugano parte – per la prima volta in Svizzera – per interpretare e comprendere l’opera del pittore espressionista russo.

In mostra ci sono così più di una sessantina di disegni e opere grafiche di Jawlensky, accanto a una quarantina di analoghi lavori di Matisse, Hodler e Lehmbruck, per evidenziare differenze e analogie tra i quattro artisti, in particolare nei temi centrali del nudo, della danza e del ritratto. Non manca una selezione dei celebri dipinti di Jawlensky, già oggetto nel 1989 di una mostra alla Pinacoteca Comunale di Locarno, qui però scelti col contagocce allo scopo di mostrare la centralità della linea nelle opere pittoriche, oltre che nel disegno.

Disegno in primo piano

«La tentazione di includere più quadri o sculture nella mostra è stata forte – ammette il direttore del Museo Marco Franciolli – ma alla fine, con la curatrice Angelika Affentranger-Kirchrath, abbiamo preferito essere coerenti, mantenendo e valorizzando rigorosamente il filone del disegno. È del resto una forma artistica completa, che da sempre è stata al centro della storia dell’arte e che sarebbe un errore ridurre al solo ruolo di schizzo preparatorio.»

Le opere esposte a Lugano provengono da rinomati musei internazionali e collezioni private, ma un contributo fondamentale è stato dato anche dall’«Archivio Jawlensky» di Locarno, curato dalla nipote Angelica Jawlensky Bianconi, figlia di Andreas, unico figlio del pittore. «Purtroppo non ho conosciuto di persona il nonno perché sono nata dopo la sua morte – ci spiega Angelica Jawlensky – in questo modo, però, ho raggiunto forse il giusto distacco emotivo per potermi occupare scientificamente delle carte e dei documenti che ha lasciato».

L’Archivio locarnese «Jawlensky» è il più importante centro di ricerca europeo sull’artista: i dossier che custodisce -anche se non comprendono opere figurative- sono fondamentali per chi si interessa del pittore russo, che negli anni della Prima guerra mondiale trovò rifugio in Svizzera, fra Saint Prex sul Lemano, Zurigo e Ascona.

La linea si tinge d’emotività

La mostra luganese presenta un andamento cronologico: dai primi disegni risalenti agli anni di formazione all’Accademia di San Pietroburgo, attorno al 1900, si passa alle serie di nudi femminili del 1912, anno di svolta nella produzione di disegni di Jawlensky, che all’epoca si trovava in piena attività a Monaco di Baviera, accolto da crescente successo.

Pian piano i tratteggi conferiscono al corpo femminile una dimensione quasi pittorica, che al contempo l’artista porta avanti nelle sue celebri teste, fortemente espressive. Il suo linguaggio si orienta verso lo stile espressionista, con colori forti, puri, stesi in larghe superfici unitarie racchiuse da marcate linee scure. Quelle stesse linee dei disegni, che da semplici contorni diventano segni pieni di emotività e forza interiore.

Col passare degli anni si arriva infine ai ritratti e alle caricature del pittore stesso, ormai malato, immobilizzato a letto dall’artrite deformante, che non gli darà tregua fino alla morte nel 1941, a Wiesbaden in Germania.

La musica preferita dal pittore

L’esposizione su Jawlensky rientra nei festeggiamenti per celebrare i vent’anni del Museo Cantonale d’arte di Lugano, i cui spazi si sono rivelati particolarmente adatti a ospitare la dimensione intimistica dei disegni.

Per migliorare la visione da parte del pubblico – novità – è stata anche allestita una saletta in cui si possono consultare libri sull’artista e sull’espressionismo, e inoltre ascoltare brani musicali tra quelli preferiti dal pittore: Bach, Beethoven, Schubert e Chopin, tratti dalla sua stessa collezione discografica, e poi composizioni di Debussy, Busoni e Schönberg, per evocare il clima dell’epoca.

swissinfo, Alessandra Zumthor, Lugano

Jawlensky nacque nel 1864 a Torschok (Russia). Nel 1896 si stabilì a Monaco di Baviera per studiare da Anton Azbe. A Monaco conosce Kandinsky. Nel 1909 fu tra i fondatori della „Neue Künstlervereinigung München” (Nuova Associazione degli artisti di Monaco).

Allo scoppio della guerra trovò rifugio in Svizzera. Visse a St. Prex (Lago Lemano), Zurigo e Ascona. Nel 1921 si trasferì a Wiesbaden dove morì nel 1941

L’esposizione «Il significato della linea» dedicata ai disegni nell’opera dell’artista russo Alexej von Jawlensky (1864-1941) rimarrà aperta sino al 6 gennaio 2008 al Museo cantonale d’arte di Lugano.

Il raro talento pittorico di Jawlensky è già stato oggetto di diverse grandi mostre, tra cui quella alla Pinacoteca Comunale di Locarno nel 1989. Resta invece ancora da scoprire la sua poliedrica produzione di disegni, che apre nuove prospettive di studio sulla sua ricerca artistica.

In appendice il Museo presenta una piccola esposizione separata, «N.I.C.E.», ospitata nell’ala est e dedicata a un’artista svizzera, la bernese Teres Wydler.

Il pubblico vi si ritrova immerso in moderne videoinstallazioni, tra lampi di luce, immagini della Terra dall’alto e persino suoni di terremoto, in un’installazione acustica che riproduce il minaccioso propagarsi sotterraneo delle onde sismiche.

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