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Il risveglio di Villa Favorita

Villa Favorita, torneranno gli antichi splendori? www.kah-bonn.de

La prestigiosa Villa Favorita, mondialmente conosciuta per aver ospitato l’ex pinacoteca della famiglia Thyssen Bornemisza, in mani pubbliche. La città di Lugano e il canton Ticino vicinissimi ad un accordo.

Dodici anni dopo il trasferimento dei capolavori artistici dalle rive del lago Ceresio a Madrid, ecco avvicinarsi la svolta.

Una svolta importante che ridisegnerà inevitabilmente l’assetto museale della Nuova Lugano e che permetterà, verosimilmente, un ripensamento della politica culturale della Città, sul cui territorio non mancano beni di grande valore storico e paesaggistico. Archiviate le polemiche attorno a Villa Heleneum e alla collezione Brignoni (in un primo tempo Lugano intendeva liberarsene), Città e Cantone vogliono ridare a Villa Favorita gli antichi splendori.

Anche la Confederazione, hanno spiegato il sindaco di Lugano Giorgio Giudici e il consigliere di Stato Marco Borradori, dovrà fare la sua parte. E Borradori è pronto ad incontrare il consigliere federale Pascal Couchepin, che nel frattempo ha scritto a Carmen Thyssen Bornemisza, la vedova ed ereditiera di Hans-Heinrich Bornemisza deceduto nel 2002.

Il ruolo della Confederazione

“La Confederazione apprezza molto l’operazione avviata da Lugano e dal Cantone – commenta a swissinfo il direttore dell’Ufficio federale della cultura (UFC) David Streiff – per proteggere, e poi riaprire al pubblico, un complesso prestigioso come quello di Villa Favorita. Una soluzione che evita di perdere un patrimonio storico e paesaggistico di sicuro valore”.

Ma in che misura la Confederazione può intervenire finanziariamente? “In un momento di ristrettezze finanziarie come quello che stiamo attraversando – puntualizza Streiff – è difficile dirlo. Ci sono attualmente dei contatti tra il nostro Ufficio e il consigliere di Stato Marco Borradori per esplorare le possibilità di aiuto. Al momento i margini di manovra sono limitati”.

“L’Ufficio federale della cultura – spiega ancora Streiff – può fare capo all’utile da coniature, che ammonta a 2,8 milioni di franchi all’anno e che può essere attribuito a progetti specifici con un versamento unico. Questo fondo è l’unica linea del budget dell’UFC che entra in considerazione in un caso come quello di Villa Favorita. Per un intervento più sostanzioso ci mancano le basi legali”.

La rinuncia della Baronessa

Immersa nella vegetazione lussureggiante del magnifico parco (cinque ettari), affacciata sulle sponde del lago, Villa Favorita è stata luogo di appuntamenti mondani esclusivi e meta di migliaia di visitatori da tutto il mondo, prima della sua chiusura nel 2002.

La Baronessa, nel 2003, era intenzionata ad intervenire sulla proprietà (parte della quale è un bene protetto) con un ampio progetto edilizio. Prontamente il Cantone ha coinvolto due commissioni federali che hanno subito decretato la necessità di porre maggiori vincoli pianificatori: un simile patrimonio paesaggistico e storico deve essere salvaguardato.

La rinuncia, da parte della ricca vedova, al progetto edilizio nel perimetro che costeggia il lungolago – quello più prestigioso e quello che interessa l’ente pubblico – ha sbloccato la situazione. Nell’impossibilità di un acquisto immediato (servono 50/60 milioni), Città e Cantone optano per un contratto di locazione di 15-20 anni con opzione di riscatto finale.

Svolta nella politica culturale

Se l’operazione dovesse andare in porto, Villa Favorita tornerebbe ad essere un museo con la M maiuscola; sarebbe pertanto abbandonata l’idea di realizzare una struttura espositiva nell’ex albergo Palace, al centro di un ampio progetto di rilancio, dopo aver conosciuto una storia travagliata e rischiato un’ingloriosa fine (la demolizione tout court).

Fra un mese la Città e il Cantone, la cui volontà politica di condurre a buon fine le trattative è estremamente chiara, incontreranno nuovamente i rappresentanti della Baronessa per definire i dettagli dell’accordo. Salvati e valorizzati gli edifici, occorrerà riempirli di contenuti, di idee, di progetti di respiro cantonale, nazionale ed internazionale.

swissinfo, Françoise Gehring

La villa è stata costruita nel 1687.
Era appartenuta al principe Federico Leopoldo di Prussia.
Il barone Heinrich Thyssen Bornemisza (1875-1947) inizia a collezionare dipinti nel 1920.
Nel 1948 l’architetto svizzero Giovanni Geiser costruisce la galleria d’arte che il figlio del barone, Hans-Heinrich, apre al pubblico.
Nel 1992 buona parte della collezione viene trasferita in Spagna.

Il destino di Villa Favorita ad una svolta. Presto in mani pubbliche. Lugano e Cantone Ticino nella fase decisiva delle trattative con la vedova ereditiera del barone Thyssen-Bornemisza.
Anche la Confederazione dovrebbe giocare la sua parte.
La prestigiosa Villa, il cui inesorabile declino era iniziato negli anni Novanta e culminato nel 2002 con la chiusura, dovrebbe ritrovare lustro e prestigio.

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