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Il Salone dei segreti nascosti

Un visitatore del Salone del libro sfoglia un libro fra le migliaia esposti Keystone

Lettere e commercio alla babele libraria: un colpo d'occhio alla 16esima edizione del Salone del libro e del multimedia di Ginevra.

Per orientarsi nei padiglioni della campionaria del libro di Ginevra ci vuole la pianta. In ordine alfabetico, seguendo una griglia da città americana, si incontrano i grandi nomi della letteratura che danno il nome alle “strade”: Andersen, Balzac, Céline, Dostoievsky… Permettono di ritovare gli oltre mille editori presenti.

Ma aprirsi un varco nell’affollatissimo tran tran da bazar orientale non è facile. Anzi, dozzine di bambini rendono la cosa ancora più difficile. Armati di cartina, matita e tanta voglia, cercano le stazioni di una caccia al tesoro. Sbucano ovunque per poi sparire. A volte, sdraiati per terra, scrivono le soluzioni o si occupano delle sciarade proposte dai cartelli blu.

Pubblicità

Sopra le teste, vaga un aerostato che sibila con le sue eliche elettriche. Il piccolo Zeppelin porta delle indicazioni pubblicitarie. Un clown regala delle magliette ai bambini che partecipano al suo gioco, attraverso i microfoni, la sua voce si sente ovunque; è la multimedialità proposta dalla Radio romanda.

Infatti non è solo il libro a farla da padrone nel gigantesco padiglione che ospita la fiera. Dai classici stand degli editori, si passa all’informazione del Dipartimento federale degli esteri; dalle organizzazioni terzomondiste, si arriva alle offerte di analisi grafologica della propria grafia e ai venditori di cartoline artistiche. Dalla scienza all’esoterico, dall’informazione all’animazione: a Ginevra c’è di tutto.

Anche la stampa romanda si è riservata molto spazio. Con piglio interventista un rappresentante afferra i passanti per il braccio. Vende degli abbonamenti ad un programma radio e TV. “Un’occasione unica”, afferma convinto. Già, con l’abbonamento settimanale si ha diritto ad un telefonino nuovo, l’attivazione gratuita e sei mesi d’abbonamento. Anche questa è dunque la multimedialità del commercio.

Gli editori

Ma non tutti gli espositori del salone sono strilloni da mercato. C’è per esempio Pro Helvetia, la Fondazione svizzera per la cultura, che espone il proprio lavoro di promozione delle lettere. Accanto, seri editori hanno sistemato le loro fatiche sugli scaffali: la maggioranza proviene dall’ambito francofono, come Gallimard o una dozzina di case editrici universitarie dal Belgio al Quebec. Ma ci sono anche Diognes e Amman fra gli svizzeri-tedeschi.

L’italiano è poco rappresentato, anche se il salone si vanta di internazionalità. Uno stand della Valle d’Aosta – per così dire i vicini di casa – suggerisce una promozione turistica patinata, combinata alla conoscenza del territorio.

Sparuto invece l’angolo degli editori della Svizzera italiana. Anche quest’anno gli editori ticinesi hanno delegato la loro presenza alla società dei grigionitaliani nella Svizzera romanda. L’organizzazione, la Pro Grigioni italiano, assicura al libro svizzero nella lingua di Dante pochi metri quadrati.

Una scarna scelta della produzione editoriale in lingua italiana indigena, ma presentata con il sorriso dei volontari occasionali; un’eccezione, perché ovunque hostess professionali illustrano sapientemente e ripetitivamente le prodezze della propria casa in un mercato, ribadiscono convinte, sempre più difficile.

L’Isola di Vallotton

Al margine della piazza, un’esposizione presenta l’opera grafica del pittore svizzero Félix Vallotton. Si tratta di un’isola tranquilla in cui le luci soffuse proteggono la ricca selezione di opere originali. La stampa in un’altra ottica, dunque, perché l’artista ha sì lasciato un’impronta significativa nell’editoria, ma senza parole.

La mostra, originale ed esaustiva, illustra una ricca attività giornalistica e satirica del pittore vissuto in gran parte a Parigi a cavallo del Novecento. Inoltre, un famoso quadro dell’artista, una donna che abbandona la lettura per un torpore suadente, orna la locandina dell’edizione 2002 del Salone del libro.

L’Ospite d’onore

Il padiglione dell’ospite d’onore, il Brasile, illustra l’opera di alfabetizzazione nelle foreste amazzoniche. Una sfida per una cultura occidentale invadente, ma al contempo parte dell’identità brasiliana. In una libreria ideale si incontrano pubblicazioni recenti e importanti della letteratura portoghese d’oltreoceano.

“I luoghi comuni sul Brasile si sprecano – spiega Claudiné Gonçalves, giornalista della redazione portoghese di swissinfo – violenza, bambini della strada, povertà, la distruzione della foresta, la corruzione e se si parla di carnevale è per parlare dei morti. Questa è l’occasione di offrire un’altra ottica”.

Con numerosi appuntamenti di discussione e di incontro, il paese presenta la sua ricchezza letteraria. In particolare suscita attesa l’incontro dei fondatori del movimento della poesia concreta a cinquant’anni dalla nascita. Dalla Germania e appunto dal Brasile sono arrivati alcuni esponenti di grido, per fare il punto su un’esperienza che ha segnato le avanguardie del Dopoguerra.

Nelle pagine

E in genere la forza del salone sta negli incontri e nella discussione, non nelle parole scontate da televendita. Gli oltre 250 scrittori presenti, tra cui il capofila brasiliano Paulo Cohelo, promettono un approfondimento serio e pacato. Oltre gli incontri, gli appassionati della lettura si trovano nell’imbarazzo della scelta e affogano, travolti dagli altri visitatori che si accalcano ovunque.

All’uscita le reazioni sono divergenti, chi ha trovato è soddisfatto: molte persone escono con borse cariche di libri, i più tornano a casa con le mani vuote. Altri riflettono su quanto visto e sentito. Ma sicuramente aleggia un altro messaggio sulla importante campionaria del libro: il segreto della lettura rimane fuori dall’Palexpo di Ginevra, tra le pagine dei libri, nel dialogo silenzioso tra autore e lettore.

Daniele Papacella

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