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Il turismo scopre la cultura

Un matrimonio riuscito tra arte e architettura: il Museo Tinguely di Basilea, realizzato da Mario Botta Keystone

Svizzera Turismo lancia la sua prima grande campagna dedicata all'arte e all'architettura, proponendo un itinerario tematico in 26 città elvetiche.

A lungo trascurata dagli operatori turistici, l’offerta culturale svizzera attira sempre più ospiti stranieri, con importanti ricadute economiche.

Fino a due secoli fa, le Alpi erano soprattutto un terribile ostacolo naturale, una catena quasi insormontabile che suscitava rispetto e timore.

Poi, la loro bellezza è stata descritta da poeti e pittori, le loro cime sono state domate dai primi alpinisti e le loro vallate non hanno più potuto respingere l’assalto dei nuovi mezzi di trasporto di massa.

Oggi, il turismo svizzero vive innanzitutto grazie a queste montagne. Così imponenti e spettacolari da far quasi dimenticare che in Svizzera non vi sono solo vette innevate e laghi.

Ai piedi delle Alpi sono sorte città e agglomerazioni che offrono al turista anche gioielli d’arte e d’architettura.

Cultura sottovalutata

Dall’inizio del boom turistico nel Dopoguerra, gli operatori del settore si sono generalmente limitati a «vendere» quanto vi era di più facile per smuovere le masse di vacanzieri: le montagne in Svizzera, il mare in Grecia, i fiordi in Norvegia.

La cultura è stata spesso trascurata o lasciata alle metropoli che vantavano uno straordinario patrimonio artistico ed architettonico, come Roma o Parigi.

«Dal profilo storico, l’industria svizzera del turismo ha sicuramente sottovalutato la cultura. O, se vogliamo, non ha percepito la ricchezza e le potenzialità che le città offrivano anche in Svizzera», riconosce Jürg Schmid, direttore di Svizzera Turismo.

Per colmare questo ritardo, l’organizzazione nazionale del turismo ha lanciato in questi giorni la sua prima grande campagna dedicata all’arte e all’architettura, un itinerario tematico attraverso 26 città elvetiche.

Settore in crescita

Un tema, quello dell’arte e dell’architettura, che richiama nelle città svizzere un numero crescente di ospiti stranieri – soprattutto dall’Europa, ma anche da paesi asiatici.

«Fino a 10 o 20 anni fa, per vedere arte e architettura si andava generalmente a Londra, Parigi o Berlino. Oggi vi sono molte persone che vengono addirittura da queste città per ammirare una buona mostra a Martigny, Losanna o Winterthur», osserva Jürg Schmid.

Anche perché, con la liberalizzazione delle tariffe aeree, un biglietto d’aeroplano in Europa costa, ormai, quasi quanto il prezzo d’entrata in un museo.

In Svizzera le città registrano circa un terzo dei pernottamenti.

Il 20% di questi turisti sono attirati da interessi culturali. Il 63% si sposta per altri motivi, ma visita a sua volta musei ed esposizioni.

Il modello basilese

Basilea, con i suoi splendidi musei realizzati da grandi architetti, sta dimostrando da alcuni anni che la cultura può avere anche importanti ricadute economiche.

L’anno scorso, soltanto la mostra «Tutankhamon e i tesori della Valle dei re» ha attirato 620 mila visitatori, che hanno lasciato nella città sul Reno 65,8 milioni di franchi.

Secondo uno studio realizzato recentemente dal Centro di scienze economiche dell’Università di Basilea, ogni franco speso per questa esposizione ha generato 2,51 franchi di introiti diretti per la regione basilese.

I ricercatori considerano altrettanto importanti le ricadute sull’immagine internazionale di Basilea: i media svizzeri e stranieri hanno dedicato alla mostra ben 1400 articoli e servizi radiofonici o televisivi.

Marchio di successo

«A Basilea non abbiamo il Cervino. La nostra montagna più alta, il Chrischona, non ha nemmeno una seggiovia. Per nostra fortuna, potremmo dire. In ogni caso, per grande fortuna della cultura», osserva Christoph Eymann, responsabile del dipartimento cantonale incaricato della promozione culturale.

«Dal momento che ci mancano le “classiche” attrazioni turistiche, abbiamo dovuto sviluppare e curare la nostra offerta culturale. E oggi la cultura è diventata un marchio di successo per Basilea».

I fondi, pro capite, impiegati dal Cantone di Basilea-città per la cultura superano di quattro volte quelli della media nazionale.

Non per caso, la «capitale culturale della Svizzera» registra da alcuni anni la più forte crescita turistica, tra tutte le città elvetiche.

La più alta densità di musei

Ma, Basilea non è di certo l’ultima meta per il turista assetato di cultura.

«Non bisogna dimenticare che in Svizzera, con ben 1000 musei, vi è la più alta concentrazione mondiale di esposizioni d’arte, storia, scienza o oggetti rari», sottolinea Jürg Schmid.

«La Svizzera ha inoltre una grande tradizione di architettura: dalle città medievali fino ai grandi architetti di fama internazionale, come Le Corbusier, Mario Botta, Herzog & de Meuron o Peter Zumthor».

Per poter ammirare queste opere, Svizzera turismo invita a seguire l’itinerario tematico «arte e architettura», un viaggio alla scoperta dei tesori, in parte nascosti, delle principali città svizzere.

swissinfo, Armando Mombelli

Nel 2003, il settore del turismo ha raggiunto in Svizzera un fatturato di 30,6 miliardi di franchi.
10,4 miliardi provengono dal turismo nelle città.
Il 20% di questi turisti sono attirati da interessi culturali.
Esposizioni ed altre offerte culturali sono però visitate anche dal 63% dei turisti che visitano le città svizzere per altri motivi.

Per il 2005, Svizzera Turismo lancia la campagna “arte e architettura”, un itinerario di viaggio alla scoperta di 26 città elvetiche.

La Svizzera vanta la più alta densità di musei a livello mondiale, con ben 1000 centri di cultura, arte, scienza e oggetti rari.

La campagna tematica verrà presentata in primavera nelle principali capitali europee.

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