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L’arte spagnola rende visita alla Svizzera

Pablo Picasso: 'Il pittore e la modella'. 1963. Fondazione Gianadda

La nuova esposizione della Fondazione Gianadda presenta il "meglio" dell'arte iberica del XXesimo Secolo.

“Da Picasso a Barcelò”: con 18 artisti, 70 opere, tra cui qualche rarità, la mostra riconsegna alla Spagna una storia dell’arte unitaria.

Picasso, Mirò, Gris e Dalì – di fronte a questi nomi si capisce subito che la Fondazione Pierre Gianadda è di nuovo riuscita a mettere insieme il meglio della pittura per offrire un’esposizione di grande richiamo a Martigny.

“Da Picasso a Barcelò” presenta, fino 9 giugno, una straordinaria panoramica del XXesimo secolo spagnolo. Settanta opere di 18 pittori e scultori che illustrano le diverse correnti artistiche di un secolo tormentato.

L’esodo verso Parigi non compromette l’unità

Un’arte, quella spagnola, che malgrado i suoi grandissimi nomi, non è quasi mai stata identificata nel suo insieme come patrimonio artistico appartenente alla Spagna.

Anzitutto perché proprio i suoi principali esponenti sono stati annessi all’arte del loro paese d’accoglienza, la Francia. All’inizio del secolo scorso, Picasso, Dalì e molti altri vi avevano trasferito il loro luogo di attività.

In seguito, la guerra civile e il franchismo hanno posto ostacoli praticamente insormontabili tra questi artisti e la loro patria.

Ma la mostra evidenzia che nonostante questa cesura anche gli artisti spagnoli hanno seguito con una certa coerenza lo sviluppo delle forme artistiche europee. Sotto questo punto di vista, rimedia quasi ad un torto storico, restituendo all’arte spagnola una propria identità nazionale.

L’esposizione mette inoltre in risalto come, dopo la morte di Franco, la Spagna abbia conosciuto una straordinaria effervescenza culturale. Artisti ancora meno noti al vasto pubblico internazionale, ma che sicuramente vale la pena ammirare.

Ritrovato un quadro di Juan Gris

Nei prossimi mesi, Martigny diventerà nuovamente un luogo di pellegrinaggio per decine di migliaia di visitatori, ma anche per numerosi esperti d’arte. Infatti, pure questa volta, il Museo Gianadda presenta opere che difficilmente si vedono altrove.

«Per esempio il “Ritratto di mia madre”, di Salvador Dalì», spiega la storica dell’arte Martha Degiacomi, «che non aveva mai lasciato il suo posto alla Fondazione Gala-Salvador Dalì, di Gerona. Ma Léonard Gianadda, con il suo carisma, è riuscito a farselo prestare».

Altro esempio, “La caraffa sulla lettera” di Juan Gris, che è stata proposta a Gianadda da un privato svizzero: «Questo quadro era scomparso dai cataloghi dopo essere stato esposto una sola volta nel 1928 a Parigi», sottolinea Martha Degiacomi.

Ora l’opera è riapparsa. Si è dovuto verificare la sua autenticità all’ultimo istante, quando il catalogo dell’esposizione era già pressoché ultimato.

L’esposizione si apre sul Picasso cubista. Le sue opere, d’altronde, fanno da filo conduttore in quanto hanno marcato in momenti diversi tutta l’arte spagnola. «L’importanza di Picasso viene evidenziata dal fatto che gli altri spagnoli andavano a Parigi soprattutto per incontrare il grande maestro», aggiunge la storica dell’arte Degiacomi.

Dall’avanguardia storica agli anni Cinquanta

Prima sezione della mostra, l’avanguardia storica, con le varie tendenze che hanno influenzato l’arte moderna: il cubismo con Picasso e Juan Gris, la tappa “classica” degli anni Venti (Picasso, Dalì, Mirò e Gris), poi il surrealismo di Mirò e Dalì e infine il Picasso degli anni Trenta, momento in cui entra in contatto con la scultura in ferro di Julio Gutierrez.

Continuando troviamo quattro pittori e due scultori che fanno parte della nuova avanguardia sorta negli anni Cinquanta. Questi artisti lavorano con diverse tecniche dell’astrazione: quella materiale di Antoni Tapies, il gestualismo di Antonio Saura, il dramma delle tele di sacco di Manolo Millares e l’ordine controllato e geometrico di Pablo Palazuelo. Lo scultore Jorge Oteiza affronta il problema del vuoto, mentre Eduardo Chillida si occupa della risonanza dei materiali.

Dal pop al terzo millennio

Nella terza sezione si trovano due generazioni degli anni Sessanta e Settanta che danno una svolta ironica all’arte e fanno ricorso a colori stridenti e piatti.

L’Equipo Cronica, per esempio, che si avvicina di molto alla pop art. La seconda generazione fa capo soprattutto a Luis Gordillo e a Carlos Alcolea, entrambi eredi della pop art, estremamente astratto il primo, piuttosto narrativo di stile post-pop il secondo.

Infine, nella parte conclusiva, tre artisti di respiro internazionale degli ultimi vent’anni: José Maria Sicilia, Juan Muñoz e Miquel Barcelò. Tre percorsi divergenti che comunque rientrano, per gli storici dell’arte, nell’ambito post-moderno.

Già scomparso purtroppo, lo scultore Muñoz, la cui “Conversation Pièce” fa allusione alla violenza che pervade i rapporti nella società odierna: cinque personaggi in resina di poliestere e cavi di acciaio.

I visitatori del museo Gianadda si renderanno conto che proprio questi giovani artisti rappresentano la nuova linfa dell’arte iberica. Una generazione che sicuramente trae profitto dai grandi nomi che l’accompagnano nel museo vallesano.

In questa esposizione vallesana l’arte spagnola si presenta quindi con una nuova immagine e un’identità unitaria. Seguendo gli artisti nel corso dei decenni si ha quasi l’impressione di ripercorrere un secolo di vita spagnola, attraverso i suoi alti e bassi.

swissinfo, Rolando Stocker

Il museo Gianadda propone il meglio dell’arte spagnola del secolo scorso.
L’esposizione mette al centro Picasso, in quanto punto di riferimento per tutti gli altri grandi spagnoli: Mirò, Dalì, Gris.

La rassegna presenta anche un gran numero di opere spagnole della seconda metà del Novecento: artisti di respiro internazionale e di eccezionale talento.

Arte spagnola del XX secolo
18 artisti – 70 opere
Esposizione a Martigny fino al 9 giugno

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