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L’avventura portoghese di Alessandro Mangiaratti

Alessandro Mangiaratti (a destra) ai tempi in cui militava per i colori del FC Wil Keystone Archive

Il solo calciatore svizzero a giocare in una squadra portoghese, il Belenenses di Lisbona, racconta le sue esperienze a swissinfo.

Per il giocatore ticinese, il passaggio dal Wil al Belenenses non è solo un’avventura calcistica, ma anche culturale e umana.

Padre siciliano, madre ticinese: Alessandro Mangiaratti lo scambio culturale ce l’ha nel sangue. Non sorprende quindi che abbia colto al volo l’offerta del Belenenses, la terza squadra di Lisbona, che da sei mesi ha sotto contratto il difensore svizzero.

Mangiaratti è il solo giocatore svizzero ad aver cercato fortuna in Portogallo, una caratteristica che ha risvegliato l’attenzione della stampa elvetica.

“Fino a sei mesi fa, per molti ero uno sconosciuto”, ammette Mangiaratti, un po’ stupito dell’attenzione dei media.

Partito per qualche giorno di vacanza in Italia, ma pronto a rientrare per la festa finale dei Campionati, Mangiaratti ha accettato di scambiare qualche parola con swissinfo.

swissinfo: Perché ha scelto di venire in Portogallo?

Alessandro Mangiaratti: Non certo perché sapevo che ci sarebbero stati i Campionati europei. Giocavo per il FC Wil, una società in difficoltà a causa degli investitori russi e dei problemi finanziari. Un giorno è arrivata l’offerta del Belenenses e mi sono detto che a 25 anni un’esperienza all’estero era una buona cosa.

Prima di venire qui ho studiato e giocato a calcio contemporaneamente e non ho mai avuto tempo per prendere parte ad un programma di scambio universitario come Erasmus. Mi sembrava venuto il momento di aprire un po’ i miei orizzonti.

È stata una decisione lampo. Quando mi hanno chiamato mi trovavo a Londra. Il giorno dopo ero a Lisbona per firmare il contratto.

swissinfo: Come si vive il calcio in Portogallo?

Sicuramente il campionato portoghese è molto più seguito di quello svizzero. In Portogallo escono tre quotidiani che parlano esclusivamente di calcio.

In Svizzera a volte per vedere il tuo nome sui giornali devi andarlo a cercare con la lente d’ingrandimento. Fa piacere essere al centro dell’attenzione, ti dà una motivazione in più.

swissinfo: Vive in Portogallo da dicembre dello scorso anno. Qual è bilancio di questi primi sei mesi?

È sicuramente positivo, anche se a livello sportivo ho giocato solo quattro partite perché mi sono infortunato al ginocchio. Ho comunque avuto l’occasione di dimostrare che valgo qualcosa.

Da un punto di vista umano non poteva andare meglio. Ho conosciuto moltissima gente, ho imparato una nuova lingua e mi sono ambientato bene a Lisbona. Il mio portoghese non è ancora perfetto, ma capisco quasi tutto e riesco a farmi capire senza problemi.

Ho ancora un anno di contratto. Sto cercando di rimettermi in sesto con la riabilitazione, per arrivare sano al via del campionato e ritrovare il mio posto da titolare. Poi si vedrà. Ma spero di poter prolungare il mio soggiorno in Portogallo. Il confronto con un’altra cultura fa bene.

swissinfo: Com’è la vita a Lisbona?

A.M.: I portoghesi non sono poi così diversi dagli svizzeri. Io ho avuto la fortuna di conoscere persone in gamba e di trovarmi bene con la squadra.

Per quello che mi riguarda, il cambiamento più forte è stato nell’alimentazione. In Portogallo si mangia soprattutto carne e pesce mentre io ero abituato a mangiare soprattutto pasta. Ma mi sono adattato, la cucina portoghese è ottima.

Lisbona è una città molto ricca culturalmente, anche se molto caotica. Io mi sono cercato subito casa, per avere la mia privacy, ma anche perché così è più facile integrarsi.

In Ticino sono rientrato solo dopo la fine del campionato. Però mio padre è venuto a trovarmi a Lisbona e mia madre ha preso l’aereo per la prima volta nella sua vita per farmi una sorpresa.

swissinfo: Ha dei consigli per i giocatori della nazionale svizzera?

A.M.: Non posso dare grossi consigli. Non penso che i giocatori si confronteranno con la realtà portoghese. Si confronteranno con le altre nazionali che, a parte il Portogallo, hanno poco di portoghese.

Ma sono convinto che si troveranno bene e che vivranno una bella avventura. Penso che riusciranno a raggiungere i quarti di finale.

swissinfo: Non sono in molti a crederlo …

A.M.: È un po’ la mentalità svizzera, ci diciamo “è già bello esserci” e non chiediamo nulla di più. Eppure la squadra è buona. Quasi tutti gli uomini di Kuhn giocano all’estero.

È chiaro, non abbiamo una rosa vastissima, i giocatori veramente validi sono undici o dodici. Dovremmo essere un po’arroganti, proprio come ripete spesso Murat Yakin. Lui ha una mentalità vincente che a volte agli svizzeri fa difetto.

swissinfo: Mangiaratti andrà in nazionale?

A.M: Certo la nazionale è un sogno, ma non posso decidere io. Ci sono altri giocatori che militano in campionati importanti, come quello inglese e quello francese.

La vittoria del Porto in Champions League ha contribuito alla rivalutazione del campionato portoghese, ma come biglietto da visita non basta. Non mi faccio illusioni.

swissinfo: Il Portogallo è dato tra le favorite, cosa succederà se vince?

A.M.: I portoghesi faranno di sicuro una grande festa, anche di due o tre giorni. Ma sarà difficile arrivare alla vittoria finale.

Quest’anno ci sono molte squadre che rivestono il ruolo di favorite: la Francia, l’Italia, l’Inghilterra… Però sì, speriamo che vinca il Portogallo, così mi aggrego alla festa.

swissinfo, Doris Lucini e Mathias Froidevaux, Lisbona

Alessandro Mangiaratti nasce il 15 dicembre 1978. Il padre è siciliano, la madre ticinese.
Calciatore professionista, ha concluso una formazione in sport al Politecnico federale di Zurigo
Vive a Lisbona dal mese di dicembre del 2003

Il ticinese Alessandro Mangiaratti è il solo calciatore svizzero a militare nel campionato di massima divisione portoghese.

Mangiaratti ha giocato come difensore per il Bellinzona, lo Sciaffusa e il FC Wil. Ha raggiunto il Belenenses di Lisbona (terza squadra della capitale portoghese dopo il Benefica e lo Sporting) nel corso della stagione 2003-2004.

A causa di un infortunio ha giocato solo quattro partite con il Belenenses. Il suo contratto scade alla fine della stagione 2004-2005.

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