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La natura di Alessio Boni, a luci spente

In un mondo, quello del cinema, dove spesso la bellezza sembra essere l'unico canone di riferimento, c'è chi si può permettere anche sostanza, bravura, sensibilità. Alessio Boni, per esempio, l'attore italiano di un film ticinese.

Poco sopra il set di Sinestesia, il lungometraggio del giovane regista ticinese Erik Bernasconi, uno spazio per la pausa pranzo. Le luci e i riflettori delle cineprese sono spenti, nessun eccesso, tanta semplicità e buon umore.

Alessio Boni, il celebre attore italiano protagonista di La meglio gioventù – film vincitore della sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2003 – siede tranquillo accanto a Mélanie Winiger, la sua amante in Sinestesia.

Siamo in Valle di Blenio, a due passi dalla diga del Luzzone, immersi in un paesaggio incontaminato. Alessio Boni è in vena di racconti, come quando ci si sente in pace con il mondo, come quando il tempo può scorrere immaginando di essere un fiume, fluido, tranquillo, sicuro lungo il suo percorso.

“E’ meraviglioso. E’ la prima volta – spiega a swissinfo Alessio Boni – che ho l’occasione di conoscere così bene il Ticino: ho visitato il Monte Tamaro, la Valle Verzasca, Bellinzona e ora la Valle di Blenio. Stare quassù a 1’500 metri, in mezzo a baite e pini, è stupendo”.

Nel teatro di un paesaggio da valorizzare

Rilassato, sereno, Alessio Boni parla del suo amore per la natura. “Quassù c’è una ieraticità naturale, un silenzio totale che ti porta alla concentrazione. Per girare un film è un ambiente ideale, sembra di essere in un teatro. Ti rendi conto che la natura è la massima espressione dell’equilibrio. Io, tu, cerchiamo sempre inconsciamente di emulare la natura: un pino non è mai troppo alto, la montagna non è mai troppo rocciosa, il lago mai troppo blu”.

“Noi siamo un costola della natura, ne facciamo parte. Però poi – aggiunge Alessio Boni – subentra il raziocinio, incombe la società. Tutto ciò ci distrae dal nostro intento: per l’essere umano raggiungere l’equilibrio della natura è il massimo. Non l’avremo mai”.

Estasiato da tutto quanto gli sta attorno, l’attore italiano non riesce a credere che in Ticino non vi sia ancora una Film Commission, ossia un ente o un’agenzia la cui finalità è quella di attrarre produzioni cinematografiche e audiovisive in un determinato territorio, facendo in modo che le opportunità e le ricadute siano equilibrate e trasparenti.

“Non capisco proprio. Avete il Festival internazionale del film di Locarno, avete un territorio variato dove poter girare: laghi, montagne, valli, città. Ci sono inoltre competenze, passione, qualità, impegno. Insomma una rara efficienza lavorativa difficilmente riscontrabile altrove”.

Essere aperti a ciò che è nuovo e diverso

Gli facciamo notare che le nostre montagne hanno fatto da sfondo ad alcuni film indiani. Lo sguardo dell’attore si illumina. “Mi piacerebbe da morire girare un film a Bollywood. E’ un mondo a parte, a se stante. Gli indiani trascendono qualsiasi cosa. A volte i loro film sembrano creati dal fumetto”.

Il Ticino non è Bollywood, ma la sua parte di gloria l’ha avuta. Il prologo del film 007 Goldeneye, in cui Pierce Brosnan esordiva nei panni dell’agente segreto James Bond, si svolge in una zona non identificata nelle montagne russe. Tutti sanno però che la diga dalla quale l’ agente inglese si getta con un elastico ai piedi, non si trova sperduta in mezzo all’Asia, bensì è la diga della Verzasca.

Un argomento in più per Alessio Boni, secondo cui il Ticino avrebbe tutte le carte in regola per profilarsi maggiormente come centro di produzione cinematografica. “La mia esperienza sul set del film è estremamente positiva: tutti sono protesi nei confronti del progetto e danno il massimo, in termini di professionalità e passione. C’è una marcia in più che a Roma non si trova”.

“Non sono un buon samaritano”

Se Alessio Boni ha scoperto il Ticino, è grazie al giovane regista Erik Bernasconi, che lo ha voluto per la parte di Alan, il protagonista. Ma come è nato questo “sì”? “E’ stato un incontro fuori dal comune – spiega Boni – perché io adesso ho la fortuna di non dovere correre appresso alle proposte cinematografiche. I copioni continuano ad arrivare e io posso scegliere”.

Così, una volta avuto per le mani il copione di Sinestesia e colpito dalla qualità della narrazione, l’attore italiano ha deciso di fare un passo in più: “Quando si tratta di un’opera prima, quando non sai chi è il regista, lo devi incontrare. E questo incontro con Erik è stato risolutivo. Ho detto sì, perché lo merita. Io non sono un buon samaritano, nelle mie scelte sono molto severo, poiché credo che l’arte non ammetta mediocrità”.

E così, oltre a scoprire un giovane regista talentuoso, Alessio Boni ha potuto apprezzare la buona educazione. “Sì, proprio così, l’educazione. Ho trovato molta cortesia, molto rispetto. Gente che saluta, che dice grazie, che si scusa. Io sono di Bergamo per cui probabilmente abbiamo codici comportamentali simili. Vi assicuro che i miei primi anni a Roma sono stati un trauma”.

Le lezioni della vita, oltre l’attore

Nel film amante di Michela, interpretata dall’ex miss svizzera Mélanie Winiger, Alessio Boni non si attarda nei dettagli della scena di amore. Ma non manca l’occasione per rendere omaggio al celebre regista francese François Truffaut. “Ha girato dei film d’amore strepitosi senza mai farci vedere un bacio. Incredibile, esplosivo”.

Sicuramente intensa è stata l’esperienza di girare in sedia a rotelle, dal momento che il protagonista è vittima di un incidente. “Il bello dell’attore – sottolinea – è quello di imparare. Così ho scoperto, seduto su una carrozzina, quanto le barriere architettoniche siano altrettanto debilitanti: non puoi prendere un gelato, non trovi sempre un bancomat accessibile, dipendi sempre da qualcuno”.

Un’esperienza diretta che Alessio Boni non dimenticherà mai. “Le persone diversamente abili hanno un rapporto con la vita incredibile, la scala dei valori cambia, diventa più autentica. C’è molto da imparare. Per tutti.”.

Françoise Gehring, swissinfo.ch

Alessio Boni nasce il 4 luglio 1966 a Sarnico (Bergamo). Nel 1992 si diploma all’ Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, ma inizia a lavorare dal 1988, anno del suo debutto teatrale.

La svolta nella sua carriera arriva con La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, film vincitore della sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2003 e di altri numerosi premi, grazie al quale ottiene il Nastro d’argento 2004.

Nel 2005 gira il film La bestia nel cuore, diretto da Cristina Comencini, con Giovanna Mezzogiorno, che viene candidato al Premio Oscar 2006, come miglior film straniero. Sempre nel 2005 vince il Globo d’Oro, come miglior attore rivelazione, per il film Quando sei nato non puoi più nasconderti, regia di Marco Tullio Giordana, mentre nel 2006 vince il Globo d’Oro come miglior attore per il film Arrivederci amore, ciao, regia di Michele Soavi.

Nel 2007 è il protagonista della miniserie tv Caravaggio. Ha recitato nella fiction Puccini con la regia di Giorgio Capitani, nella quale Alessio Boni è stato protagonista. La fiction è stata realizzata nell’anno del 150° anniversario della nascita del grande compositore lucchese Giacomo Puccini.

Sinestesia segue le vicissitudini di quattro giovani adulti in due momenti della loro vita, a ridosso di due episodi drammatici separati l’uno dall’altro da tre anni.

In questo lasso di tempo i personaggi sono confrontati con le gioie della quotidianità e con le normali difficoltà della vita. Ma si trovano anche a reagire ai colpi di quel destino che ogni tanto, in modo aleatorio, decide di mettere un bivio nelle vite delle persone.

Il personaggio centrale è Alan (Alessio Boni).
Attorno a lui sua moglie Françoise (Giorgia Wurth), la sua giovane amante Michela (Melanie Winiger), e Igor (Leonardo Nigro), il suo migliore amico.

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