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La rivincita di Expo.02

I critici dell’esposizione nazionale affogano nella massa dei visitatori entusiasti? Keystone

I giorni difficili di Expo.02 sembrano definitivamente passati e la direttrice Nelly Wenger ha presentato un bilancio positivo del primo mese. La critica di un tempo va a fondo?

Martedì la direttrice, Nelly Wenger ha presentato un primo bilancio di Expo.02. Un bilancio positivo. E, dopo un mese, il successo non sembra limitarsi al milione e trecentomila visitatori: anche le reazioni dell’opinione pubblica si dimostrano più che positive.

Un sondaggio, realizzato sulle arteplages, ha dimostrato che oltre il 90 per cento dei visitatori si sente soddisfatto di quanto visto e vissuto. Nelly Wenger parla di “un paese desideroso di leggerezza” e “lontano dalle rappresentazioni ufficiali”.

Un ulteriore risultato del questionario indica che sono ben pochi quelli che cercano ancora le immagini tradizionali. “I visitatori non stravedono per i cliché, non importa se ci sono tante o poche bandiere sulle arteplages”, ha spiegato a swissinfo il portavoce di Expo.02, Tony Burgener.

“Né mucche, né cioccolato”

I visitatori che arrivano dall’estero si dicono stupiti. Lo confermano le numerose reazioni della stampa internazionale. Strabiliante l’interesse anglosassone: dall’Irlanda e dalla Gran Bretagna 16 giornalisti hanno fatto tappa nella regione dei tre laghi. Il corrispondente del Financial Times si sente di mettere in guardia chi cerca un’immagine stereotipata: “Attenzione: a Expo.02 niente mucche, niente cioccolata, niente orologi.”

La stampa francese ha dedicato 12 contributi. Attrazione numero uno per questi: il cubo di Jean Nouvelle. Ma anche la nuvola di Yverdon raccoglie consensi.
Il “New York Times” ha a sua volta riservato una pagina sorprendentemente ottimista ad Expo. E dall’estremo oriente, il “The Nation” di Bangkok, attesta all’esposizione un carattere “non svizzero”.

Anche Konrad Mrusek, corrispondente della Frankfurter Allgemeinen Zeitung, è soddisfatto: “Non c’è traccia di patriottismo, niente luoghi comuni. Expo.02 è moderna e mostra una nuova immagine della Svizzera”. E comunque: questa esposizione non riuscirà a cambiare l’immagine isolazionista e tradizionalista della Svizzera.

Un successo dunque per “Presenza Svizzera” che cavalca con entusiasmo l’interesse per Expo.02. “Cerchiamo di portare quanti giornalisti possibile nella regione dei laghi e il successo è visibile”, sottolinea il collaboratore, Alessandro Delprete. “I nostri ospiti reagiscono in genere con stupore – rileva Delprete – e apprezzano la capacità dell’esposizione di superare i cliché, anche se i luoghi comuni non perdono il loro valore come riflesso e riduzione della realtà.”

Detrattori fuori corso?

E gli scettici… quelli che insistentemente hanno criticato il progetto di esposizione nazionale? Alcuni hanno già rivisto la propria opinione. Fra questi l’editorialista romando Jaques Pilet. Scettico della prima ora, oggi taglia corto: “Expo.02 ha mille aspetti positivi. Non ho intenzione di rovinarmi la festa…” Unico difetto evidente: “Mi dispiace che si sia rinunciato ad alcuni temi importanti. Tutto è concentrato sull’individuo… ma probabilmente questo non è un difetto di Expo.02, ma della società”.

Addirittura il tribuno di destra Chistoph Blocher – primo fra i critici della colossale operazione da un miliardo e mezzo di franchi – è stato avvistato sulle arteplages, visibilmente interessato. Lui stesso avrebbe ammesso di essersi “divertito”. Le giornate grigie per Expo.02 sembrano passate.

Visibilmente soddisfatto, Burgener conclude: “Un traguardo dell’esposizione è suscitare un largo dibattito sulla Svizzera. Ci siamo riusciti.”

swissinfo

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