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La stampa svizzera di fronte ad un paese diviso

La stampa guarda con preoccupazione alle divisioni che attraversano il paese swissinfo.ch

I giornali svizzeri si chinano nei loro commenti su un paese segnato dalle divisioni, dall'incertezza e dalla paura.

Nella stampa di lunedì, il tema della naturalizzazione dei giovani stranieri finisce per occultare il sì storico all’assicurazione maternità e la sconfitta di stretta misura dell’iniziativa sulla posta.

«Domenica delle contraddizioni». Così titola significativamente la Neue Zürcher Zeitung il suo commento principale ai risultati delle votazioni del 26 settembre.

I cittadini erano chiamati alle urne ad esprimere la loro opinione su temi dall’alto contenuto emotivo, ricorda il quotidiano zurighese.

Questo spiega l’alto tasso di partecipazione (53%) e la particolare evidenza con cui sono emerse le profonde spaccature che passano tra cantoni romandi e tedeschi, tra città e campagna, tra partiti diversi.

«Il Röstigraben (il fossato che divide Svizzera romanda e tedesca, NdR) è più profondo che mai, ma il fatto che non sia sempre la stessa parte del paese ad essere messa in minoranza ne limita gli effetti», relativizza il quotidiano.

La sconfitta sul tema delle naturalizzazioni sembra però essere particolarmente bruciante per gli svizzeri francesi. «Smacco per i romandi» titola per esempio in prima pagina il quotidiano «Le Matin».

No alle naturalizzazioni in primo piano

Il doppio no sulle naturalizzazioni è del resto il tema cui la stampa svizzera dedica maggior spazio, talvolta a scapito dello storico voto in favore dell’introduzione di un’assicurazione maternità.

«Il passaporto rosso rimane esclusivo», titola ad esempio il quotidiano zurighese Tages Anzeiger, che nel commento rileva: «Una proposta ragionevole è stata affossata dall’UDC».

Il ruolo dell’UDC è sottolineato in particolare dalla stampa romanda: «La Svizzera si piega di fronte alla propaganda UDC», è il titolo del quotidiano friburghese La Liberté, mentre Le Temps apre con uno «Stranieri: il catenaccio UDC».

Per il quotidiano ginevrino, il voto di domenica è prima di tutto «uno schiaffo per gli stranieri». Ma, analogamente alla NZZ, Le Temps ricorda che in questo fine settimana di voto i romandi non sono sempre stati dalla parte degli sconfitti e che il no alle naturalizzazione potrebbe essere uno scossone utile in vista del voto sugli nuovi accodi bilaterali con l’Unione europea.

Un voto segnato dai timori

Anche la Berner Zeitung stigmatizza il ruolo dell’UDC, intitolando il suo commento «Vittoria dei demagoghi». «Il travisamento dei fatti e la pura demagogia hanno avuto il loro effetto», si duole il quotidiano bernese. Che aggiunge: «Il danno d’immagine per la Svizzera è notevole».

In molti commenti i giornali mettono in rilievo anche la forte componente emozionale del voto sulle naturalizzazioni. «Voto emotivo sugli jugoslavi», titola ad esempio il quotidiano popolare Blick, che nelle pagine interne cita la tesi del politologo Claude Longchamp, secondo cui il no è rivolto soprattutto ai cittadini dell’ex-Jugoslavia.

E il quotidiano bernese Der Bund constata che nei confronti degli stranieri una maggioranza soprattutto svizzero-tedesca è «disorientata e impaurita». La votazione sarebbe servita da «valvola di sfogo per l’impotenza di fronte al fenomeno dell’immigrazione, che è percepito come una minaccia».

Non mancano però le critiche allo scarso impegno con cui è stata condotta la campagna a favore dei due decreti sulla naturalizzazione. La Basler Zeitung titola il suo commento «Una lezione per i moralisti» e critica l’ingenuità con cui l’opinione pubblica progressista ha reagito alle provocazioni dell’UDC.

Vittoria storica in secondo piano

L’impatto emotivo del voto sugli stranieri ha finito per occultare parzialmente il sì storico sull’assicurazione maternità, a sessant’anni dall’iscrizione del principio nella Costituzione federale. I giornali non hanno però mancato di rilevare che qui è la Svizzera progressista ad aver vinto

«Giustizia è fatta per le donne» titola il Giornale del popolo. Nell’editoriale il quotidiano interpreta il voto come un tardivo riconoscimento del ruolo assunto dalle donne nel mondo del lavoro e si augura che il voto di domenica induca la Svizzera a decidere altre riforme in favore della famiglia. E rileva che l’UDC sulla maternità esce sconfitta nei centri urbani del paese.

«Qui è la costanza latina che trionfa dopo una lunga battaglia e che infligge all’UDC un’indiscutibile sconfitta», sottolinea anche Le Temps. E il Bund rileva che «la nuova immagine della famiglia scaccia gli stereotipi della famiglia tradizionale».

In effetti, come scrive la Neue Zürcher Zeitung, non si può non pensare che gli avversari dell’assicurazione maternità guardassero con nostalgia alla famiglia tradizionale, «con la donna che sta ai fornelli».

Il quotidiano zurighese avverte però che lo scarto limitato tra favorevoli e contrari all’assicurazione maternità induce ad essere cauti nel voler ampliare l’intervento dello Stato a favore delle famiglie.

Come scrive il Tages Anzeiger, riprendendo una tesi ripresa in vari quotidiani, «se questa volta è andata bene è grazie ad una proposta snella ed equilibrata».

Ciò non toglie che si tratti di un passo di grande portata. «Finalmente! Un sogno si realizza» esclama l’ex-consigliera fedrale Ruth Dreifuss sulle colonne del Blick, esprimendo la soddisfazione di molte donne.

Segnale per la posta

Il no di stretta misura all’iniziativa “Posta per tutti” ha suscitato commenti ambivalenti nella stampa elvetica.

Se da una parte i quotidiani ritengono che la sconfitta di quanti volevano difendere a tutti i costi il monopolio statale apra definitivamente le porte alla liberalizzazione del mercato postale, dall’altra notano che il buon risultato dell’iniziativa rappresenta un monito ai vertici della posta

«La posta dovrà continuare ad adattarsi nei prossimi anni ai mutamenti strutturali», osserva per esempio la Berner Zeitung, che però ammette: «Vista la forte maggioranza per l’iniziativa, lo dovrà fare con maggiore sensibilità».

Anche la liberale Neue Zürcher Zeitung legge il voto come «un chiaro monito ai vertici della posta, al governo e al parlamento, perché tengano conto dei bisogni della popolazione».

E il bernese Bund afferma che il risultato è una vittoria per tutti, perché consente alla Posta di proseguire sulla via della liberalizzazione, ma rappresenta uno strumento importante in mano a chi non vuole accelerare troppo questa liberalizzazione.

La Posta è chiamata a «proseguire con cautela sulla via delle riforme», come scrive la Tribune de Genève.

swissinfo, Andrea Tognina

La votazione sulla naturalizzazione agevolata per gli stranieri di seconda generazione e sul conferimento automatico della cittadinanza svizzera agli stranieri della terza generazione ha avuto una certa eco anche nella stampa italiana.

«Svizzera, vince il no al referendum», titola il Corriere della Sera, che sottolinea i «toni molto accesi» della campagna per il voto. Il quotidiano ricorda che la naturalizzazione agevolata degli stranieri di seconda generazione è già stata respinta due volte in votazione.

La Repubblica parla di «una campagna dai toni xenofobi» e interpreta il voto come «chiara vittoria della destra nazionalista e populista». «Gli oppositori alla riforma hanno fatto ricorsoa numerose armi, inclusa la demonizzazione dello straniero», scrive ancora la Repubblica.

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