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Landesmuseum: a tu per tu con la storia elvetica

Un castello nel centro di Zurigo. Landesmuseum

Il Museo nazionale espone un milione di oggetti, dipinti e "interni" dalla preistoria ai giorni nostri, provenienti dalla regione dell'attuale Confederazione.

Con la creazione del Landesmuseum, nel 1898, la Svizzera volle rendere omaggio al giovane Stato, nato 50 anni prima.

A pochi passi dal via vai della Zurigo internazionale, accanto alla stazione principale della metropoli elvetica, sorge, come un castello sperduto, il Landesmuseum, il Museo nazionale svizzero.

Riconoscibile da lontano per le sue guglie e le sue torri è un po’ la casa madre degli otto musei che fanno parte del gruppo Musée suisse. E’ anche il più vecchio. Venne infatti inaugurato nel 1898.

Il castello di Zurigo

Lo Stato federale aveva visto la luce nel 1848. Era il periodo della nascita degli Stati nazionali, la cui importanza veniva sottolineata un po’ dappertutto con la creazione di monumenti e musei nazionali.

In Europa i grandi musei all’epoca venivano costruiti all’interno di vecchie chiese o di castelli. Non disponendo di simili edifici, Zurigo decide di costruirsi il “suo” castello: un insieme di stili diversi in un conglomerato architettonico che farà scuola anche all’estero.

Paura del centralismo

Per la Svizzera tuttavia, l’idea di creare un’istituzione dove raccogliere il patrimonio culturale e storico non era così ovvia come nei Paesi circostanti.

Per molti l’istituzione di un museo nazionale ricordava troppo i tempi della Repubblica elvetica: uno Stato centralizzato sul modello francese, quindi imposto e ideologicamente “poco svizzero”.

Inoltre, a differenza degli altri Paesi europei, la Svizzera non poteva contare su una grande collezione nazionale, reale o imperiale. Esisistevano tante, piccole collezioni regionali, che andavano riunite.

Dall’età della pietra fino ad oggi

Oltre un secolo dopo, il museo ospita la più grande collezione del Paese: un milione di oggetti esposti, provenienti dal patrimonio culturale svizzero, cioè fabbricati in Svizzera o utilizzati nella regione dell’attuale Confederazione.

Propone reperti archeologici, di importanza mondiale, presentati in un’esposizione a sé stante, ma anche armi, uniformi, oggetti in oro e argento, orologi, mobili, interi “interni”, dipinti, tessili, sculture.

Il periodo contemplato va dall’età della pietra ai giorni nostri. “Manca il periodo delle grandi rivoluzioni, il 19esimo e il 20esimo secolo”, sottolinea Regula Zweifel, vicedirettrice del museo “un capitolo di competenza del museo di Prangins”.

Un passato contadino

“Il nostro non è un museo d’arte, è un museo di storia e per questo è la cultura dell’essere umano a dominare”, spiega a swissinfo la vicedirettrice.

Una cultura che proprio per la sua universalità e per i forti legami con il resto dell’Europa può interessare anche il visitatore straniero. L’ospite scopre le particolarità storiche della Svizzera.

Un Paese con un passato contadino, che non ha una cultura di corte, come quella che si incontra in Francia, Germania e soprattutto a Vienna.

Le case “spostate”

La passeggiata al Landesmuseum inizia con una visita degli “interni”: antiche sale che facevano parte di case, che si trovavano nel centro di Zurigo e che vennero smantellate per far posto ad altre costruzioni.

Era il periodo della nascita della ferrovia e bisognava creare spazio per realizzare le nuove stazioni. Le case vennero ricostruite nel Landesmuseum e sono dunque originali. Costituiscono una preziosa testimonianza del modo di vivere dell’epoca.

Fra queste spicca una stupende sala del 600, in legno pregiato, con un soffitto a cassettoni che rappresenta Achille e le metamorfosi di Ovidio. Il dipinto è molto realistico e i corpi femminili fin troppo espliciti, almeno per l’epoca.

Le autorità cittadine vietarono pertanto al proprietario, un comandante mercenario zurighese, di lasciar entrare qualsiasi persona nella sala. Solo gruppi scelti potevano accedervi, nella speranza che non venissero turbati troppo.

Nella stanza si trova un leone di Venezia sotto forma di calice: un regalo della “Serenissima” a Zurigo a testimonianza dell’amicizia fra i due Paesi.

Il secondo Archimede

Un altro oggetto di cui il museo nazionale va orgoglioso e che considera uno dei suoi pezzi più pregiati è la piccola sfera celeste costruita nel 1594 dal matematico svizzero Jost Bürgi per un principe di Hannover.

Il cosiddetto “Bürgi-Globus” simboleggia la concezione del mondo ma permette anche di misurare in modo molto preciso sia la terra che il cielo, grazie ad un meccanismo contenuto nella sfera.

Jost Bürgi fu anche l’inventore dei logaritmi. Non a caso venne definito un secondo Archimede.

La Riforma

Molti oggetti, molte immagini ricordano le vicissitudini religiose legate alla Riforma protestante. A Zurigo l’artefice della Riforma nel 16esimo secolo fu Huldrych Zwingli.

Egli rafforzò la struttura politico costituzionale della città, investendo gli organi di governo di una missione religiosa di educazione e di controllo morale sull’intera comunità.

Fino a quel momento Zurigo – pochi lo sanno – era un luogo di pellegrinaggio, soprattutto per pellegrini provenienti dalla Germania meridionale, che poi proseguivano per l’abbazia di Einsiedeln.

Ristrutturazione

Il Landesmuseum, che con il suo ampio giardino è un’oasi nel centro di Zurigo, ospita anche i laboratori incaricati del restauro e della conservazione dei reperti.Regolarmente propone esposizioni temporanee, molto apprezzate dal pubblico.

Nonostante l’importanza del museo e la sua ricca offerta storica, per interessare e appassionare anche in futuro i visitatori è necessario seguire il corso dei tempi moderni. La funzione del museo non è più solo didattica: è sempre di più anche un’attività del tempo libero.

“La gente vuole essere attirata al museo e guidata”, dichiara Regula Zweifel, “oggi bisogna poter disporre di mezzi di comunicazione moderni: film, fotografie, commenti sonori, mezzi di comunicazione elettronica. Altrimenti la gente non viene”.

Con una vasta e costosa opera di ristrutturazione e di ampliamento, il Landesmuseum si sottopone quindi per alcuni anni ancora ad una grande cura di ringiovanimento.

I nuovi spazi espositivi permetteranno tra l’altro al più grande museo svizzero di colmare un’importante lacuna, offrendo anche una mostra permanente dedicata al 20esimo secolo. Il secolo che manca ancora per completare il viaggio nel passato della Svizzera.

swissinfo, Elena Altenburger, Zurigo

Inaugurato dalla Confederazione nel 1898
Dal 1973 di sua proprietà
Sede del gruppo dei Musei nazionali
Storia svizzera dall’età della pietra fino ad oggi
ca. 200’000 visitatori all’anno

Il Landesmuseum di Zurigo propone uno spaccato di diverse epoche: dai primi reperti archeologici ritrovati sul territorio dell’attuale Svizzera, al periodo gotico, a quello rinascimentale, alla Riforma di Zwingli e Calvino fino al 700 e a parte dell’800. Mancano il 19esimo e il 20esimo secolo.

Il museo nazionale si sta trasformando sempre di più in un centro culturale che ospita mostre, spettacoli, dibattiti. Il “salon rouge”, una sala nello stile della belle Epoque, inaugurata nel 2000, dà un tocco di mondanità al museo ed è una cornice ideale per manifestazioni e cene, anche private.

Il Landesmuseum di Zurigo è aperto martedì dalle 10 alle 19 e da mercoledì a domenica dalle 10 alle 17. E’ chiuso il lunedì.

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