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La Svizzera al Salone del libro di Torino

Le fiere letterarie, ghiotte occasioni per scoprire le ultime novità editoriali. Reuters

L’Italia è il più naturale e ampio mercato a cui punta l’editoria svizzera in lingua italiana, non soltanto per un’affinità esclusivamente linguistica, ma anche geografica. Tra gli appuntamenti immancabili c'è anche il salone del libro di Torino, giunto ormai alla sua 25esima edizione.

«Non possiamo pensare di chiuderci nel nostro mercato locale, ma guardiamo all’Italia come al più diretto degli sbocchi. Al salone torinese ci siamo da sempre e anche quest’anno abbiamo il nostro stand, il K72 al Padiglione 2».

Gabriele Capelli presiede la Società editori della Svizzera italiana (SESI), un’associazione fondata nel 1973 e che raggruppa una ventina di case editrici.

Tra gli ospiti della fiera torinese – che quest’anno s’interroga sulla cultura digitale – ci sono otto case editrice ticinesi (vedi a lato), facenti capo per l’appunto alla SESI.

«Il nostro – prosegue Capelli – è un lavoro di raccordo. Poi, per quanto riguarda la distribuzione, ogni editore ha i propri canali: c’è chi si arrangia da solo e prende accordi con i librai – ed è il caso dei più piccoli – e chi invece si appoggia ai distributori del nord Italia oppure a quelli nazionali».

A Torino, come in occasione degli altri appuntamenti maggiori della letteratura, gli editori ticinesi si presentano al pubblico con un obiettivo comune: far conoscere le potenzialità del mercato svizzero-italiano a un pubblico straniero.

In tempi di crisi economica come quelli attuali il pensiero corre subito al prezzo, per capire se il franco svizzero possa essere un problema per i lettori italiani. «In genere non ci sono differenze – prosegue Capelli – una volta stabilito il prezzo di copertina in euro quello non cambia».

Un’occasione per farsi conoscere

L’offerta degli editori svizzeri italiani è ampia: c’è chi si specializza in un solo settore, come Pagine d’Arte, e chi – come Salvioni – è conosciuto in Italia soprattutto per i suoi volumi dedicati alla montagna.

A farla da padrone è però probabilmente Casagrande. Tanto che uno degli autori promossi dalla casa editrice bellinzonese, Roberto Cazzola, ha vinto il premio Mondello con il libro “La Delazione”.

«Siamo gli unici ad appoggiarci al gruppo Messaggerie, che cura sia la distribuzione nazionale sia la promozione dei volumi», spiega a swissinfo.ch Magda Mandelli, responsabile dell’ufficio stampa e redattrice. «Per questo anche nelle librerie romane o siciliane si trovano i nostri libri».

Il mercato italiano è quello principale per Casagrande, che tiene a curare molto anche i rapporti con i singoli librai e le catene di librerie indipendenti.

«La presenza, il rapporto con le persone e la visibilità dei volumi sugli scaffali restano di grande importanza per noi, malgrado oggi l’impatto di internet sia sempre più grande», prosegue Magda Mandelli.

Della casa editrice di Bellinzona, i lettori italiani prediligono la narrativa, non soltanto svizzera ma anche i grandi nomi che Casagrande traduce autonomamente, come Agota Kristof.

Negli ultimi anni è apprezzata anche la collana di saggistica Alfabeti. «I titoli non mancano, perché abbiamo un’ampia offerta. Il lavoro più impegnativo per noi è quello di farci conoscere, per questo Torino è un appuntamento imperdibile», conclude Mandelli.

La 25esima edizione del Salone internazionale del libro di Torino si tiene dal 10 al 14 maggio e dà spazio a 1’200 espositori, ospiti di fama internazionale, presentazioni, mostre e incontri.

Tema dell’evento: La primavera digitale.

Quest’anno i paesi ospiti sono Spagna e Romania. Alla Svizzera era toccato questo onore nel 2002.

Otto le case editrici della Svizzera italiana presenti a Torino: Armando Dadò Editore, Edizioni Casagrande, Edizioni Ulivo, Gabriele Capelli Editore, Istituto Editoriale Ticinesi, Pagine d’Arte, Salvioni Editore e Todaro Editore.

Una serata speciale, organizzata dalla Radiotelevisione svizzera, è dedicata allo scrittore svizzero Hermann Hesse.

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