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Lo scrittore Ramuz tra i classici in Francia

Un posto nel Pantheon della "Bibliothèque de la Pléiade" di Parigi per lo scrittore svizzero. Bibliothèque publique et universitaire Neuchâtel

È senz'altro l'avvenimento culturale dell'anno, per la Svizzera Romanda: Charles Ferdinand Ramuz entra nella più prestigiosa collana editoriale parigina.

Con due volumi di 1700 pagine ciascuno – rispettivamente i numeri 517 e 518 della collana – lo scrittore vodese prende posto tra il secondo tomo dei Vangeli Apocrifi e le Opere di Gorkij.

Una consacrazione, per colui che nelle “Lettere a Grasset” e nelle “Note di un vodese a Parigi” aveva rivendicato il diritto alla differenza, soprattutto linguistica, rispetto alla cultura accentratrice parigina.

Pur aspirando ad essere uno scrittore universale: “il malinteso fu fomentato dallo stesso Ramuz – ricorda la professoressa Doris Jakubec, curatrice dei romanzi alla Pléiade e autrice di una densa introduzione al doppio volume – a cui piaceva affermare che la sua lingua era quella dei contadini delle sue terre. In verità Ramuz inventò un linguaggio arcaico, che intendeva dar conto di una realtà primitiva, di un mondo in cui i paesani lottano contro gli elementi naturali, come in una tragedia senza tempo. Ecco perché è stato indispensabile, ripubblicando questo autore in Francia, in una collana così prestigiosa e ufficiale, farlo con un apparato di note e un commento ai testi che evitasse malintesi”.

Uno scrittore poco conosciuto in Francia

“Nonostante da noi sia una sorta di gloria nazionale – aggiunge Daniel Maggetti, direttore del Centre de Recherches sur les lettres romandes, che coordina il “Chantier Ramuz” – in Francia la fama di questo scrittore, morto nel 1947, era andata scemando progressivamente nel dopoguerra. Tanto che oggi la pubblicazione di Gallimard rappresenta una vera e propria scommessa editoriale”.

Se la pubblicazione “colma un’inaccettabile lacuna” (come ha affermato a Losanna Antoine Gallimard in persona), questo classico della letteratura svizzera (e universale) non ha ancora vinto la sua battaglia in Francia: stampato in 10 mila copie, il cofanetto contenente i 22 romanzi di Ramuz viene promosso perciò con la massiccia diffusione di un opuscoletto di 32 pagine che, grazie ad alcuni estratti dai romanzi più importanti, dovrebbe invogliare il lettore francese ad interessarsi a questo “nuovo classico”, entrato nel Pantheon della “Bibliothèque de la Pléiade”.

Il “Cantiere Ramuz”

Un classico che viene ripubblicato, in versione critica, anche dal suo paese: grazie agli sforzi del “Chantier Ramuz” – e a un budget di 4,6 milioni di franchi su 15 anni – entro il 2014 vedranno la luce, presso l’editore ginevrino Slatkine, le sue Opere complete in 30 volumi.

Non bastava infatti il prestigio di Parigi per mettere in valore i ponderosi archivi depositati a Losanna, provenienti dalla casa dello scrittore a Pully (poeticamente battezzata “Il Gabbiano”): 62 mila pagine manoscritte, dattiloscritti e stesure successive dei romanzi, lettere e diari, abbozzi mai usciti dalla stanza dello scrittore, un patrimonio che dovrebbe consentire una visione più approfondita dell’opera ramuziana.

Se la Pléiade offre al grande pubblico la possibilità di (ri)conoscere Ramuz, le Opere complete saranno invece rivolte agli specialisti: i primi tre volumi sono freschi di stampa e presentano per la prima volta in versione integrale i diari di C.F. Ramuz, curati da Daniel Maggetti e Laura Saggiorato.

“Ah il destino! – scrive Ramuz nella prima pagina del suo Journal, il 5 settembre 1895 – Quante volte io l’ho già maledetto. Fossi un pittore, gli darei le sembianze di una donna cieca che in una mano tiene una spada, nell’altra una corona d’alloro”. A 60 anni dalla morte, è la Pléiade parigina a posare sul capo di Charles Ferdinand Ramuz la corona d’alloro che lo consacra tra i grandi.

swissinfo, Pierre Lepori

Bibliografia: C.F. Ramuz, Romans, Paris, Gallimard (Bibliothèque de la Pléiade), 2005, 2 volumi, 22 romanzi; C.F. Ramuz, Journal, notes et brouillons, Genève, Slatkine, 2005, 3 volumi.
Budget del «Chantier Ramuz»: 4’645’000 franchi (1’155’000 dal Canton Vaud).
La Bibliothèque de la Pléiade: fondata nel 1931, 518 volumi pubblicati, 193 autori, 6 milioni di copie vendute (il più venduto: Saint-Exupéry, 340’000 copie).

Praticamente introvabile nelle librerie francesi, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, C.F. Ramuz, la cui effigie è riprodotta nei biglietti da 200 Fr. In Svizzera – viene oggi pubblicato nella prestigiosa “Bibliothèque de la Pléiade” presso l’editore Gallimard.

Parallelamente a questa consacrazione parigina, il “Chantier Ramuz” dell’Università di Losanna (depositario degli archivi dell’autore) inizia la pubblicazione delle Opere complete (presso l’editore Slatkine) in 30 volumi.

Dopo i tre tomi del Diario, nel 2006 vedrà la luce un volume di inediti, nel 2007-8 la poesia e il teatro, nel 2009-10 la critica e i saggi, nel 2011-12 i testi a carattere autobiografico. L’edizione si concluderà nel 2013-14 con la ripubblicazione dei romanzi di Ramuz, in versione critica (quella parigina essendo un’edizione semi-critica e annotata).

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