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Mantenere vivo il patrimonio audiovisivo

Memoriav dalla parte della memoria audiovisiva della Svizzera. www.memoriav.ch

Secondo l'associazione creata dieci anni fa per promuovere la preservazione del patrimonio audiovisivo svizzero, i progressi vanno a rilento.

Tra i membri fondatori di “Memoriav”, nata il primo dicembre 1995, la Biblioteca nazionale, la SSR SRG idée suisse, la Cineteca svizzera e la Fonoteca nazionale.

“Con la nascita di ‘Memoriav’ – spiega a swissinfo il direttore Kurt Deggeler – le varie istituzioni sono diventate dei partner e hanno cominciato a dialogare tra di loro”. E ciò rappresenta senza dubbio una delle conquiste più importanti di questi primi dieci anni di esistenza.

L’accresciuta collaborazione fra gli enti, ha permesso infatti di sviluppare una chiara consapevolezza rispetto all’urgenza di salvaguardare il patrimonio audiovisivo svizzero.

E’ apparso altresì evidente che radio e televisione hanno da sempre rappresentato, e in tutto il mondo, la più importante fonte di informazione pubblica.

La Svizzera in ritardo

Il direttore di “Memoriav” ha tuttavia aggiunto che la Svizzera, rispetto ad altre nazioni membri dell’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (OCSE), ha accumulato un certo ritardo.

La Francia, per esempio, nel campo degli archivi audiovisivi dispone di una legge che risale al 1930. In Svizzera, invece, la creazione della Cineteca svizzera risale al 1943 mentre quella della Fonoteca al 1986.

“Nei nostri archivi – spiega a swissinfo il direttore della Fonoteca Pio Pellizzari – c’è un’enorme lacuna per quanto concerne i materiali prima del 1985”.

“E’ impossibile stabilire quanto è stato perso fintanto che non sapremo quanto è stato prodotto. Nella nostra raccolta abbiamo 230 mila registrazioni e siamo riusciti a catalogarne solo 130 mila”.

Una strategia comune

Secondo il direttore di “Memoriav” Kurt Deggeler, una delle sfide più grandi è stata quella di riuscire ad avviare una strategia di conservazione comune in uno stato federalista, dove i 26 cantoni godono di grande autonomia.

Fattore, questo, che ha in un certo senso rallentato gli sforzi di preservazione, confrontati con la difficoltà di creare delle basi legali comuni.

Deggeler ritiene inoltre che leggi sugli archivi erano piuttosto ambigue, nella misura in cui non hanno saputo garantire l’archiviazione di importanti documenti sonori e visivi.

L’ultima copia della produzione svizzera “Das Boot ist voll”, candidata all’Oscar come migliore film straniero nel 1995, è un caso emblematico. Il negativo era stato scoperto nel 1990 in una cappella di Roma, dove era custodito in una scatola arrugginita.

In mancanza dei fondi necessari per il restauro, il film dedicato ad un gruppo di rifugiati che cercava asilo in Svizzera durante la Seconda guerra mondiale, non fu ritenuto di interesse tale da essere conservato nella Cineteca.

Il peso determinante della Storia

Invece di poche migliaia di franchi per essere archiviato, il film ha poi avuto un’ altra sorte, ad un altro prezzo.

Quando la Svizzera – sotto la pressione della vicenda legata agli averi ebraici in giacenza – è stata costretta a rivisitare il proprio passato, l’importanza storica del film è apparsa evidente.

Riconosciuto il valore storico della pellicola, “Das Boot ist voll” è stato restaurato ad un costo di centinaia di migliaia di franchi. E così dalla cappella, è passato sul grande schermo.

I fondi a disposizione per l’archiviazione di documenti audiovisivi sono tuttavia, secondo Deggeler e Pellizzari, ancora troppo esigui. Proprio martedì il Nazionale ha approvato, dopo gli Stati, un credito di 11,7 milioni per garantire l’esistenza di “Memoriav” dal 2006 al 2009.

“Il credito concesso dal Parlamento – commenta ancora Deggeler – copre soltanto un quarto delle reali necessità dell’istituzione per adempire il suo mandato”.

“Abbiamo ancora in sospeso la catalogazione di circa 100 mila documenti sonori. Ma con il credito messo a disposizione – aggiunge Pellizzari – possiamo solo classificarne 10 mila all’anno”.

“Ciò significa che per i prossimi 8/10 anni dovremmo occuparci solo di questi, senza poter prendere in considerazione dei nuovi”.

swissinfo, Dale Bechtel
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

“Memoriav” è nata il primo dicembre 1995
E’ figlia di una lunga riflessione politica iniziata negli anni Settanta
Conta oltre 150 membri, la maggioranza dei quali sono istituzioni
In Svizzera si scattano foto da più di 166 anni
Si registrano suoni da più di 126 anni
Si girano film da più di 110 anni
E da più di 50 anni guardiamo la televisione

Il credito votato dal Parlamento è inferiore di 300mila franchi rispetto a quanto accordato per il quadriennio precedente, ossia 12 milioni di franchi, pari all’84% del bilancio dell’organizzazione.

Membri fondatori dell’associazione sono: la Biblioteca nazionale, gli Archivi federali, l’Ufficio federale delle comunicazioni, la SSR, la Cineteca svizzera, la Fonoteca nazionale, l’Istituto svizzero per la conservazione della fotografia.

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