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Mondiali di hockey: a casa a testa bassa

Una delusione difficile da nascondere Keystone

L'avventura della nazionale svizzera in Germania era cominciata in modo grandioso, ma è finita senza gloria ai quarti di finale. La squadra di Sean Simpson è stata sconfitta a Mannheim 1:0 dai padroni di casa. Per la stampa è un'occasione mancata.

«Imbarazzante!»: non spreca molte parole il Blick per commentare nel titoletto di prima pagina il risultato dell’incontro. A bruciare non è tanto la sconfitta, quanto il fatto che ad infliggerla ai rossocrociati sia stato un avversario di caratura inferiore, un avversario che è presente ai mondiali soltanto perché i padroni di casa hanno il posto assicurato.

La squadra di Simpson – che è al suo primo torneo importante come allenatore della nazionale – sembra quindi confermare un vecchio adagio che la vuole grande coi grandi e piccola coi piccoli. E poiché il percorso svizzero ai mondiali era cominciato contro avversari del calibro di Canada (battuto 4:1) e Repubblica Ceca (3:2), lo stop incassato ai quarti di finale rappresenta – come titolano sia il Blick sia la Neue Zürcher Zeitung nell’inserto sportivo – la «fine di un sogno».

Battaglia sul ghiaccio e fuori

Invece di ritrovarsi in semifinale, per la prima volta dal 1998, la Svizzera deve lasciare i mondiali. Dopo le sconfitte rimediate contro la Norvegia (2:3) e la Svezia (0:5) la formazione rossocrociata non è riuscita a ritrovare la forma che le aveva permesso di vincere i primi quattro incontri del torneo.

Una Germania galvanizzata dal fatto di giocare in casa ha messo in pista tutta la sua combattività per avere la meglio di una Svizzera sempre più debole. E così, in una partita improntata alla resistenza, ai tedeschi è bastata la rete di Philipp Gogulla (31.) per accedere alla semifinale.

A facilitare il compito ai tedeschi è stato, al 16. minuto di gioco, Martin Plüss, uno dei leader della nazionale elvetica. Un colpo di bastone contro il tedesco Ehrhoff gli è costato l’espulsione. E anche se la Svizzera ha superato indenne i cinque minuti d’inferiorità numerica, l’assenza di Plüss per il resto della partita si è fatta sentire.

Un tocco di vermut al bilancio finale è stato dato da chi, al termine dell’incontro, non ha saputo gestire le emozioni e si è lasciato andare ad un poco onorevole gioco di mani.

«Occasione mancata»

La partita ha lasciato l’amaro in bocca anche ai commentatori dei quotidiani svizzeri. «Questa sì, è proprio buttata via», titola La Regione. La Svizzera «aveva tutto per vincere, invece ha perso». E aggiunge con rammarico: «Fantastico, fenomenale, oppure ancora grandioso. Titoleranno così i giornali tedeschi. Perché in semifinale, a Colonia, ci va la Germania, 57 anni dopo l’ultima volta».

La delusione è enorme, aggiunge il Corriere del Ticino, ma «chi non è capace di realizzare una sola rete contro la Germania, non merita di andare avanti. Peccato, perché l’opportunità era ghiottissima, forse irripetibile».

La Germania era un avversario che si poteva battere. Gli uomini di Simpson, scrive il Tages Anzeiger, «si erano guadagnati questa buona occasione con le vittorie contro il Canada e la Repubblica Ceca, ma non hanno saputo sfruttarla».

Tuttavia, per il foglio zurighese Simpson «ha portato la nazionale sulla strada giusta. Solo che la strada giusta non conduce sempre in modo diretto al successo».

La Neue Zürcher Zeitung è un po’ più severa nel suo giudizio. Il raggiungimento dei quarti di finale è «un successo» che basta agli svizzeri per avanzare di un posto nelle classifiche mondiali (ora sono settimi), ma non basta a Simpson per liberarsi dell’ombra del suo predecessore.

Bicchiere mezzo vuoto, bicchiere mezzo pieno

Deluso e disilluso è il commento del quotidiano friburghese La Liberté. «Grazie ai risultati di questa squadra dal volto nuovo, ci si è lasciati prendere […] Tutti si sono illusi […] Ma la Svizzera ci ha fatto sognare per dieci giorni soltanto. La storia si ripete. Sempre la stessa mascherata».

Le Matin sceglie di «non dipingere tutto di nero». La Svizzera ha opposto a «una mentalità di chiusura l’apertura delle saracinesche. Una scelta rischiosa, ma molto più incisiva». Per il foglio romando, «nonostante la sconfitta, la Svizzera ha guadagnato credibilità a livello internazionale. E questo non è un bene quantificabile».

Doris Lucini, swissinfo.ch e agenzie

Reti: Svizzera 0, Germania 1, 30’46’’ Gogulla (Hospelt, Sulzer)
Svizzera: Gerber; Seger, Julien Vauclair; Bezina, Hirschi; Du Bois, Josi; Helbling; Déruns, Plüss, Rüthemann; Lemm, Savary, Duca; Damien Brunner, Ambühl, Monnet; Christen, Trachsler, Jenni; Romy
Germania: Endras; Dietrich, Ehrhoff; Krueger, Sulzer; Holzer, Braun; Nicolai Goc; Rankel, Marcel Goc, Schutz; Wolf, Ullmann, Müller; Hager, Hospelt, Gogulla; Kreutzer, Barta, Felski
Arbitri: Laaksonen (Fin), Sterns (USA); Brown (USA), Terho (Fin)
Spettatori: 12’500 (tutto esaurito)

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