Morat: eternità e coriandoli
Uno spettacolo di apertura, a Morat, all'insegna dell'eternità, il tema dell'arteplage.
Il luogo dello spettacolo è splendido: un grande palco ripido, riempito a tre quarti, che guarda verso il lago. Sulla riva e sull’acqua si estende il palconscenico. A sinistra, uno schermo gigante sul quale giungono le immagini delle altre arteplage. A destra, una cupola con l’orchestra. E come sfondo, il monolito arrugginito, simbolo dell’arteplage di Morat, che emerge dinnanzi alla catena montagnosa del Giura.
Ore 21.00. Pegaso, il cavallo bianco alato, entra sul podio apportando un messaggio: il tempo si ferma per due ore, quanto dura lo spettacolo. Un velivolo militare FA-18 sfreccia sugli spettatori, formando delle nuvole colorate e sparisce all’orizzonte.
Contemporaneamente ai musicisti sulle altre arteplage, coro e orchestra intonano “L’inno alla notte” di Bertrand Roulet. La musica sale dalla profondità e vibra nelle melodie cromate delle voci femminili.
La torre di Babele
Danzatrici e danzatori in costumi color pastello entrano sul palcoscenico e iniziano a costruire una torre. Non trovano una lingua comune, cominciano a litigare e e la torre crolla.
Soltanto dall’invenzione dei traduttori, l’umanità è riuscita a intendersi. Il mito della torre di Babele, in una versione che illustra la volontà di coesistenza della Svizzera. La scena è troppo lunga e finisce col perdere ritmo e emozioni.
Prometeo diventa immortale
Dopo la proiezione di un video clip sul grande schermo, le sirene escono dal lago con vesti azzurre e capelli rossi. Ha inizio l’allegoria di Prometeo, affiancato da Io e dal centauro Chirone, figure alte fino a 8 metri che si muovono su dei carrelli. La vicenda vuole rappresentare la mortalità degli esseri umani, un simbolo che si iscrive nel tema generale dell’arteplage di Morat: “Istante e Eternità”.
Poi, d’un tratto, un elicottero dell’esercito svizzero giunge sulla scena, gioca con le luci dei proiettori e sparisce all’orizzonte. Chirone, liberato dalla sua immortalità, sale su un’imbarcazione e si dirige verso il monolito. Le fiamme lo divorano. Un attimo impressionante.
Un messaggio di convivenza
Le orchestre delle 4 arteplages riprendono a suonare assieme. Poi é la volta della satira: 4 pupazzi rievocano la lunga e tormentata odissea che ha portato alla nascita dell’expo. Prima di concludere, anche la popolazione di Morat interviene sulla scena: una bandella locale si esibisce sotto i coriandoli e nel fumo.
Due cittadini macedoni, che vivono a Morat, si presentano sul palcoscenico e propongono un loro messaggio: diverse culture possono convivere in pace. Esplodono fuochi d’artificio e lo spettacolo si conclude. Le reazioni del pubblico sono controverse: da chi non ha capito diverse componenti dello spettacolo, a chi si dice più che entusiasta.
Felix Münger
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