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Morto Serge Brignoni

L'artista fotografato nel 1997 davanti a un suo dipinto Keystone

Il pittore bernese di origine ticinese, spentosi domenica all'età di 99 anni, era considerato uno dei massimi esponenti svizzeri dell'arte metafisica.

Brignoni era nato nel 1903 a San Simone, vicino a Chiasso. Quattro anni dopo, la sua famiglia si era trasferita a Berna, dove il giovane Brignoni frequentò la scuola di Arti e pittura Victor Surbek, specializzandosi nella tecnica del ritratto e in quella della lavorazione dell’argilla.

Brignoni continuò la sua formazione all’estero, dapprima a Milano e a Berlino, e poi, dal 1923, a Parigi. Il giovane artista svizzero rimase fino al 1940 in quella che era considerata la capitale culturale europea, facendo la conoscenza, tra gli altri, di Giacometti, Varlin, Picasso e Breton.

Successi internazionali

Fin dagli inizi, Brignoni partecipò a esposizioni collettive. Nel 1926, per esempio, venne accolto al Salone degli indipendenti, a Parigi. Un anno più tardi, alcune sue opere furono presentate alla Biennale di Venezia e nel 1935 partecipò a una mostra itinerante sul surrealismo, che fece tappa a Copenhagen, Londra e Nuova York.

Nel 1940, Serge Brignoni lasciò Parigi per tornare a Berna insieme a sua moglie, l’artista cilena Graciela Aranis, spentasi nel 1996. E a Berna ha continuato ad alimentare la sua collezione di oggetti d’arte popolare provenienti dall’Africa, dall’Oceania e dall’Indonesia, che nel 1995 donò alla Città di Lugano.

Arte metafisica

Marcata dal surrealismo e dal cubismo, l’arte di Serge Brignoni viene definita metafisica, perché suggerisce l’essenza segreta delle cose. Contrasti di colori, di forme geometriche e antropomorfe che alludono al corpo femminile e a cellule vegetali sono gli elementi essenziali che compongono il suo universo pittorico.

Il suo credo artistico si riassume in due parole: equilibrio e armonia, due valori che traspaiono dai suoi paesaggi cosmici e dagli suoi spazi animati da frammenti vegetali e che mettono in risalto il suo approccio poetico alla natura.

Brignoni fu anche scultore. Nelle sue opere realizzate in metallo si intravede un influsso di Giacometti, che viene però subito smentito dall’originalità delle forme. Altre sculture invece sono ispirate all’arte primitiva degli oggetti che collezionava.

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