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Cliniche per la longevità: ciarlatanerie o il segreto per invecchiare in salute?

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Esiste un mercato in piena espansione di trattamenti, pillole e gadget che sostengono di rallentare l'invecchiamento e di aiutarci a vivere più a lungo e in salute. Ma funzionano? Illustration: Helen James / SWI swissinfo.ch
Serie Longevità, Episodio 1:

La ricerca dell’elisir di lunga vita va avanti da tempo immemore e la Svizzera vi ha sempre svolto un ruolo chiave. Nonostante scienziati e scienziate debbano ancora trovare una formula vincente, il Paese alpino ha un fiorente mercato di terapie, pillole e gadget che sostengono di rallentare l’invecchiamento e aiutare a condurre una vita più sana, più a lungo.

Da donna ormai oltre la quarantina, sono sempre più cosciente della minacciosa ombra di Crono sulla mia vita: ogni giorno mi accorgo dei segni dell’età, dai capelli grigi alle rughe attorno agli occhi, per non parlare dei dolori muscolari quando mi alzo. Quattro anni fa mi sono fatta asportare le ovaie perché ho scoperto di avere una mutazione ad alto rischio per lo sviluppo di cancro. L’operazione mi ha fatto piombare nella menopausa. Nel giro di sei mesi, mi è sembrato di essere invecchiata vent’anni.
 
Perciò, mi sono ritrovata a chiedermi: deve per forza andare così? Perché c’è chi comincia ad avere i capelli grigi a quarant’anni e chi solo a sessanta? Perché persone di mezza età vengono colpite da malattie cardiovascolari o tumori, quando anche nella loro famiglia c’è chi non ne soffre mai? Perché ci sono anziani o anziane che faticano a camminare, mentre altri corrono maratone? Se ognuno di noi invecchia in maniera diversa, non dovrebbe essere possibile rallentare il processo ed evitarne gli effetti più deleteri?
 
Nel cercare risposte a queste domande esistenziali ho girato quasi ogni angolo del globo. Ho partecipato a una conferenza su invecchiamento e nuovi farmaci a Copenaghen e a un forum sul miglioramento della salute e la longevità a St. Moritz; ho parlato con esperti ed esperte di invecchiamento a Singapore, negli Stati Uniti, in Cina, Arabia Saudita e Svizzera e ho visitato tre cliniche per la longevità, trascorrendo un’intera giornata alla leggendaria Clinique La Prairie, sulle sponde del lago di Ginevra.
 
Durante la mia ricerca, ho appreso dei vari progressi tecnologici, scoperte scientifiche e applicazioni di intelligenza artificiale che negli ultimi vent’anni hanno trasformato il nostro modo di considerare la longevità, alimentando la speranza di poter vivere vite più sane più a lungo, rallentare l’invecchiamento e un giorno, forse, riuscire persino a invertire il processo.
 
Cliniche e centri benessere di tutto il mondo stanno sfruttando queste nuove conoscenze per prosperare, offrendo una pletora di trattamenti anti-aging come terapie con luce rossa, trasfusioni di plasma intergenerazionale e trattamenti a base di cellule staminali.
 
La Svizzera è all’avanguardia nel settore, grazie anche alla sua fama di destinazione ideale per chi vuole vivere in salute più a lungo. Da più di un secolo, infatti, la nazione alpina offre una combinazione unica di panorami montani mozzafiato, acque termali, un sistema sanitario di altissima qualità, tecnologie sempre avanzate e sistemazioni notoriamente lussuose, oltre all’immancabile discrezione.

Dal momento che vivo e lavoro in territorio elvetico, ho deciso di trarre vantaggio da ciò che avevo a portata di mano. Così, in una fredda e nebbiosa giornata di gennaio, ho messo piede nell’atrio della Clinique La Prairie per scoprire cosa avesse da offrire.

Nonostante l’ambiente tranquillo e rasserenante, ero molto in ansia per ciò che sarebbe potuto emergere da quella visita: avrei scoperto di avere un corpo più avanti con gli anni rispetto alla mia età, segno di invecchiamento precoce, o magari un problema cardiaco mai diagnosticato, un cancro alla tiroide, una predisposizione all’Alzheimer? O invece mi sarei rivelata felicemente più in salute del previsto?

Uno sguardo dall’interno

La clinica ha aperto nel 1931 come centro medico di lusso rivolto alle persone ricche e famose, offrendo “tecnologie all’avanguardia, ringiovanimento e vitalità” sulla base delle scoperte effettuate dal suo fondatore, il medico svizzero Paul Niehans, nel campo della terapia cellulare. Pare che persino celebrità come l’attrice Marlene Dietrich e il noto statista inglese Winston Churchill si siano affidati alle controverse “cure per la giovinezza” del dottor Niehans.

Oggi, Clinique La Prairie afferma di voler “consentire di vivere una vita più lunga, sana e attiva” con l’aiuto della scienza e di soluzioni e terapie innovative.

Il suo programma più famoso è il Revitalisation Premium, della durata di una settimana, che per 48’250 franchi (vitto e alloggio inclusi) promette di “farti accedere a tutti i segreti della longevità e del benessere”. Il pacchetto include anche la “formula segreta per il ringiovanimento”, ispirata alle ricerche di Niehans con le cellule staminali degli agnelli e disponibile in forma di compressa solo per gli ospiti della sede di Montreux.

Clinique La Prairie
Clinique La Prairie

Con un budget decisamente più ridotto, io ho potuto concedermi soltanto otto ore di visita. Tuttavia, sono riuscita comunque a incontrare una serie di esperti ed esperte, a provare alcuni dei più recenti strumenti diagnostici per la longevità e a sondare la scienza al di là delle brochure pubblicitarie.

Così ho trascorso un’ora con la specialista di scienze della salute Giorgia Grisotto, che ha eseguito una serie di test per calcolare il mio punteggio nutrizionale. Per farsi un’idea dello stato del mio metabolismo, mi ha avvolto nella plastica e mi ha infilato in testa una calotta trasparente attaccata a un erogatore di ossigeno, effettuando una misurazione della calorimetria che rilevasse di quante calorie ho bisogno in posizione di riposo.

Poi è toccato a Matteo Falzone, responsabile dell’area del movimento, con cui ho misurato i miei tempi di reazione e la percettività rispetto alla media della mia età. Dopodiché ho passato un’ora in una sauna per la depurazione a infrarossi, dove a quanto pare ho dormito per venti minuti e sono uscita sentendomi molle come gelatina, ma in senso buono.

Non fatico a credere che, dopo una settimana alla clinica, mi sarei sentita più giovane e forse, dopo uno dei loro trattamenti ringiovanenti per il viso a base di cellule staminaliCollegamento esterno (che non ho provato), lo sarei anche sembrata. Ma il mio corpo sarebbe ringiovanito davvero?

Secondo il dizionario Treccani, la longevità è intesa come “Durata della vita degli organismi oltre il limite medio”. Oggi, però, questo termine viene usato sempre più spesso per riferirsi sia alla durata della vita (totale degli anni vissuti) sia della salute (anni vissuti in buona salute, senza malattie croniche o disabilità).

I progressi della ricerca

Forse sì. Una serie di scoperte scientifiche e tecnologiche iniziata negli anni Novanta ha permesso a ricercatori e ricercatrici di capire meglio perché invecchiamo, dandoci degli strumenti per misurare, per la prima volta nella storia, il processo di invecchiamento.

L’idea, all’epoca, era che i geni fossero responsabili della durata della nostra vita per circa l’80%, mentre nuovi studiCollegamento esterno hanno rivelato che in realtà influiscono solo per il 10-30%. Fattori quasi più importanti nel determinare la rapidità di deperimento del nostro corpo sono l’ambiente in cui viviamo e il nostro stile di vita.

Quest’area della ricerca, nota come epigenetica, studia come i geni vengono espressi, cioè attivati o silenziati, da fattori come l’esposizione alle tossine, l’attività fisica, le ore di sonno e la dieta.

Nel 2013, l’epigenetica ha consentito di elaborare il primo orologio biologico, che misura l’invecchiamento delle cellule di una persona rispetto alla sua età effettiva.

Oggi esiste una lunga serie di orologi biologici, ognuno dei quali analizza uno specifico marcatore molecolare che cambia in maniera prevedibile con l’età. Il primo fu sviluppato dallo scienziato tedesco-americano Steve Horvath nel 2013.

Sangue, saliva e campioni di tessuto vengono utilizzati per analizzare la metilazione del DNA, cioè il processo biochimico che aiuta a regolare i nostri sistemi cardiovascolare, neurologico e riproduttivo, indicando al corpo quando e se attivare o silenziare determinati geni. La metilazione del DNA diminuisce nel tempo, per cui i geni non si attivano come dovrebbero, causando infiammazioni e malattie.

Secondo diversi studi, l’età biologica di una persona, misurata con questo orologio, può variare nel giro di pochi mesi, in seguito a una malattia (come il CovidCollegamento esterno o un cancroCollegamento esterno) oppure a un cambiamento di abitudini come smettere di bere alcol, aumentare l’attività fisica o sottoporsi a una dieta a basso contenuto di calorie. Al giorno d’oggi esistono vari orologi biologici, che utilizzano metodi, biomarcatori e algoritmi diversi.

Quello stesso anno, un gruppo di ricercatori e ricercatrici pubblicò un importante studioCollegamento esterno sulla rivista Cell, introducendo nove segni dell’invecchiamento (poi saliti a 12, tra cui anche l’infiammazione cronica). Non si tratta di segni evidenti come i capelli grigi, ma di cambiamenti che avvengono a livello cellulare man mano che cresciamo.

“Sapere che l’epigenetica, determinata dallo stile di vita, può influire sul nostro modo di invecchiare, che quindi non è più legato soltanto ai geni, ha reso le persone più consapevoli di poter fare qualcosa in merito”, ha spiegato Simone Gibertoni, amministratore delegato di Clinique La Prairie e responsabile dei suoi programmi per la longevità.

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Questi sviluppi hanno coinciso con enormi progressi nel campo dell’intelligenza artificiale, dell’apprendimento automatico, delle tecnologie digitali e della medicina, compresa la genomica. In questo modo è stato possibile misurare abitudini quotidiane come il sonno, oltre a centinaia di biomarcatori o fattori di rischio per lo sviluppo di malattie.

“Grazie all’intelligenza artificiale, all’improvviso sembra possibile controllare l’invecchiamento, cosa che per molto tempo è stata considerata fuori da ogni controllo” ha dichiarato Christina Röcke, una psicologa tedesca responsabile dell’Healthy Longevity Center dell’Università di Zurigo. “In più, accessori e dispositivi di tracciamento portatili hanno reso le persone più consapevoli delle proprie abitudini, fornendo loro un feedback più immediato”.

Il fenomeno si è ulteriormente intensificato con la crescita dei social network, che hanno consentito la nascita di community per appassionati e appassionate di longevità come l’imprenditore statunitense Bryan Johnson, i quali conducono esperimenti su di sé, condividendo consigli su salute e benessere che esulano dalla pratica medica tradizionale.

Un grosso giro d’affari

Tutte queste scoperte scientifiche e l’ondata di nuove terapie che ne è seguita hanno trasformato la longevità in una miniera d’oro. Analisti e analiste prevedonoCollegamento esterno che il mercato globale delle terapie anti-aging schizzerà dai 25,1 miliardi di dollari del 2020 a 44,3 miliardi entro il 2030. Negli ultimi dieci anni, start-up e cliniche per la longevità, integratori e dispositivi per il fitness hanno attirato investimenti per svariati miliardi.

Cliniche e centri privati, poi, continuano a spuntare ovunque, per andare incontro alle esigenze di persone di mezza età ricche e relativamente in salute che vogliono sottrarsi alla morsa del tempo. Si stima che le cliniche per la longevità negli Stati Uniti siano circa 800Collegamento esterno. Negli Stati del Golfo, negli ultimi anni ne sono state aperte a decine, mentre il 2023 ha visto l’inaugurazione della prima struttura privata nel settoreCollegamento esterno in Cina. Clinique La Prairie ha sei filiali e centri benessere tra Europa, Asia e la regione del Golfo e punta ad aprirne almeno altri quaranta entro il prossimo decennio.

In Svizzera ho contato poco più di 20 strutture private che offrono test e terapie per la longevità. Tra le più costose c’è la Küsnacht Practice, un centro di lusso per persone che soffrono di dipendenze o problemi psichiatrici. Un soggiorno di una settimana alla villa, con tutto il personale a disposizione, costa dai 117’300 franchi in su, inclusi gli esami medici e le terapie previste dal programma anti-aging BIO-R Restoration.

Per chi invece dispone di un budget più limitato, la clinica Ayun, a pochi isolati dalla stazione ferroviaria di Zurigo, propone un check-up diagnostico completo a circa 3’000 franchi e un menu di terapie e servizi tra cui scegliere a partire da 55 franchi l’uno.

Rischi e benefici

Tuttavia, come è già successo con altre mode salutiste come le diete a basso contenuto di grassi, anticolesterolo o l’idrocolonterapia, che poi si sono rivelate prive di basi scientifiche, alcuni ricercatori, ricercatrici, scienziati e scienziate già avvertono che anche le terapie per la longevità andrebbero prese con le pinze.

Diversi studi hanno dimostrato che molti dei trattamenti più comuni nelle cliniche (vedere la galleria di foto) come la crioterapia, la terapia con luce rossa, le terapie vitaminiche per endovenosa e le camere iperbariche possono avere effetti positivi sulla salute o su specifici marcatori, per esempio in chi fa sport a livello professionistico. Spesso, tuttavia, non è dimostrato che tali benefici perdurino nel tempo o che aiutino chi ne usufruisce a vivere più a lungo.

Inoltre, se è vero che alcune terapie, come l’assunzione di RapamicinaCollegamento esterno (un farmaco immunosoppressore), il digiuno intermittente o l’esposizione a temperature moltoCollegamento esterno rigide hanno consentito di estendere la durata di vita di vermi e topi, non esistono praticamente prove del fatto che riescano a fare lo stesso negli esseri umani.

“Quello della longevità è un tema di grande tendenza e ci sono tante ricerche interessanti in proposito”, ha spiegato Chistoph Handschin, biologo cellulare del BioZentrum di Basilea che ha scritto un articoloCollegamento esterno sulla distinzione tra fatti e congetture nel settore: “Spesso, però, si tende a trascurare ciò che già sappiamo minimizzare i rischi di sviluppare disturbi legati all’età. L’attività fisica, per esempio, ha benefici comprovati, ma viene considerata banale”.

Con l’intensificarsi della concorrenza, molte cliniche hanno cominciato a offrire un’ampia gamma di terapie innovative e spesso sperimentali, come la terapia genica o le trasfusioni intergenerazionali, nel tentativo di attirare una nuova clientela (anche se non ne ho trovato traccia nelle mie ricerche in Svizzera).

“Penso che certe cose siano state messe in commercio prematuramente, nel tentativo di far soldi”, ha spiegato Handschin.

Nonostante i risultati ancora incerti, chi si reca in queste cliniche è disposto a fare un tentativo nella speranza di poter migliorare la propria salute, anche senza la garanzia di vivere più a lungo.

La scorsa estate, Jochen Hurlebaus, un cittadino tedesco di 53 anni che lavora nel settore sanitario vicino a Zurigo, ha pagato 5’000 franchi per un programma di dodici mesi che includeva check-up sulla longevità, consulenze mediche e una serie di trattamenti presso la clinica Ayun: “Penso di essere abbastanza in forma, ma non si può mai sapere senza degli esami”, ha spiegato a SWI swissinfo.ch. “Volevo sapere che cosa fare per rimanere in salute per i prossimi venti o trent’anni”.

Hurlebaus sostiene che è valsa la pena di spendere quei soldi, anche se molti dei consigli che ha ricevuto riguardano cambiamenti di abitudini da apportare in casa: “So che non tutti possono permettersi di rivolgersi a una clinica per la longevità, ma penso che dovrebbero. Con i progressi della tecnologia, poi, è probabile che i prezzi scendano” ha aggiunto. “Quanto spendiamo in riparazioni auto? Perché non fare lo stesso con la nostra salute?”.

I consigli della nonna

Non è ancora chiaro se gli esseri umani siano in grado di estendere la durata della propria vita molto oltre i grandi progressi fatti nel corso del XX secolo. Secondo uno studioCollegamento esterno pubblicato dalla rivista Nature Aging in ottobre, sembreremmo aver già raggiunto il limite.

“Rallentare l’invecchiamento è possibile, e molto più facile di quanto noi scienziati e scienziate credessimo inizialmente”, ha dichiarato Brian Kennedy, uno scienziato americano esperto di invecchiamento che un tempo dirigeva il Buck Institute for Research on Ageing in California e oggi lavora all’Università nazionale di Singapore. “Se però si parla di interrompere o addirittura invertire il processo, le cose cambiano. Credo che al momento nessuno sappia con certezza se è davvero possibile”.

I centri contattati da SWI in merito non si sono sbilanciati: “Per prima cosa bisogna pensare a vivere meglio, cioè a prolungare il tempo che riusciamo a trascorrere in salute. La durata della vita viene dopo”, ha detto Gibertoni di Clinique La Prairie. “Non abbiamo una pillola magica in grado di dimostrare con certezza che si può vivere più a lungo. Perciò, per ora dobbiamo adottare un approccio olistico”.

Le cliniche per la longevità ritengono di colmare una lacuna del sistema sanitario, che si preoccupa di curare le malattie più che di prevenirle. “La gente vuole preservare la propria salute fisica, mentale ed emotiva quanto più a lungo possibile, perché una buona qualità della vita significa riuscire a mantenersi vitali, quindi fisicamente in forma, mentalmente vigili e senza dolori o disturbi cronici, fino alla fine”, ha detto Antoinette Sarasin Gianduzzo, ideatrice del programma BIO-R della Küsnacht Practice.

Se penso a come vorrei trascorrere il tempo che mi resta su questa terra, è difficile darle torto. Alla fine, ho deciso di non testare la mia età biologica: non mi interessa poi tanto conoscerla e non credo mi motiverebbe a prendermi maggiormente cura della mia salute. La mia breve visita a Clinique La Prairie, tuttavia, ha rivelato alcune problematiche, in particolare su salute metabolica e sonno, dovute in gran parte alla quantità di ore che trascorro seduta e alla mia passione per il formaggio.

Quello che ho scoperto mi ha spinto a introdurre dei piccoli cambiamenti nel mio stile di vita: cerco di dormire meglio, faccio più esercizi di resistenza, mangio più proteine e ho iniziato a prendere degli integratori vitaminici.

Ma avevo davvero bisogno di andare in una clinica per la longevità per farlo? Molti dei suggerimenti che ho ricevuto su come mantenermi in salute e vivere più a lungo li conoscevo già, ma faticavo a metterli in pratica, dovendomi barcamenare tra il lavoro e due figli da crescere. In più, c’è il problema del tempo e del costo: sono sicura che una sessione di un’ora in una camera criogenica mi aiuterebbe a dormire meglio, ma è davvero un buon modo di impiegare il mio tempo e spendere cento franchi, se non ho garanzie che i benefici poi perdurino?

“Esistono modi comprovati, in diversi campi, per migliorare salute, benessere e qualità della vita con l’avanzare dell’età”, ha dichiarato Röcke. “Tuttavia, spesso non sono altro che i consigli che ci davano le nostre nonne, senza bisogno di rivolgersi a costose cliniche private”.

Articolo a cura di Nerys Avery/vm/gw

Traduzione di Camilla Pieretti

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