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trattore irrora un campo

Oggi in Svizzera – speciale votazioni

Care svizzere e svizzeri all'estero,

quella che sta per concludersi è stata una domenica nera per gli ecologisti e più in generale per chi sosteneva la strategia del Governo in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Se il 'no' alle due iniziative popolari che si prefiggevano di vietare l'uso di prodotti fitosanitari era piuttosto scontato, visti i risultati dei sondaggi ed essendo sostenute solo dalla sinistra e da una parte del centro, la bocciatura della Legge sul CO2 è più inaspettata. Ad eccezione dell'Unione democratica di centro, tutti i principali partiti appoggiavano questa riforma che avrebbe dovuto permettere di rispettare gli obiettivi climatici dell'Accordo di Parigi.

Vediamo però più in dettaglio il risultato dei cinque oggetti in votazione.

Pompa di benzina
Keystone / Peter Klaunzer

Gli svizzeri non vogliono mettere mano al portamonete per ridurre le loro emissioni. Domenica, la maggioranza dei votanti ha respinto la nuova legge sul CO2.

La nuova legge sul CO2 intendeva trasporre nella legislazione nazionale l’obiettivo climatico assunto dalla Svizzera nel quadro dell’Accordo di Parigi sul clima, ovvero il dimezzamento delle emissioni entro il 2030.

La nuova legge conteneva tra l’altro misure relative al traffico stradale e agli edifici, che secondo i suoi detrattori avrebbero comportato un notevole incremento delle spese a carico di economie domestiche e aziende.

La legge rivista era stata approvata dal Parlamento nel settembre 2020 dopo tre anni di dibattiti. Un comitato economico composto anche da rappresentanti dell’industria petrolifera e dei trasporti aveva lanciato con successo un referendum. Ad opporsi c’era anche un gruppo di attivisti climatici, per i quali la legge non era abbastanza ambiziosa.

  • Il riassunto della votazione del mio collega Luigi Jorio.
  • La cartina coi risultati delle cinque votazioni in ogni cantone.
  • Il focus di swissinfo.ch dedicato al riscaldamento climatico e alla lotta contro le emissioni di CO2.


trattore irrora un campo
Imago Images/Andreas Haas

La Svizzera non diventerà uno dei primi Paesi al mondo a vietare i prodotti fitosanitari di sintesi. Il popolo ha respinto nettamente le due iniziative per l’acqua potabile pulita e i pesticidi chimici con una maggioranza di oltre il 60%.

L’approvazione delle proposte avrebbe reso la Svizzera una realtà pioniera a livello internazionale sul piano della riduzione massiccia dell’uso di pesticidi di sintesi e della protezione di fiumi, laghi, ruscelli e acque potabili.

Ma le due iniziative, considerate dai più troppo radicali, non hanno fatto presa sul popolo svizzero, che le ha respinte con decisione. Si tratta di una sconfitta molto dura per la parte più progressista del settore agricolo e per i promotori dei testi, che ambivano a una politica agricola più rispettosa dell’ambiente, della biodiversità e della salute pubblica.

In risposta alle iniziative, il Parlamento ha ulteriormente inasprito l’impiego dei pesticidi e prospetta ulteriori misure per migliorare e garantire la qualità dell’acqua potabile.


schermi di computer con visi di sospetti
Keystone/Ennio Leanza

Le forze dell’ordine avranno a disposizione nuovi strumenti per prevenire atti di terrorismo. La Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo è infatti stata accettata dal 57% dei votanti.

Le basi legali permetteranno alla polizia federale di prendere una serie di misure contro individui sospettati di rappresentare una minaccia. I provvedimenti vanno dal divieto di avere contatti con altre persone radicalizzate, fino agli arresti domiciliari e alla carcerazione in vista di un rinvio coatto.

La legislazione finora in vigore consentiva alle autorità di agire contro un individuo solo se aveva già commesso un crimine. Una situazione insoddisfacente, secondo il Governo e la maggioranza del Parlamento.

I promotori del referendum si opponevano invece alla legge ritenendola una pericolosa violazione dei principi costituzionali, in particolare a causa della definizione troppo vaga di terrorismo, ciò che a loro dire potrebbe spalancare le porte all’arbitrario.

persona trasporta un manifesto misure covid
Keystone / Peter Klaunzer

La legge Covid-19, che dà una base legale alle decisioni prese dal Governo per rispondere alla crisi sanitaria, è stata approvata da un’ampia maggioranza del popolo svizzero.

L’elettorato elvetico è stato domenica il primo al mondo a potersi esprimere sulla gestione della pandemia da parte delle proprie autorità.

La cosiddetta “legge Covid-19” era stata approvata lo scorso settembre dal Parlamento per dare una base legale alle decisioni prese d’urgenza dal Governo tra il marzo e il giugno del 2020. Da allora è stata emendata più volte. In particolare, il testo regola gli aiuti finanziari concessi a chi è stato colpito dalle conseguenze della pandemia.

Gli oppositori si battevano contro una legge ritenuta superflua, ingiusta e discriminatoria, sostenendo che la maggior parte delle misure possa essere introdotta senza conferire particolari poteri al Governo. Una parte dei promotori del referendum protestava inoltre contro quelle che ritengono misure anti-Covid “arbitrarie”. Il passaporto vaccinale, ad esempio, discriminerebbe chi non intende farsi vaccinare.

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