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La politica elvetica sul coronavirus supera il test delle urne

Camera bassa del parlamento.
La legge Covid è stata approvata in settembre dal Parlamento. In seguito, è stata emendata a più riprese. Keystone / Alessandro Della Valle

La cosiddetta legge Covid-19 ha ottenuto un ampio sostegno da parte dell'elettorato svizzero questa domenica con il 60,2% di "sì".  La base legale per la gestione della pandemia è stata sottoposta al giudizio popolare in seguito a referendum.

Il popolo svizzero è stato il primo al mondo a potersi esprimere sulla gestione della crisi sanitaria delle proprie autorità. Le misure introdotte per far fronte alla pandemia e aiutare economicamente chi ne è stato colpito sono approvate dal 60,2% dell’elettorato. Nell’ultimo sondaggio SSR, realizzato a fine maggio, il 64% degli interpellati aveva dichiarato di voler votare “sì”.

Il “no” si concentra nei cantoni della Svizzera centrale, a cui si aggiungono Turgovia, Appenzello interno e Appenzello esterno. Si tratta di cantoni che sono stati teatro di diverse manifestazioni contro le restrizioni introdotte per contenere il virus.

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Referendum

Lo scorso settembre il Parlamento ha approvato una legge che dà una solida base legale alle decisioni prese dal Governo tra la metà di marzo e la metà di giugno dello stesso anno. Si tratta di provvedimenti entrati in vigore senza il consueto intervento del legislativo.

Le misure, infatti, non erano tutte contemplate dalla legge sulle epidemie e l’esecutivo le ha adottate d’urgenza fondandosi sulla Costituzione, la quale permette al Governo, in presenza di un pericolo, di prendere provvedimenti in virtù del diritto di necessità.  Quest’ultimo ha una validità di sei mesi oltre i quali, per prolungare le misure, va elaborata una legge. Ed è quello che è successo con la cosiddetta legge Covid-19Collegamento esterno.

Diversi comitati cittadini, tra cui gli “Amici della CostituzioneCollegamento esterno“,  si sono in seguito opposti al testo e hanno raccolto un numero sufficiente di firme per sottoporre la legge a referendum.

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Quali sono i contenuti della legge covid?

Le decisioni governative contemplate dalla legge, che dallo scorso settembre è stata emendata a più riprese, prevedono una serie di provvedimenti volti in particolare a sostenere chi è stato colpito dalla crisi. Il testo regolamenta diversi aiuti all’economia, quali ad esempio le indennità per lavoro ridotto, indennità per perdita di guadagno, aiuti alla cultura, allo sport e ai media.

Tocca anche diversi altri aspetti, come le spese sanitarie (approvvigionamento di mascherine protettive, investimenti governativi nella produzione di vaccini, passaporto vaccinale standardizzato).

La maggior parte delle disposizioni previste dalla legge sono limitate fino alla fine dell’anno. Il testo conferisce al Governo la facoltà di reintrodurre lo stato di emergenza dopo essersi consultato con Parlamento, autorità cantonali, organizzazioni padronali e sindacati.

“Pericoloso precedente”

Gli oppositoriCollegamento esterno ritengono la legge superflua, ingiusta e discriminatoria. Sostengono che la maggior parte delle misure possa essere introdotta senza conferire particolari poteri al Governo. Proprio questo aspetto preoccupa i promotori del referendum, che vi vedono un pericoloso precedente che permetterebbe all’esecutivo di imporre un regime autoritario.

Criticano poi i tempi troppo brevi in cui si è elaborata la legge. Pur ammettendo che contenga anche aspetti positivi, ne considerano altri deleteri, come gli aiuti ai media. 

Tra i ranghi degli oppositori emerge anche un fondamentale scetticismo nei confronti della politica governativa di vaccinazione. Secondo molti, le autorità ignorano le potenziali controindicazioni per la salute delle iniezioni. Una parte protesta inoltre contro quelle che vengono ritenute misure anti-Covid “arbitrarie”. Il passaporto vaccinale, ad esempio, discriminerebbe chi non intende farsi vaccinare.

Nessuno dei principali partiti politici svizzeri ha raccomandato di respingere la legge. L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) ha deciso di lasciare libertà di voto al proprio elettorato.

Ampio sostegno

Il sostegno alla legge Covid-19 è rimasto elevato e consistente dall’inizio della campagna nonostante gli oppositori si siano dimostrati combattivi, denunciando le “privazioni di libertà” imposte dal Governo che avrebbe fatto “ammalare di paura” la popolazione. 

Dall’altra parte, i sostenitori hanno ricordato che misure quali telelavoro, chiusura di ristoranti, scuole e negozi, così come la vaccinazione, non hanno nulla a che vedere con la legge Covid-19, il cui obiettivo è, prima di tutto, quello di regolare gli aiuti finanziari di cui beneficiano un milione di persone e 100’000 aziende.

Le reazioni

Il “sì” del popolo alla legge Covid-19 rassicura i favorevoli riguardo proprio agli aiuti finanziari futuri. Lo ha dichiarato il consigliere agli Stati Philippe Bauer, del Partito liberale radicale (PLR, destra). Gli svizzeri hanno votato in modo “saggio ed efficace”, ha detto.

Con un “no”, il testo sarebbe decaduto il 30 settembre e con esso gli aiuti, che saranno necessari anche nei mesi a venire, ha precisato Bauer.

Gli fa eco la vicepresidente del Partito socialista,  la consigliera nazionale Barbara Gysi, secondo cui “il sì alla legge può essere anche interpretato come un sì al superamento della crisi”.

La federazione elvetica della ristorazione GastroSuisse si è rallegrata del sostegno al testo. “Questo sì dimostra che il popolo non vuole lasciar affondare le imprese in difficoltà”, sottolinea il presidente dell’organizzazione Casimir Platzer.

“Molti impiegati e datori di lavoro possono tirare un sospiro di sollievo”, si legge in una nota del comitato economico “Sì alla legge Covid-19” che, oltre a GastroSuisse, riunisce anche l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), la Federazione svizzera del turismo, l’Unione dei trasporti pubblici e diverse altre organizzazioni economiche.

Il risultato non scoraggia però i Giovani UDC. Questi ultimi hanno annunciato che inizieranno una nuova raccolta di firme per un referendum contro le modifiche della legge risalenti al 19 marzo scorso.

“In caso di nuovo referendum, ci attendiamo un ‘no’ alla legge Covid-19, poiché i favorevoli non potranno più nascondersi dietro agli aiuti finanziari”, ha assicurato all’agenzia Keystone-ATS il presidente dei Giovani UDC David Trachsel.

Trachsel s’è detto deluso per il chiaro voto del popolo, ma si è rallegrato che la quota dei “no” alla legge sia più ampio del previsto.

Con il nuovo referendum, i Giovani UDC vogliono affrontare in particolare la questione del certificato sanitario, che – a loro avviso – divide la popolazione tra vaccinati e non vaccinati, creando una società a due classi. “Dobbiamo ritornare immediatamente alla normalità senza più pieni poteri al Consiglio federale”, ha aggiunto Trachsel.

La nuova raccolta di sottoscrizioni ha già ottenuto il sostegno degli Amici della Costituzione, i quali si sono detti soddisfatti del fatto che la campagna “molto forte” degli ultimi messi abbia risvegliato una buona parte degli svizzeri, malgrado la sconfitta alle urne.

Contattato dall’agenzia Keystone/ATS, il copresidente Werner Boxler assicura che la “lotta per ripristinare la sovranità del popolo” non è che all’inizio.

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