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Omaggio di Zurigo all’editore italiano Giangiacomo Feltrinelli

Giangiacomo Feltrinelli in una foto d'archivio con Max Frisch e la moglie Marianne. www.kultur.stzh.ch

Con la mostra "Giangiacomo Feltrinelli, editore e rivoluzionario" la città di Zurigo rievoca la figura dell'intellettuale italiano morto trent'anni fa.

Cambiare il mondo con i libri e combattere le ingiustizie con i libri. Era questa l’idea che guidò Giangiacomo Feltrinelli quando, nel 1954, fondava la sua casa editrice a Milano. Dunque, una figura singolare di imprenditore, che motivava l’iniziativa commerciale con la sua visione critica della società e della storia e la vincolava al suo personale impegno politico. I percorsi spesso avventurosi della sua vita e della sua attività editoriale possono apparire pieni di contraddizioni, ma furono sempre guidati da un’ideale di giustizia e libertà.

L’intuizione per testi e autori

Ed è proprio questo particolare aspetto della personalità di Giangiacomo Feltrinelli, editore idealista ed intellettuale moderno, che Zurigo intende rievocare. Lo fa dando il via, nel giorno del trentesimo anniversario della sua morte, il 14 marzo, ad alcune iniziative di grande interesse. La principale è senz’altro la mostra che il museo Strauhof dedica, dal 15 marzo al 26 maggio, alla figura di questo editore, la cui straordinaria intuizione per testi e autori assicurò l’immediato successo alla sua giovane casa editrice.

Feltrinelli fece uscire libri che scossero profondamente le coscienze, pubblicò autori del Terzo Mondo, letteratura politica, romanzi che fecero scandalo come quelli di Henry Miller e due capolavori letterari di rilievo internazionale: “Il dottor Zivago” di Boris Pasternak e “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Una sezione della mostra è dedicata all’interesse di Giangiacomo Feltrinelli per i paesi dell’America latina e per la figura di Fidel Castro, seguendo la sua progressiva radicalizzazione politica che lo condusse infine alla clandestinità.

L”’homme en révolte”

Nella mostra è inoltre possibile vedere per la prima volta esposti al pubblico alcuni preziosi documenti della Fondazione e della Casa Editrice Giangiacomo Feltrinelli, come la prima edizione del “Trattato sulla tolleranza” di Voltaire, i manifesti della Comune di Parigi, manoscritti di Karl Marx e di Ignazio Silone, lettere di Boris Pasternak e una biografia mai pubblicata di Fidel Castro. Particolarmente interessante è anche la sezione che espone le fotografie scattate negli anni Cianquanta e Sessanta dalla fotoreporter Inge Schoenthal Feltrinelli.

All’inaugurazione della msotra, il sindaco di Zurigo, Josef Estermann, ha messo in risalto il fascino e la problematica dell'”homme en révolte”. Tratti, questi, che rendono Feltrinelli un editore «che ha irradiato cultura al di là delle frontiere» e, nello stesso tempo, un «editore appassionato, unico nel suo genere». Inge Schoenthal Feltrinelli, che ha ringraziato Zurigo per aver realizzato questa mostra che in Italia nessuno ha voluto.

Conferenze e dibattiti

Lo scrittore italiano Alberto Arbasino ha ricordato i rapporti di Giangiacomo Feltrinelli con Friedrich Dürrenmatt e Max Frisch, e come per lui ogni libro fosse un progetto culturale e politico. Il francese Christian Bourgois ha parlato di Feltrinelli come di un intellettuale «attuale nella sua radicalità», e questo spiegherebbe il perché Zurigo, città capitalista, abbia voluto celebrarlo. Infine, il berlinese Klaus Wagenbach ha sottolineato come Feltrinelli fosse «un uomo in un certo senso non italiano», ma un intellettuale internazionale a tutto tondo.

Oltre alla mostra allo Strauhof, sono previste nello stesso tempo altre iniziative sul tema. La rivista culturale “du”, che appartiene al gruppo del “Tages-Anzeiger”, dedica alla figura di Feltrinelli un intero numero di 100 pagine. C’è poi in programma una serie di conferenze e serate, tra le quali spicca il dibattito sul “ruolo degli intellettuali nella politica globale”, per domenica 17 marzo, cui prenderanno parte Günter Amendt, Roger de Weck, Carlo Feltrinelli e Barbara Rimml.

Silvano De Pietro

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