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Paul Klee sul Tamigi

Paul Klee, "Il catino rotto", 1938. hayward-gallery.org

L'esposizione "La natura della creazione" nella Hayward Gallery di Londra scompone il processo creativo dell'artista svizzero di origine tedesca. 90 opere illustrano il suo approccio all'arte.

Il più vecchio lavoro di Klee esposto alla Hayward Gallery risale al 1914, anno in cui l’artista stesso riteneva di aver veramente “cominciato” la sua attività artistica. Un’opera che serve da preambolo ad una mostra che vuole lasciare la parola all’artista: Accanto ai quadri, sui muri della galleria sono appesi estratti degli scritti di Klee, in cui egli analizza il proprio lavoro.

L’esposizione suddivise il suo processo creativo in sei fasi, fino alla morte nel 1940. Dalle pitture dove lo spazio è suddiviso in superfici quadate degli anni 1914-25 ai ritmi misurati del periodo 1920-28, passando per lo studio della linea (1919-29) e per la fase Bauhaus (1921-31). L’ultima fase è segnata dalla malattia. Limitato nei movimenti, Klee riduce le sue composizioni all’essenziale.

Il senso dell’astrazione

Le opere sono state scelte con spirito didattico. Anche se l’esposizione non raggruppa tutti i capolavori di Klee, vi si ritrovano tuttavia “La chiave spezzata”, “Immagine di una città” o il “Giardino delle rose”.

La mostra è curata dall’inglese Bridget Ridley, una fra i maggiori esponenti negli anni 60del movimento artistico “Op art”, insieme al francese Vasarely. Per lei, Klee è stata una fonte d’ispirazione essenziale: “Mi ha fatto capire cosa significhi l’astrazione”.

Richard Dorment, critico d’arte del quotidiano inglese “The Daily Telegraph”, rileva che la qualità principale della mostra sta nel tentare la distinzione tra il Klee astratto e il Klee figurativo. Un procedimento reso difficile dal fatto che l’artista utilizza lo stesso approccio per i due aspetti della sua opera.

Gaetan Vannay, Londra

La mostra “Paul Klee: la natura della creazione” nella Hayward Gallery di Londra rimarrà aperta fino al 1° aprile.

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