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Riformare l’Onu per proteggere i diritti umani

Kofi Annan vuole una rapida riforma della Commissione Onu per i diritti umani Keystone

A Ginevra, Kofi Annan è intervenuto alla riunione annuale della Commissione per i diritti umani dell'Onu, criticandola duramente per il suo operato.

Per Annan, la Commissione va assolutamente riformata. La Svizzera sostiene le proposte fatte dal Segretario generale dell’Onu.

La Commissione dell’Onu per i diritti umani non è in grado di far fronte ai nuovi bisogni, è troppo politicizzata e selettiva e quindi ha bisogno di una riforma radicale e rapida. È una critica con poche sfumature quella pronunciata giovedì a Ginevra dal Segretario generale dell’Onu Kofi Annan davanti alla stessa Commissione.

«Siamo giunti ad un punto in cui il crollo della sua credibilità ha offuscato la reputazione del sistema delle Nazioni Unite nel suo insieme. Riforme frammentarie non bastano più», ha detto Annan rivolto ai rappresentanti dei 53 Paesi membri della Commissione, riuniti in sessione annuale fino al 22 aprile.

«Il divario tra ciò che sembriamo promettere e quanto facciamo si è accentuato», ha aggiunto il Segretario generale sottolineando d’altra parte che l’Onu consacra appena il 2% del proprio bilancio ordinario ai diritti umani.

La Svizzera con Annan

Le critiche del Segretario generale dell’Onu non arrivano certo come un fulmine a ciel sereno. Già lo scorso 21 marzo, nel suo vasto rapporto sulla riforma delle Nazioni Unite, Annan aveva formulato delle proposte volte a migliorare l’operato e la credibilità della Commissione.

Già qualche ora prima che Annan intervenisse a Ginevra, Peter Maurer, ambasciatore elvetico presso l’Onu a New York, aveva definito «importanti, giuste e realiste» le proposte del Segretario generale.

Maurer ha affermato che la Svizzera sostiene Annan non solo in merito alla «rivitalizzazione» dell’Assemblea generale e del Consiglio economico e sociale delle Nazioni unite (ECOSOC), ma anche per quanto riguarda la riforma della Commissione per i diritti umani che andrebbe trasformata in un Consiglio dei diritti umani parificato al Consiglio di sicurezza e all’ECOSOC.

Proposte

Lanciata 60 anni fa, la Commissione è il principale garante Onu dei diritti umani nel mondo. Annan ha invitato i 53 Stati che la compongono – tra questi non vi è la Svizzera – ad adottare «rapidamente» una decisione di principio sull’essenza della sua proposta di riforma: sostituire l’attuale Commissione con un Consiglio dei diritti umani, permanente, «più responsabile e più rappresentativo».

I suoi membri, eletti alla maggioranza dei due terzi dall’Assemblea generale dell’Onu, dovranno inoltre «giustificare un solido attaccamento alle norme più elevate in materia dei diritti umani». In questo modo si spera di porre fine alla situazione attuale, che vede Stati come il Sudan, l’Arabia saudita o lo Zimbawe fare parte della Commissione pur essendo accusati di violare loro stessi i diritti umani.

Il nuovo Consiglio dovrebbe rimanere a Ginevra

Il nuovo Consiglio sarebbe incaricato di svolgere un ruolo di «Camera d’esame collegiale» ed ogni Stato dovrebbe sottoporsi ad un esame periodico sul rispetto dei diritti fondamentali, ha indicato il Segretario generale senza tuttavia pronunciarsi su altri dettagli ed in particolare sul numero di Paesi membri del nuovo Consiglio.

Annan si è inoltre detto in favore di un rafforzamento dell’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani, in particolare affinché possa assumere un ruolo d’allerta precoce per le violazioni dei diritti fondamentali.

Il nuovo Consiglio dei diritti umani dovrebbe avere sede a Ginevra, come l’attuale Commissione. Qualcuno teme che il Consiglio per i diritti umani possa essere trasferito a New York. Annan ha però sottolineato che l’Alto commissariato Onu per i diritti umani lavora molto bene a Ginevra e che a suo avviso non c’è nessun motivo di trasferire a New York le istituzioni Onu che si occupano di diritti umani.

swissinfo e agenzie

La prima tappa in favore delle libertà fondamentali dell’uomo è stata la creazione della Carta delle Nazioni Unite nel 1945.
1946: Commissione dei diritti dell’uomo.
1948: Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
1976: La Dichiarazione è completata da due Patti internazionali (sui diritti economici, sociali e culturali e su quelli civili e politici).

Kofi Annan, Segretario generale dell’Onu, ha chiesto di riformare l’attuale Commissione Onu per i diritti umani. La Commissione è stata criticata da più parti perché tra i 53 paesi membri ve ne sono alcuni che non rispettano i diritti umani.

Annan vorrebbe arrivare alla formazione di un Consiglio per i diritti umani, più piccolo della Commissione, in grado di riunirsi ad intervalli brevi e quindi più efficiente.

Per essere eletti membri del Consiglio, i candidati dovranno ottenere i due terzi dei voti dell’Assemblea generale dell’Onu e dare prova di un reale attaccamento al concetto di «diritti umani».

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