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Ambasciatore tedesco convocato a Berna

Convocato dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), l'ambasciatore Alex Berg ha preso atto del disappunto delle autorità svizzere in merito alle dichiarazioni del ministro delle finanze tedesco Peer Steinbrück, che ha paragonato tra l'altro gli svizzeri agli "indiani".

In riferimento alla vertenza tra la Svizzera e l’Unione europea sul segreto bancario, il ministro tedesco ha dichiarato nel fine settimana che, per fare pressione sulla Confederazione, “non è sempre necessario mandare la cavalleria. L’importante è che gli indiani sappiano che c’è”. Peer Steinbrück, che aveva già attaccato la Svizzera a più riprese dall’anno scrorso, ha inoltre negato l’esistenza di una bozza di “lista nera” dei paradisi fiscali, affermando che si era trattato solo di un trucco per far paura a Berna.

Le sue affermazioni sono state definite inaccettabili e sprezzanti lunedì dalla ministra elvetica degli affari esteri Micheline Calmy-Rey, che ha deciso di convocare l’ambasciatore Axel Berg. Durante l’incontro avuto con il segretario di Stato Michael Ambühl, il rappresentante tedesco ha ricordato che la Germania non è sola a condurre la lotta contro i paradisi fiscali e che oltre alla Confederazione altri Stati sono presi di mira. L’allentamento delle disposizioni sul segreto bancario, deciso la scorsa settimana dal governo svizzero, è stato accolto positivamente da Steinbrück, ha sottolineato l’ambasciatore. Berg ha inoltre indicato di aver ricevuto numerose reazioni da parte della popolazione svizzera.

Sempre martedì, Micheline Calmy-Rey ha incontrato a Berna la ministra degli esteri del Liechtenstein Rita Kieber-Beck per uno scambio di opinioni sui passi da intraprendere dopo l’allentamento del segreto bancario annunciato dai due paesi nei giorni scorsi. Accettando gli standard dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), i due paesi hanno imboccato la stessa strada, ha indicato la responsabile della diplomazia elvetica. Berna e Vaduz “sono concordi nell’affermare che il segreto bancario non deve coprire i reati fiscali”.

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