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Quando la materia si fa suono

Oscar Wiggli: scultura 81L, Partition forgée, 1987, ferro battuto (Kunstmuseum Berna)

Il Kunstmuseum e il Centro Paul Klee di Berna dedicano la loro prima esposizione congiunta alla vasta opera interdisciplinare dello svizzero Oscar Wiggli.

Mentre il Kustmuseum presenta sculture di piccolo e medio formato, foto e disegni, al Centro Paul Klee si possono vedere le monumentali opere monolitiche in acciaio.

Nato a Soletta nel 1927, Oscar Wiggli è uno degli artisti svizzeri più importanti della sua generazione. Sebbene la sua notorietà è legata soprattutto alle sculture in ferro, l’attività di questo artista si estende a discipline come il disegno, la grafica, l’incisione, il collage, la fotografia e, da oltre 25 anni, anche la musica.

“L’attuale duplice esposizione da spazio in ugual misura a tutte le espressioni artistiche di Wiggli. Qui si può vedere come l’artista, pur muovendosi in direzioni molto diverse, si occupa in fondo sempre della stessa cosa: le idee concepite per un medium le trasferisce poi a un altro”, spiega Matthias Frehner, direttore del Kunstmuseum.

“Questa interazione, il carattere di ‘Gesamtkunstwerk’ che risulta per l’opera di Wiggli è, credo, quello che la nostra mostra presenta per la prima volta e con una particolare profondità”.

Corpi di donne

“Tutte le mie sculture sono delle donne” dichiara Oscar Wiggli. Ed è in effetti senza difficoltà che il visitatore riesce a riconoscere nelle sue opere le forme del corpo femminile.

Nella prima delle 5 sale che il Kunstmuseum ha riservato alla mostra, s’incontrano i lavori giovanili di Wiggli. Le prime sculture, figure fragili in ferro battuto sottile le cui forme curve ricordano le rotondità del corpo, dialogano con le silhouette slanciate e sottili dei disegni a china e a carboncino che si trovano appesi alle pareti.

Sono poi presentate le sculture in bronzo e in ferro forgiato, opere rese particolarmente sensuali dal gioco di luce che si riflette sulla superficie liscia del materiale. Dalla metà degli anni 60 le sculture di Wiggli acquistano una particolarità ritmica che ricorda quella di figure “danzanti”. La creazione di queste silhouette – singole, in coppia e infine in gruppo – porta l’artista ad approfondire la ricerca sul movimento.

Anche i lavori su carta, che per Wiggli sono creazioni autonome e non ausiliarie alla scultura, si evolvono nella stessa direzione. Mentre nei collage le figure sottili e appena schizzate del primo periodo, sono sostituite da segni rotondi e generosi, nei corpi dei disegni a carboncino appaiono delle scanalature che, simili a cesure musicali, sembrano dar ritmo all’opera.

Disegni in musica

L’opera di Wiggli possiede un aspetto sinergetico. Le scoperte che egli fa nelle diverse discipline si stimolano vicendevolmente e il cambiamento di tecniche di lavoro e di materiali non si limita alla relazione scultura e disegno. Con lo stesso spirito egli ha condotto incursioni nella fotografia, nel video e nel mondo della musica elettroacustica.

“I suoni possono estendere la presenza puramente visuale della mia scultura – dichiara Oscar Wiggli -, la possono completare di una dimensione supplementare. Il fatto che io componga, conferisce a tutte le altre mie creazioni – sculture e disegni – una nuova vita.”

Per le sue composizioni Wiggli si serve di suoni concreti, quelli cioè che registra sia in natura che in studio e poi rielabora, e di suoni sintetici, che crea dal nulla utilizzando un sintetizzatore modulare.

Le idee musicali sono invece sviluppate dal disegno. Wiggli crea una forma propria di scrittura che gli permette di descrivere i suoni, di caratterizzarli e di riunirli in partiture complesse composte da disegni o da frammenti di disegni e foto. In questo modo l’artista forgia dei suoni, disegna delle sonorità e fa sentire nelle sue composizioni i colpi del martello.

Due ‘case’ per Wiggli

“Quella di Oscar Wiggli – ci spiega Juri Steiner, direttore del Centro Paul Klee – è un’opera immensa, per la quale ci vogliono due case. Il Centro può offrire lo spazio fuori dal museo, che il Kunstmuseum non ha a disposizione. Noi abbiamo un auditorium magnifico dove possiamo presentare la musica di Oscar Wiggli, mentre il Kunstmuseum può garantire all’artista una situazione ideale per le opere di piccolo e medio formato.”

Quelle presentate al Centro Paul Klee sono le sculture in acciaio di formato medio e grande realizzate da Wiggli tra il 1987 e il 1994 nella fonderia industriale di Von Roll, a Gerlafingen. L’utilizzo di presse idrauliche di 3000 tonnellate, che ha consentito a Wiggli di lavorare con barre e lastre d’acciaio del peso di 800 kg, gli ha permesso di sperimentare un nuovo tipo di forgiatura.

Malgrado la durezza del materiale e le sue dimensioni monumentali, l’artista è riuscito a creare delle sculture dalle forme dolcemente arrotondate i cui tagli e fenditure sono capaci di creare un dialogo con lo spazio che le circonda.

Oltre alle opere monumentali esposte nel parco di sculture Martha Müller e a quelle di medio formato presentate nella Museumstrasse, all’interno il Centro Paul Klee presenta 2 documentari che illustrano come l’artista ha lavorato nelle fonderie Von Roll. Inoltre, in alcune postazioni multimediali è possibile ascoltare le composizioni elettroacustiche realizzate da Wiggli dal 1981.

swissinfo, Paola Beltrame, Berna

La duplice esposizione “Oscar Wiggli. Corpo – Spazio – Suono” in corso al Kunstumuseum e al Centro Paul Klee di Berna rimarrà aperta fino al 13 maggio.

Organizzata non come retrospettiva ma per illustrare l’aspetto sinergetico dell’opera di Wiggli, questa mostra vuole festeggiare anche l’80° compleanno dell’artista, in occasione del quale, al Centro Paul Klee verrà presentata una sua composizione elettro-acustica.

Oscar Wiggli comincia ad interessarsi alla musica elettronica alla fine degli anni 70. A Muriaux, accanto alla sua fucina, mette a punto uno studio di registrazione che ha continuato a perfezionare nel corso di 25 anni.

Assistito tecnicamente dalla moglie Janine, che nel frattempo ha acquisito un’ampia conoscenza nel settore, Wiggli comincia a registrare e archiviare suoni e strutture sonore che poi utilizza per realizzare le sue composizioni elettro-acustiche.

L’opera musicale di Oscar Wiggli s’inserisce nella tradizione di Edgar Varèse e del compositore francese Pierre Schaeffer, che ha legato il suo nome allo sviluppo della musica concreta.

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