Helvetica: 60 anni di design elegante e contemporaneo
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Simona Verrazzo
Una rivoluzione grafica, ispirata al nome della Svizzera. È questa forse la definizione più adatta a descrivere il carattere tipografico Helvetica, creato nel 1957 dal designer zurighese Max Miedinger. Da allora è diventato uno dei simboli della Svizzera nel mondo.
Per celebrare questo 60° anniversario è stato creato anche un sito InternetCollegamento esterno. L’idea è di Husmee Studio GraphiqueCollegamento esterno, che si trova a Guipúzcoa (Paesi Baschi, Spagna). Per l’occasione sono stati realizzati venti poster in cui festeggiare Helvetica e in molti di essi emerge il profondo legame con la Svizzera, a cominciare dai colori, bianco e rosso.
L’omaggio della CNN
Anche la tv americana “all news” più famosa del mondo, la CNN, ha dedicato questa estate un servizio al carattere tipografico creato 60 anni fa da Max Miedinger per conto della fonderia Haas. Da allora Helvetica ha “cambiato il gioco” della comunicazione, spiega la CNN, ed è sempre più presente nelle nostre vite, pur rimanendo “inosservata” (per indicare la sua quotidianità).
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60esimo anniversario del carattere tipografico Helvetica
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Concepita nel 1957 dal grafico Max Miedinger, Helvetica è diventata un’icona svizzera dagli anni Sessanta.
Sobrietà, chiarezza, eleganza, le caratteristiche che lo rendono versatile, così come quella che, apparentemente, sembra mancanza di personalità, mentre invece è una grande adattabilità, che fa di Helvetica il carattere tipografico perfetto per ogni progetto grafico.
Dalla Svizzera a New York
Se c’è una città indissolubilmente legata a Helvetica quella è New York, diventandone uno dei simboli. È il 1972 quando debutta la celeberrima piantina della metropolitana di New York, creata dal designer italiano Massimo Vignelli, che come carattere tipografico, per lettere e numeri, sceglie proprio Helvetica: è un successo mondiale.
E sempre a New York il negozio-tipografia Standards ManualCollegamento esterno, dei creativi Jesse Reed e Hamish Smyth, ha appena pubblicato il volume New York City Transit Authority: Objects, che raccoglie le immagini dei cimeli della rete dei trasporti newyorkese e dove Helvetica è presente in moltissimi degli scatti.
Il libro è la continuazione di New York City Transit Authority: Graphics Standard Manual, pubblicato nel 2015, come omaggio alle potenzialità grafiche di Helvetica nella metropolitana della Grande Mela, dove le scritte sono piccoli capolavori di design contemporaneo.
Come spiegare una malattia
Nel 2015 Helvetica è stato anche il carattere tipografico utilizzato per spiegare i problemi di lettura provocati dalla dislessia. L’idea è venuta al designer britannico Dan Britton, a cui da bambino è stata diagnosticata questa malattia.
Nel suo lavoro Britton ha decostruito lettere e numeri, trascrivendone soltanto una parte, rendendo così difficile la loro lettura e quindi la comprensione. Ennesima conferma degli infiniti utilizzi che Helvetica è capace di fare.
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Svizzera, una fonte di creatività tipografica
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Con la produzione di caratteri quali Helvetica e Univers, che hanno conquistato il pianeta, la Svizzera sessanta anni fa era il centro del mondo tipografico. Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il settore, ma arte e design svizzeri rimangono molto richiesti.
"Le parole non possono descrivere il mio disgusto!" "È un giorno triste". "Così prevedibili, così monotoni". Queste furono alcune reazioni alla notizia shock nel 2009 che Ikea cambiava il suo carattere tipografico, passando da Futura, il classico intramontabile utilizzato da Volkswagen, Calvin Klein e molti altri, a Verdana, il carattere onnipresente sullo schermo progettato per Microsoft.
Quella "fontroversia" scoppiò lontano dalla Svizzera. Ma la culla dello stile tipografico internazionale (detto anche stile svizzero o scuola svizzera) – dove si sviluppò l'uso di layout asimmetrici, griglie e caratteri senza grazie, negli anni '50 – ebbe la sua dose di contraccolpi.
Ciò fu il caso "negli anni '80 e '90, quando Helvetica divenne fuori moda per i grafici d'avanguardia", dice a swissinfo.ch Robert Lzicar, storico del design grafico e direttore del programma di Master in design della comunicazione alla Scuola universitaria delle arti di Berna.
L'età d'oro della tipografia svizzera iniziò nel 1957, quando il design funzionale influenzato dal Bauhaus portò alla creazione di Helvetica e Univers. Questi caratteri tipografici essenziali, puliti e leggibili colsero lo spirito del tempo e catturarono l'attenzione di grafici di tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti.
Helvetica, il carattere di scelto da Nestlé, Lufthansa, metropolitana di New York, McDonald e tantissimi altri, è stato persino oggetto di un documentario nel 2007.
Glossary
A typeface (also known as font family) is a set of one or more fonts each composed of glyphs (characters) that share common design features. In digital typography, the font is a digital file which contains the typeface; the typeface is what you see.
Each font of a typeface has specific characteristics, including weight, style, stroke width, stroke contrast, italicisation, ornamentation (and formerly size, in metal fonts). For example, the Neue Helvetica Complete Family Pack on fonts.com comprises 51 fonts.
Fonts are either serif (rhymes with sheriff, also known as “Roman”) or sans-serif (rhymes with bans sheriff, also known as “Grotesque” or “Gothic”). A serif is a short line or finishing stroke that crosses or projects from stems or strokes in a character.
"La Svizzera è stata certamente molto creativa nell'ideazione di caratteri, ma non ha mai avuto una grande industria", rileva Robert Lzicar. "E oggi la situazione è ancora la stessa: in Svizzera ci sono molte piccole fonderie che creano caratteri innovativi, ma non c'è un grande attore, come ad esempio Monotype negli Stati Uniti, i cui marchi Linotype e FontShop International vendono e accordano licenze su caratteri a livello internazionale".
Sperimentazione
Una delle "più grandi" piccole fonderie svizzere è la Swiss Tipefaces di Losanna, il cui 38enne co-fondatore, Ian Party afferma che il settore gode di "ottima salute".
"I disegnatori di caratteri tipografici hanno avuto un periodo difficile all'inizio degli anni 2000, quando è esplosa la produzione ma non la domanda", spiega a swissinfo.ch. Questa esplosione è stata una conseguenza dell'arrivo di Internet e di software che hanno permesso a chiunque, da un giorno all'altro, di generare i propri caratteri con un computer.
"Ci siamo veramente ritrovati al crocevia quando tutti i grafici hanno avuto un PC. In precedenza, i caratteri tipografici erano qualcosa di molto complesso e molto professionale, creati da persone con specifiche competenze artistiche e tecniche", osserva Party. "Poi, improvvisamente, tutti si sono accorti che, seppur non facilmente, era possibile sviluppare rapidamente i caratteri tipografici e digitalizzare i disegni fatti da altri. C'era davvero una tendenza tra i grafici pubblicitari di creare il proprio carattere".
"Alla fine degli anni '80 e ai primi anni '90, dei progetti di design grafico hanno anche messo in dubbio la leggibilità dei caratteri!" aggiunge Lzicar, che parla di una "reazione" contro i tradizionali caratteri tipografici di stile svizzero. "C'era molta più sperimentazione rispetto ad oggi."
Successo mondiale
Ma non si può mettere in disparte un buon carattere tipografico. Così, dopo i selvaggi anni sperimentali della rivoluzione informatica, i disegnatori sono tornati ai collaudati caratteri senza grazie.
Nel 2004 Laurenz Brunner, un giovane grafico pubblicitario svizzero, ha pubblicato Akkurat, che ha procurato un enorme successo mondiale alla sua fonderia, la Lineto. Brunner ha scritto: "Nel 2006 e nel 2007, tra i designer è cresciuto l'interesse per lo stile tipografico 'oggettivo', che reinterpreta molti principi del design svizzero classico. Akkurat si è quindi trasformato in una sorta di modello per questo movimento".
Robert Lzicar concorda sul fatto che gran parte del successo di Akkurat è dovuta al fatto che "adatta i principi collaudati dei suoi predecessori alle esigenze di un'economia globale". Spiega: "Non ha limiti di caratteristiche, quindi i grafici lo possono usare per molte applicazioni diverse. Ciò ha fatto di Akkurat uno dei successi mondiali del design tipografico contemporaneo svizzero".
Piano economico
Quindi, se si vogliono fare soldi, si dovrebbe diventare un disegnatore di caratteri tipografici? "No. Affatto! Il lavoro di design di un'intera famiglia di font è enorme. Si dovrebbe piuttosto avviare una fonderia di caratteri, che è molto più redditizia perché così si amministrano le licenze", risponde Robert Lzicar.
Secondo Ian Party, i designer sanno che i sans serif si vendono bene, "quindi se si progetta un carattere simile a Helvetica, in larga misura si tratta di una decisione economica". "Ma anche in questo caso, è altamente improbabile che si riesca a produrre 'un bestseller' come Akkurat. Ci sono tantissimi tipi di caratteri [più di 150'000 solo su fonts.com]. È dunque veramente difficile avere a lungo successo sul mercato".
"Dietro ad ogni carattere c'è un business plan. Si analizza il mercato, si cerca di vedere quello che si vende bene, si decide quali sono le esigenze del mercato e come si può realizzare un profitto".
Ian Party, che insegna anche all'ECAL, la scuola universitaria di arte e design di Losanna, ha ideato Suisse, che è diventato il più grande successo dei caratteri tipografici svizzeri. Si tratta di un senza grazie come Helvetica.
"C'è chiaramente uno stretto legame tra i due", ammette. "C'è una influenza, nel senso che noi siamo impregnati di cultura elvetica e che abbiamo studiato grafica pubblicitaria in Svizzera. La cultura tipografica svizzera comprende Helvetica e Univers, che erano molto presenti nella nostra formazione".
Rivoluzione della risoluzione
In effetti, la tendenza che ha avuto il più grande impatto sulla tipografia contemporanea svizzera è il passaggio dalla carta allo schermo, con sempre più dispositivi mobili, in atto tra i consumatori in tutto il mondo.
"Questo riguarda l'intero concetto di un carattere tipografico, perché sullo schermo non si vedono linee e superfici, si vedono pixel. Ora gli schermi sono sempre più piccoli, mentre la loro risoluzione aumenta. Tuttavia, è ancora diverso leggere qualcosa sullo schermo che sulla carta. Per i testi lunghi, i caratteri con grazie stampati restano i miei preferiti", precisa Robert Lzicar.
Egli spera che con l'aumento della potenza dei pixel, ci possa essere una rinascita del serif. "Il mezzo cambia totalmente il modo in cui le cose vengono percepite".
In definitiva, secondo Lzicar, la scelta del font giusto è "come la scelta del brano giusto per un DJ": dipende dal contesto, dallo stato d'animo e dal pubblico.
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