Sguardo artistico su un buco nero.
NASA/Space Telescope Science Institute/Reuters
I buchi neri supermassicci sono bolle di materia che pesano miliardi di volte in più rispetto al sole e sono talmente dense da "inghiottire" tutto ciò che passa loro vicino, compresa la luce. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Zurigo ha scoperto che questi buchi neri risalirebbero almeno ai tempi della creazione dell'universo.
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Dopo un inizio di carriera nella stampa regionale (scritta e radiofonica) in Romandia, ho raggiunto Radio Svizzera Internazionale nel 2000, durante la transizione da cui è nata swissinfo.ch. Da allora, scrivo e realizzo ogni tanto dei brevi video su ogni tipo di tema, dalla politica all'economia, passando per la cultura e la scienza.
Il professore Lucio Mayer e la sua squadra hanno sfruttato l’enorme potenza dei computer dell’università e del Politecnico di Zurigo per simulare delle collisioni tra galassie giganti.
Il mondo scientifico data la nascita dell’universo a 14 miliardi di anni fa, circa. Le galassie giganti, queste immensi ammassi di stelle, gas e polvere (cento volte più vaste della Via Lattea), sono apparse pochissimo tempo dopo. Allora la materia era ancora molto concentrata e le collisioni tra queste prime galassie frequenti.
È a partire da queste collisioni e dal combinazione che ne è risultata che sono nati i primi buchi neri supermassicci, dall’agglomerazione (sotto l’effetto della forza di gravità) della polvere e del gas ripartiti su vaste nuvole tra le stelle. Così, questi buchi neri sarebbero apparsi un miliardo di anni circa dopo il Big Bang, che segna l’inizio dei tempi.
Questa scoperta rivoluziona le teorie riconosciute finora, secondo cui i buchi neri si erano formati gradualmente, in seguito alla crescita delle galassie di cui occupavano generalmente il centro.
Marc-André Miserez, swissinfo.ch
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